Aveva ragione il ministro Gelmini?

Un fact-checking sulla discussione di martedì tra Enrico Letta e il ministro Gelmini

di Jonkind

Martedì sera, durante la puntata di Ballarò, il vicesegretario del PD, Enrico Letta, e il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini hanno molto battibeccato a proposito di un documento programmatico di finanza pubblica presentato da Tremonti a Bruxelles. Letta, in sostanza, accusava il ministro Gelmini di avere avallato nuovi tagli ai fondi destinati all’istruzione. Il video ha circolato molto, e al di là dell’opinione che ciascuno di noi può farsi della preparazione del ministro Gelmini, a dare un’occhiata ai dati tra lei e Letta sembra avesse ragione lei. Lo spiega bene questo post dal blog Jonkind.

Il documento chiamato Programma Nazionale delle Riforme (PNR) presentato dal Governo Italiano a Bruxelles in questi giorni dovrebbe essere, nelle intenzioni, una fotografia di ciascun Paese membro a uso e consumo delle istituzioni europee e degli altri paesi membri, per dare un’idea della situazione economica e sociale nei singoli Stati e coordinare politiche comuni.

L’Europa ce l’ha chiesto, l’Italia ha risposto. In fretta. E male. Il documento sembra tirato via, è un Copia & Incolla di numeri e frasi fatte sulla situazione economica e infrastrutturale italiana. Aria fritta. Cani fatti roteare vorticosamente nell’aia. Non c’è un’idea di futuro seria, non c’è proprio un’idea.

Fidatevi. Io l’ho letto.

Tuttavia, per quanto orrendo, il PNR firmato di suo pugno da Giulio Tremonti, non è in nessun modo una legge di bilancio, non è una finanziaria. Non sposta soldi pubblici, perché non viene approvato dal Parlamento secondo l’iter legislativo necessario ogni volta che si propone un cambiamento dei saldi di finanza. E’ una relazione strategica, un riassunto di buoni propositi per gli anni a venire. È una tesina, è la poesiola di Tremonti a Bruxelles. Poetry, everybody.

Mi ha quindi stupito l’assurda gazzarra di ieri sera a Ballarò, con Enrico Letta del PD che ha incalzato il ministro Gelmini accusandola di voler perpetrare “ulteriori tagli” alla scuola e all’università. E gli indizi si troverebbero proprio nel PNR di Tremonti. Letta ha citato il 3 capitolo dove vengono raggruppate otto aree di intervento per riformare (sic!) l’Italia; in particolar modo il terzo paragrafo riguarda “Innovazione e Capitale Umano” che comprende capitoli quali l’istruzione primaria/secondaria e l’Università ma anche (per dirvi della sciatterìa con cui è stata scritta questa roba) spese “rilevanti per la spesa pubblica in R&S del nostro Paese, i progetti del Ministero della Difesa Fregate FREMM e Medium Armoured Vehicles” e addirittura il più volte millantato “completamento del Piano banda larga” per portare a 2MB l’ADSL dei pastori sardi, con quattro spiccioli scuciti al Ministero dello Sviluppo Economico.

Nei capitoli Scuola e Università, come spiegato nella tabella sottostante (quella sventolata da Enrico Letta in trasmissione) ci sarebbero le cifre dello scandalo dell’assalto/complotto berlusconiano-gelminiano alla scuola per gli anni 2012, 2013 e 2014: *nuovi e imprevisti ulteriori tagli* per 4/ 4,5/ 4,5 miliardi di euro complessivi in 3 anni, che si aggiungerebbero ai tagli già fatti. Allarmi! Allarmi! Ma…come si dovrebbero fare questi tagli?

In realtà se leggiamo bene la tabella (sotto)…

…ci accorgiamo per prima cosa che Letta non sa contare, perché somma tutte le cifre in colonna del capitolo “Innovazione e Capitale Umano”, invece di detrarre le maggiori spese dalle minori spese, per cui la progressione vera di minori spese per l’intero capitolo nel triennio 2012-2014 sarebbe: 2,33/2,28/2,28 (taccio dei 370 milioni non ripartibili).

Ma la cosa più interessante è un’altra: le minori spese (o “tagli”) in tabella sono in realtà previsioni di calo delle uscite pubbliche lorde dovute in forza a una legge già approvata da quasi 3 anni, in particolare la legge n. 133 del 6 agosto 2008 che ha convertito in legge un decreto del 25 giugno 2008; Il decreto n.112 che già prevedeva all’art. 64 comma 6, che a seguito dei tagli per la scuola decisi dal neo costituito governo Berlusconi e dalla matricola Gelmini, dovevano verificarsi i seguenti risparmi lordi per l’amministrazione pubblica:

Fermo restando il disposto di cui all’articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, dall’attuazione dei commi 1, 2, 3, e 4 del presente articolo, devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l’anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l’anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l’anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall’anno 2012.

Questo comma viene citato espressamente nel PNR di Tremonti che però si dimentica di citare (un refuso?) il numero del decreto (112/2008) creando una certa confusione (anche a Letta?):

Dalle riorganizzazioni della scuola e dell’università si attendono risparmi di spesa: dai commi 411 e 412 dell’ art. 2 della legge 244/2007 e dal comma 6 dell’art. 64, dal 2009 al 2011 sono previste dalla relazione tecnica economie di spesa per il personale pari a oltre 1.293 milioni di euro nel 2009, 2.808 milioni nel 2010, 3.730 nel 2011 e 3.188 milioni di euro a decorrere dal 2012.

I risparmi di cui parla il PNR per gli anni 2009-2011 sono quindi la somma del già citato decreto 112 del 25 giugno 2008 del Governo Berlusconi e della precedente legge finanziaria del 2008 (legge 244/07), promulgata dal Presidente della Repubblica il 24 dicembre 2007 e ben conosciuta da Enrico Letta che era Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio in quel Governo, presieduto da Prodi. Legge finanziaria che appunto prevedeva questi “tagli prodiani”:

412. Le economie di spesa di cui all’articolo 1, comma 620, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, da conseguire ai sensi dei commi da 605 a 619 del medesimo articolo, nonché quelle derivanti dagli interventi di cui al comma 411, lettere a), b), c) e d), sono complessivamente determinate come segue: euro 535 milioni per l’anno 2008, euro 897 milioni per l’anno 2009, euro 1.218 milioni per l’anno 2010 ed euro 1.432 milioni a decorrere dall’anno 2011.

Quindi Tremonti fino al 2011 somma tagli prodiani a tagli berlusconiani/gelminiani mentre a partire dal 2012 si tratta solamente degli effetti del decreto 112 del 25 maggio 2008 convertito in legge 133 del 6 agosto 2008.

In ogni caso quanto dice Letta è sbagliato. È sbagliato nella forma (i numeri che dà non tengono conto delle cifre nette ma lorde) ma anche nella sostanza, perché dimostra di non sapere (o finge di non sapere) che i tagli dal 2012 in avanti sono già state previsti e approvati dal Parlamento nell’estate del 2008 e che quindi non stanno covando ulteriori complotti del governo sull’argomento scuola. Certo, stupisce che la Gelmini di fronte a un attacco del genere ci abbia messo cinque minuti per capire cosa stava succedendo, pigolando le promesse fatte da Tremonti, senza nemmeno ricordarsi i numeri contenuti nella sua prima legge come ministro, nel giugno di tre anni fa. L’aveva letta?

Riepilogando, l’altra sera a Ballarò abbiamo avuto: 1) un politico dell’opposizione che ha accusato il ministro dell’istruzione di voler fare nuovi tagli alla scuola tramite un documento (il PNR) che non è un legge di finanza pubblica, dimostrando inoltre di non sapere dell’effettività della legge 133 del 6 agosto 2008 e dei relativi saldi 2) il ministro dell’istruzione che, probabilmente per non aver letto nemmeno lei il PNR, non ha capito di che cifre si stava parlando e non è riuscita a difendersi con puntualità e decoro, prima pigolando che “Tremonti me l’avrebbe detto!”, poi strillando come un’aquila in giro per lo studio 3) un esagitato di simpatie ministeriali che scatta come un cane da guardia abbaiando che “minori spese” non significa “tagli” 4) un conduttore che visto il siparietto decide di troncare la discussione e passare a un collegamento esterno, soddisfatto della figuraccia fatta fare alla Gelmini.

Beh, che dire, nessuno sembra sapere di cosa sta parlando. Nessuno è veramente preparato sull’argomento ma con una sicumera invidiabile.

Un bell’esempio di informazione politica televisiva.

***

Di seguito, per completezza, il testo dell’intero paragrafo Innovazione e Capitale Umano come si legge nel PNR del governo:

“La terza area d’intervento (innovazione e capitale umano) contiene un insieme di interventi volti a promuovere e rafforzare l’innovazione, nonché a migliorare e riqualificare l’istruzione. Un grande aiuto per il raggiungimento degli obiettivi Europa 2020 per ricerca e innovazione e istruzione giungerà dal QSN 2007-2013 che, per tale finalità, programma risorse comunitarie e nazionali per 25 miliardi di euro (oltre il 62 per cento delle risorse destinate alle priorità UE 2020).

Dalle riorganizzazioni della scuola e dell’università si attendono risparmi di spesa: dai commi 411 e 412 dell’ art. 2 della legge 244/2007 e dal comma 6 dell’art. 64, dal 2009 al 2011 sono previste dalla relazione tecnica economie di spesa per il personale pari a oltre 1.293 milioni di euro nel 2009, 2.808 milioni nel 2010, 3.730 nel 2011 e 3.188 milioni di euro a decorrere dal 2012. Per l’università, a parte gli oneri previsti dalla legge delega n. 240/2010 (27,5 milioni di euro per il 2011, 96,5 per il 2012 e 176,5 a decorrere dal 2013), eventuali economie di spesa verranno valutate nell’ambito dei decreti attuativi della riforma. Tra le altre misure operative, si ricordano gli incrementi per il Fondo ordinario per l’Università (FFO) di 800 milioni per il 2011 e di 500 milioni annui dal 2012.

Rilevanti per la spesa pubblica in R&S del nostro Paese, i progetti del Ministero della Difesa Fregate FREMM e Medium Armoured Vehicles, per i quali a bilancio risultano stanziamenti di 1.435 milioni di euro per il periodo 2009-2011 e di 405 milioni di euro per il triennio 2012-2014 (leggi finanziarie per il 2006 e 2008).

Sono, infine, da segnalare le misure di sviluppo dell’ICT e delle telecomunicazioni, tra cui il completamento del ‘Piano banda larga’, per il quale le risorse disponibili a legislazione vigente corrispondono a 370 milioni di euro per il periodo 2011-2015. Per il ‘Piano nazionale per le reti di nuova generazione’ si sono predisposte operazioni di partnenariato pubblico-privato in cui sarà coinvolta la Cassa depositi e prestiti spa ma non ci sarà alcun impatto per i saldi di finanza pubblica.”