Arrivano i tagli alle tredicesime?

Proposta da un senatore Pdl: potrebbe interessare polizia, magistratura, università e diplomatici

Aggiornamento delle 16:00
Dietrofont, niente tagli per le tredicesime, almeno stando ad alcune fonti interne al governo e alle parole del ministro della Difesa, Ignazio La Russa: «Non vi è nessuna ipotesi che preveda la possibilità di un taglio della tredicesima per il personale del comparto sicurezza». La Russa dice di essersi consultato con il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e di aver sentito Giulio Tremonti che «con ogni probabilità eliminerà anche la semplice possibilità, facoltativa, di optare per questa soluzione, anziché per il taglio degli aumenti a seguito di promozioni».

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Poliziotti, magistrati, professori universitari, prefetti e diplomatici potrebbero ritrovarsi presto con una tredicesima in formato ridotto. L’ipotesi circola da alcune ore nella Commissione bilancio del Senato che sta analizzando la manovra finanziaria da 24,9 miliardi di euro alla ricerca di voci di spesa da tagliare. Stando a quanto riferisce oggi Roberto Petrini su Repubblica, l’idea di intervenire sulle tredicesime per alcune categorie di lavoratori per il settore pubblico è stata proposta dal senatore Antonio Azzolini (Pdl):

Ieri Azzolini ha trovato la soluzione per modificare l’articolo che congela al 2010 lo stipendio di alcune categorie di dipendenti pubblici (intrappolando anche coloro che hanno avuto un “cedolino” più magro per via dell’andamento dei turni o delle assenze per maternità) e che blocca per un triennio anche l’erogazione di arretrati, straordinari e promozioni. Invece di eliminare del tutto il contestato meccanismo, Azzolini ha presentato un emendamento che lo sostituisce con un taglio delle tredicesime di magistrati, forze di polizia, professori universitari, diplomatici e prefetti. Il governo, fino a tarda serata, non si è pronunciato, ma non è escluso che si tratti di un nuovo refuso, come è avvenuto per il condono edilizio e per i 40 anni.

Al momento quella del taglio alle tredicesime sembra dunque essere una proposta, che potrebbe non sopravvivere alle prossime fasi di discussione e confronto sulla manovra. Dalla Commissione non sono emersi molti dettagli in merito e la stessa entità dei tagli che potrebbero essere apportati non è stata rilevata, anche perché potrebbe cambiare a seconda dei diversi ministeri di competenza. Per l’opposizione, anche la sola possibilità di una simile norma appare inconcepibile e in molti promettono un duro contrasto parlamentare se l’emendamento dovesse sopravvivere.

Dalla manovra è intanto sparita la norma sull’innalzamento della soglia di 40 anni di contributi come requisito minimo per ottenere la pensione a prescindere dalla propria età anagrafica, spiega RaiNews 24:

La manovra accelera l’agganciamento dei requisiti di pensionamento all’aumento dell’aspettativa di vita. Una nuova versione dell’emendamento del relatore alla manovra prevede infatti che la riforma (secondo cui l’aggiornamento dei requisiti alla speranza di vita deve esserci ogni tre anni) parta il primo gennaio del 2015. La novità della proposta di modifica è che il secondo adeguamento scatterà già dal primo gennaio 2016, e non tre anni dopo, come previsto originariamente.