Le prime risposte sulla Love Parade

Lo Spiegel fornisce nuovi dettagli sulla dinamica degli incidenti di Duisburg

di Elena Favilli

A pochi giorni dalla tragedia della Love Parade di Duisburg, lo Spiegel aveva cercato di rispondere ad alcune domande per tentare di capire che cosa fosse successo. Ora il settimanale tedesco torna ad affrontare la questione delle responsabilità, in virtù dei nuovi dettagli emersi negli ultimi giorni. La morte di quelle ventuno persone, schiacciate e soffocate nel tunnel d’ingresso, non fu semplicemente un incidente, ma il risultato di una serie di errori giganteschi da parte della polizia e degli organizzatori della manifestazione.

Le risposte stanno iniziando a emergere con sempre maggiore chiarezza. E sta diventando sempre più chiaro che la catastrofe di Duisburg poteva essere facilmente evitata. Cattiva organizzazione, comunicazioni inadeguate, violazione delle più elementari regole di controllo della folla e disperato desiderio di riuscire a ospitare una festa di successo: tutto ha contribuito al disastro.

Le premesse per il disastro
Di tutte le città del bacino della Ruhr, spiega lo Spiegel, Duisburg è di gran lunga la più grigia e la più decrepita: la Love Parade sembrava l’occasione perfetta per rilanciarla sulla scena internazionale. L’anno scorso si sarebbe dovuta tenere a Bochum, un’altra città della zona, ma l’amministrazione locale decise di rinunciare per motivi di sicurezza. «Sopravvivere è più importante che divertirsi», aveva scritto in una lettera pubblica il capo della polizia locale Thomas Wenner.

L’amministrazione di Duisburg invece ha voluto la Love Parade a ogni costo. A poche settimane dalla cancellazione dell’evento a Bochum, il sindaco Adolf Sauerland disse: «La Love Parade da noi non sarà mai cancellata». Anche il capo della polizia Wolfgang Rabe era d’accordo: «La Love Parade non sarà cancellata per nessun motivo». Poco dopo arrivarono anche le pressioni di Hans-Heinrich Grosse-Brockhoff, assessore alla cultura nella regione della Nord Reno-Westfalia: «La Love Parade si deve fare». Anche Hannelore Kraft, governatore della regione, non aveva dubbi: «La Love Parade è un pezzo della cultura giovanile che appartiene legittimamente alla capitale culturale europea del 2010». Essen era stata infatti scelta come capitale europea della cultura per quest’anno, e l’intero bacino della Ruhr aveva iniziato a ospitare eventi e manifestazioni.

Le responsabilità degli organizzatori
Eppure la scelta se tenere o meno la Love Parade a Duisburg non doveva essere difficile, continua lo Spiegel.

Le leggi dicono chiaramente che il numero dei visitatori deve essere calcolato in questo modo: due persone per metro quadrato. Il calcolo è semplice. L’ex scalo merci di Duisburg, dove si teneva la Love Parade, è 110.000 metri quadrati. Quindi il permesso concesso dall’amministrazione a 250.000 visitatori era già in aperta violazione di quanto previsto dalle norme. Secondo i documenti che abbiamo raccolto, poi, gli organizzatori della Love Parade si aspettavano che l’arrivo di almeno 485.000 persone in più: lo dissero apertamente.

«Lo spazio scelto per l’evento è privo di rischi. Le zone potenzialmente pericolose saranno gestite con misure appropriate», avevano scritto gli organizzatori nel rapporto sulla sicurezza presentato all’amministrazione cittadina. La polizia e i vigili del fuoco di Duisburg erano perplessi, ma durante l’incontro del 15 luglio con organizzatori e amministrazione nessuno disse nulla. Solo cinque giorni dopo la polizia fece sapere di essere preoccupata per come gli agenti avrebbero potuto accedere all’area nel caso in cui si fosse riempita completamente.

La legge prevede infatti che le uscite di sicurezza siano larghe almeno 1,2 metri ogni 600 persone. Per 220.000 persone le uscite di sicurezza sarebbero dovute essere larghe almeno 440 metri; per 250.000 persone almeno 500 metri. Quelle di Duisburg invece erano larghe appena 155 metri.

C’è poi una cosa in particolare che sembra essere stata del tutto sottovalutata. La rampa d’accesso che doveva servire sia come entrata che come uscita. La rampa è lunga 130 metri e larga solo 26 metri. C’era una seconda rampa, più piccola, prevista inizialmente come uscita ma non era segnalata in modo adeguato. In più, entrambe le rampe portavano allo stesso tunnel. Gli organizzatori avevano calcolato che a metà pomeriggio migliaia di visitatori sarebbero iniziati a uscire mentre altrettanti sarebbero iniziati a entrare. Per controllare il flusso in ingresso e in uscita, avevano messo un agente alla base della rampa. L’agente aveva accesso alle immagini provenienti da 16 telecamere e poteva controllare la folla costantemente. Accanto a lui c’era un agente della polizia di Duisburg.

Certamente si trattava di un piano molto rischioso, che richiedeva di chiudere periodicamente la rampa all’ingresso per permettere di uscire alle persone che se ne volevano andare. Ma anche in questo modo si sarebbe creato un affollamento eccessivo nel tunnel, rendendo di fatto impossibile l’uscita. Nonostante ciò, il 21 giugno la Love Parade ottenne il permesso. Mancavano solo tre giorni all’evento.

Inizia la Love Parade
Il primo errore è arrivato presto, appena dopo le undici di mattina. Gli organizzatori si erano attardati a completare la preparazione dello spazio e non avevano aperto gli ingressi all’orario previsto. Intanto però decine di migliaia di persone si stavano già muovendo verso lo scalo merci e il ritardo nell’apertura delle porte determinò subito un affollamento eccessivo di persone all’ingresso. Alle due di pomeriggio inizia la Love Parade. Già all’una gli agenti di sicurezza si erano accorti che l’ingresso che dava accesso al tunnel era al 100 per cento delle sue capacità. Mezz’ora dopo l’inizio della Love Parade, la polizia aveva cominciato a notare alcune zone di particolare congestione all’interno dell’area. Alle tre di pomeriggio iniziarono ad allarmarsi.

Anche l’esperto di sicurezza degli organizzatori, che ha parlato con lo Spiegel a patto di restare anonimo, stava iniziando a preoccuparsi. Nonostante all’interno della spianata ci fosse ancora spazio per altre persone, la calca si stava ammassando nella rampa d’ingresso man mano che le persone avevano iniziato a fermarsi per guardare i carri della Love Parade e iniziare a ballare. Normalmente in queste circostanze ci dovrebbero essere delle persone chiamate “pusher” che invitano i visitatori ad andare avanti. Non c’erano. L’esperto di sicurezza si rese conto che l’accesso al tunnel doveva essere chiuso.

Problemi di comunicazione
Per poter chiudere l’accesso al tunnel, l’addetto alla sicurezza avrebbe avuto bisogno dell’aiuto della polizia. Ma lui non era in comunicazione diretta con gli agenti, come ha spiegato allo Spiegel. Aveva solo un agente accanto a sé, ma non aveva nessun potere d’intervento. Né una radio. E la comunicazione via cellulare era impossibile perché c’erano troppe chiamate in corso e le linee erano collassate. Solo alle 15.45 del pomeriggio la polizia riuscì a creare una prima barricata di fronte al tunnel e solo alle 16.01 una seconda barricata fu creata all’ingresso della rampa. La situazione è precipitata quando migliaia di persone dall’altro lato del tunnel hanno iniziato a cercare di uscire, premendo contro quelle che stavano ancora cercando di entrare.

La tragedia
I poliziotti che stavano cercando di bloccare l’ingresso del tunnel non riuscivano più a sostenere la pressione delle migliaia di persone. A quel punto molti hanno cercato di raggiungere l’area della Love Parade arrampicandosi su una piccola scala d’emergenza su un lato del tunnel, che a sua volta nel giro di pochi minuti si è trasformata in una trappola mortale. Nel tunnel intanto la situazione era ormai irrecuperabile. Alcuni dei testimoni raccontano che all’inizio cercavano di sostenersi a vicenda, ma poi la pressione è iniziata a essere troppo forte e le persone hanno cominciato a cadere per terra. Quando finalmente il tunnel viene liberato, a terra rimangono i corpi. Dieci di questi vengono ritrovati a terra in un’area di un solo metro quadrato.