• Mondo
  • Sabato 8 maggio 2010

A che punto è la chiazza

Una mappa tiene traccia dell'avanzamento del petrolio verso le coste della Louisiana

Per monitorare l’avanzamento della chiazza di petrolio verso le coste della Louisiana, i volontari di Louisiana Bucket Brigade hanno realizzato una nuova mappa condivisa disponibile online. Sulla cartina sono segnalati i punti critici dell’area dove sono attive numerose piattaforme e raffinerie di petrolio. La mappa potrebbe rivelarsi utile per organizzare i soccorsi, mantenere traccia delle principali criticità e aiutare l’intera comunità locale che basa buona parte della propria economia sulla pesca.

Abbiamo concepito la mappa per aiutare chi sta vicino alle raffinerie a segnalare i casi di inquinamento, e avevamo intenzione di lanciarla tra qualche mese. Quando la perdita di petrolio ha raggiunto enormi proporzioni abbiamo capito che avremmo potuto usare la mappa e usarla subito. Avevamo bisogno di una Oil Spill Crisis Map. Abbiamo assunto questa decisione giovedì alle 6 del pomeriggio. Venerdì alle 5 del pomeriggio la prima mappa era operativa. Abbiamo lavorato per risolvere alcuni problemi nel corso del weekend, e lunedì 3 maggio abbiamo reso la Oil Spill Crisis Map disponibile pubblicamente.

I responsabili di Louisiana Bucket Brigade si sono messi in contatto con le comunità dei pescatori lungo la costa per avere ulteriori informazioni e capire come migliorare la mappa. Ascoltando le testimonianze dei pescatori e di chi vive da sempre nelle vicinanze delle raffinerie, l’associazione è entrata in contatto con un mondo solitamente poco conosciuto. In molti si sono ritrovati a mangiare nelle mense della croce rossa, rivivendo in parte il dramma del dopo Katrina, l’uragano che devastò New Orleans nel 2005.

Attraverso il proprio profilo su Twitter, BP invia continui aggiornamenti sulle operazioni per arginare il più possibile l’avanzamento della chiazza di petrolio verso la costa e la perdita della miscela di idrocarburi presso il sito dell’incidente che ha portato all’affondamento della piattaforma. La cupola di contenimento di cui si parla da giorni è sul posto e dovrebbe essere collocata sul fondale marino nella giornata di oggi. Stando agli ultimi update, molto dipenderà dall’esito dei lavori di preparazione della zona, affidati ad alcuni robot sottomarini guidati in remoto dai tecnici. Una volta calata, la cupola ostruirà una delle perdite e consentirà di arginare la fuoriuscita di petrolio, limitando i danni.



credits: BP p.l.c

Mentre le attività per monitorare e contenere la chiazza di petrolio proseguono, in molti si chiedono come mai il disastro della piattaforma non abbia coinvolto più di tanto l’opinione pubblica, soprattutto negli Stati Uniti dove è avvenuto l’incidente. Justin Miller dell’Atlantic ha affrontato il tema cercando qualche possibile spiegazione:

Non ci sono immagini evocative, specialmente di persone prese dalla disperazione, solo alcune strisce colorate di petrolio sull’acqua. A differenza della perdita della Exxon Valdez, non ci sono ancora immagini scioccanti di animali avvolti dal petrolio. Anche se dovessero giungere delle immagini, probabilmente non ci colpiranno quanto quelle del 1989, anche solo per il fatto che queste ultime sono diventate un’icona nel corso degli ultimi 20 anni.

Inoltre, secondo Miller, la mancanza di ripercussioni tangibili nell’economia avrebbe contribuito a mantenere fredda l’opinione pubblica sull’argomento. I prezzi dei derivati del petrolio non sono aumentati e ciò non dovrebbe succedere nemmeno nei prossimi giorni. Il timore è che la mancanza di una forte pressione da parte dell’opinione pubblica, e in misura diversa dei media, possa tradursi in una minore azione da parte della politica.