Le reazioni della Thyssen alla sentenza

«Dopo la situazione che si è venuta a creare con il verdetto di Torino sarà difficilissimo lavorare da voi»

Marco Imarisio racconta sul Corriere della Sera le reazioni dell’azienda Thyssenkrupp e dei suoi dirigenti alla sentenza di condanna di venerdì per la morte di sette operai nell’incendio del 2007 a Torino.

Scusateci, ma abbiamo l’ordine di accompagnarvi fuori dal tribunale». Gli addetti alla sicurezza si sono avvicinati al presidente Klaus Schmitz e agli altri dirigenti di Thyssenkrupp Italia Spa mentre il giudice stava ancora leggendo la sentenza. Sono usciti di soppiatto, senza farsi notare. «C’era una situazione molto emotiva, non capisco come qualcuno possa negarlo».
Il giorno dopo, visto dall’altra parte. Quella dei «tedeschi», come venivano chiamati dagli operai dello stabilimento di Torino, che da venerdì sera detengono un primato non invidiabile per una società che si è sempre dichiarata all’avanguardia nella sicurezza sul lavoro. Harald Espenhahn, il capo assoluto, il loro amministratore delegato, è diventato il primo dirigente d’azienda europeo a essere condannato per omicidio volontario. Sulla coscienza, i sette operai della linea 5, bruciati vivi la notte del 6 dicembre 2007. Tecnicamente, un assassino. Uno schiaffo all’orgoglio e alla coscienza.

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