Per le sue cerimonie, White ha studiato diversi documenti storici sulle cerimonie funebri condotte in mare. Nel diciottesimo e nel diciannovesimo secolo i marinai britannici e americani che morivano nel corso della navigazione venivano avvolti in un telo, spesso in parti di vele non più utilizzate, insieme ad alcune palle di cannone o altre zavorre e poi gettati in mare. Mantenere a bordo i cadaveri fino a destinazione era impraticabile perché ci sarebbero stati problemi di conservazione del corpo e rischi sanitari per i marinai a bordo. Le spoglie di Horatio Nelson, morto nella battaglia di Trafalgar nel 1805, furono conservate in una botte contenente brandy, canfora e mirra fino al ritorno in patria, dove ebbe poi il funerale, ma si tratta di un’eccezione.
Sulla base dei documenti d’epoca, White ha realizzato l’Atlantic Sea Burial Shroud, una sacca per cadaveri disponibile in sette colori nella quale possono trovare spazio il corpo del defunto e alcune palle da cannone, che servono come zavorra per assicurarsi che la sacca raggiunga il fondale. Alcuni fori presenti nella sacca permettono all’aria di uscire per far spazio all’acqua e consentono ai microorganismi di iniziare a digerire il defunto.
Secondo l’esperienza di White, l’uso della sacca ha un impatto minore sia per l’ambiente che per i familiari che assistono alla cerimonia rispetto a una bara tradizionale. La Marina statunitense, per esempio, offre la possibilità ai veterani di guerra di farsi seppellire nelle acque dell’oceano. Le bare vengono sigillate e poi perforate per far sì che l’acqua vi entri e aiuti le zavorre nel far inabissare il corpo. La Marina consiglia anche di utilizzare alcune catene per evitare che il coperchio della bara si stacchi quando impatta contro l’acqua. C’è da dire che nelle cerimonie civili la bara viene calata in acqua da pochi metri di altezza, cosa che invece non accade per le cerimonie a bordo delle navi da guerra dove l’altezza del ponte supera anche i quindici metri.
Un servizio funebre completo in mare gestito da White costa di base 9.750 dollari e negli Stati Uniti prima di poter celebrare la cerimonia bisogna inviare una notifica all’EPA, l’ente che si occupa della protezione dell’ambiente. La preoccupazione principale dell’istituzione è che una volta sepolto, il corpo possa nuovamente affiorare. L’ente ha emesso alcune linee guida: il funerale deve svolgersi ad almeno cinque chilometri di distanza dalla costa e in una zona in cui il mare sia profondo almeno duecento metri. L’EPA consiglia anche di aggiungere 3,6 chilogrammi di zavorra per ogni chilo. Questo assicura che il corpo non riaffiori, anche se talvolta capitano degli avvistamenti di cadaveri sepolti in mare e tornati a galla.
La scelta di seppellire in mare il corpo di bin Laden è stata molto dibattuta da studiosi dell’Islam e da alcuni Imam, che si sono detti a favore o contrari a una simile soluzione. Il Corano prescrive che i defunti vengano seppelliti nella terra, a una profondità tale «da impedire all’odore di affiorare e agli animali predatori di accedere al corpo». Se però una persona muore in mare ed è impossibile riportarla a terra prima che si decomponga, la sepoltura in mare diventa possibile. Il Pentagono ha confermato di aver seppellito il cadavere di bin Laden nel Mar Arabico perché nessun paese si era offerto di conservarne i resti e per evitare che si creasse un luogo di pellegrinaggio per far visita alla salma del leader di al Qaida.