Sicurezza, criminalità, immigrazione

L'Espresso è andato a vedere cos'aveva promesso il centrodestra su questi temi nel programma elettorale, e cosa è stato effettivamente fatto

L’impopolarità del governo Prodi e i casini nel centrosinistra nel 2008 avevano proporzioni tali che forse è un po’ esagerato scrivere, come fa l’Espresso, che Berlusconi vinse le elezioni “sulla lotta alla criminalità e all’immigrazione clandestina”. È certo però che su questi temi il centrosinistra soffre sempre, più per ragioni di comunicazione di sé, che di efficacia delle proprie idee, ed è interessante il confronto che l’Espresso ha fatto tra le promesse contenute nel programma di governo e quello che il governo ha effettivamente realizzato.

Più sicurezza per tutti? O impunità più sicura per il premier e i suoi amici inseguiti dalla giustizia? Dopo due anni di continui interventi su codici, lodi e processi, il governo sbandiera risultati “storici” nella lotta alla mafia, alla criminalità in generale e all’immigrazione senza permesso. I poliziotti però si sentono presi in giro: “I risultati eccezionali li stanno ottenendo le forze di polizia e la magistratura nonostante troppe scelte irresponsabili di questo governo”, dicono i rappresentanti degli agenti. E i magistrati vedono nero. “Viviamo in una stagione segnata da uno scarto sempre più profondo tra la verità e le parole di una certa politica”, riassume amaramente il procuratore di Torino, Giancarlo Caselli: “La sicurezza dei cittadini è un valore primario che andrebbe difeso con le migliori risorse e intelligenze, invece ora è una paura da sfruttare: si semina insicurezza, si offrono rimedi solo di facciata, della categoria delle grida manzoniane, e intanto si continua a picconare le intercettazioni, veri argini della legalità”.

Ecco un viaggio nella realtà del pianeta sicurezza: i fatti che il governo non racconta agli italiani.

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