Ladri di biciclette di Belpoliti

Il commentatore della Stampa si arrende alla sorveglianza online

Mi hanno rubato la bicicletta. L’avevo lasciata legata a un palo – di rastrelliere a Milano non ce ne sono né nei pressi del metrò né nelle stazioni ferroviarie -, e al ritorno non l’ho trovata più. Un amico mi ha detto che i ladri sanno come sfilare i pali e prendersi la bici. In una delle leggende metropolitane, che si sente a volte raccontare, c’è un camion che attraversa nottetempo la città e fa incetta di veicoli a due ruote. Ho invece la sensazione che si tratti di piccoli furti, e continui. Secondo una statistica, in Italia viene rubata una bicicletta nuova su tre, l’8-10% delle bici in circolazione. Sono 100 milioni di euro l’anno di valore.

Già, ma dove finiscono le nostre bici? Vengono vendute nei mercatini, magari davanti alle mense dell’università o nei pressi dei centri commerciali, oppure nelle vicinanze delle stazioni, come accade ad esempio a Pisa, stando a un sito specializzato in furti di biciclette. Ovvero, l’usato diventa uno dei canali di riciclaggio della bicicletta: ricettazione. Chissà chi ha ora la mia bici? Mi guardo intorno speranzoso, ma la statistica è contro di me: ho una possibilità bassissima di ritrovarla, e se anche qualcuno la trovasse, non potrebbe mai sapere che è proprio la mia. Non ho l’Easy Tag per identificarla. Sul web ci sono molti siti che spiegano come fare per realizzare il sistema d’identificazione della bici, e come proteggerla con la catena o il lucchetto; quello del Comune di Reggio Emilia è perfetto. La Easy Tag comporta una etichetta da applicare, una registrazione del mezzo e un libretto di proprietà; costa 9,90 euro.

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