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  • Venerdì 21 maggio 2010

I fallimenti dell’intelligence americana

Ieri il direttore Dennis Blair ha rassegnato le dimissioni dopo una telefonata di Obama

Ieri pomeriggio Dennis Blair, dopo una telefonata del presidente Obama, ha rassegnato le proprie dimissioni da direttore capo dell’intelligence americana, un ruolo creato da Bush dopo l’attentato dell’11 settembre nell’intento di rafforzare e coordinare le tante forze di sicurezza statunitensi, spingendole a collaborare e scambiarsi informazioni.

Le sue dimissioni — che possono essere considerate un licenziamento — erano nell’aria, a causa dei tanti problemi d’intelligence venuti a galla durante i 16 mesi dell’amministrazione Obama. Tre casi su tutti:

· la sparatoria di Fort Hood, la base americana in cui un musulmano americano ha ucciso 13 persone ferendone altre 20;

· l’attentato di Natale, in cui un nigeriano affiliato con i talebani yemeniti ha cercato di far esplodere una bomba nascosta nelle mutande su un volo da Amsterdam a Detroit;

· l’attentato di Times Square, in cui un cittadino americano di origine pachistane era andato molto vicino a far esplodere un’autobomba nella piazza principale di New York.

Anche se in due dei tre episodi elencati la strage è stata evitata, l’intelligence americana aveva dimostrato una discreta dose di inefficenza, lasciando troppa libertà ai due uomini già presenti sulle liste dei sospettati. Solo tre giorni fa, il Senato aveva diramato un comunicato in cui si criticava proprio l’operato di Blair e delle varie agenzie di intelligence.

Come scrive il New York Times, i rapporti tra Blair e il governo non sono mai stati semplici: poco dopo l’insediamento il direttore dell’intelligence ha dovuto combattere una guerra contro la CIA, che spingeva per tagliarne parte dei poteri. Ora, le sue dimissioni potrebbero portare a un rafforzamento dell’agenzia di spionaggio.

Si attende adesso il nome del successore di Blair, il primo membro di spicco del governo Obama a cadere. Msnbc riporta che un funzionario del governo avrebbe indicato il Generale James Clapper, attualmente sottosegretario della difesa, come candidato favorito.