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  • Martedì 13 aprile 2010

Via libera della Cina alle sanzioni per l’Iran

Gli Usa hanno rassicurato i timori della Cina sul taglio dell'Iran alle forniture di petrolio

La Cina ha dato la propria disponibilità a sostenere il pacchetto di sanzioni nei confronti dell’Iran che gli Stati Uniti hanno intenzione di proporre al consiglio di sicurezza dell’Onu entro la prosssima estate. La conferma è arrivata durante il summit sull’energia nucleare di Washington, ma da tempo i colloqui tra la Casa Bianca e il governo cinese si trovavano in una fase avanzata.

La decisione potrebbe avere delle conseguenze per la Cina, visto che oltre il 12 per cento del suo fabbisogno di petrolio è importato dall’Iran, ma Obama ha rassicurato il premier Hu Jintao, affermando che qualora il regime di Ahmadinejad dovesse tagliare le forniture di petrolio gli Stati Uniti aiuteranno la Cina a soddisfare il suo fabbisogno. Al termine dell’incontro tra Obama e Hu Jintao la Cina ha diffuso un comunicato stampa che descrive positivamente i rapporti con gli Usa e rinnova la sua disponibilità al sostegno alle sanzioni.

“Alti ufficiali statunitensi”, afferma il New York Times, “giudicano la risposta cinese come il segno più incoraggiante che mostra il supporto di Pechino allo sforzo internazionale per aumentare la pressione sull’Iran prima che il regime riesca a sviluppare armi nucleari”.

In realtà, come aveva raccontato nei giorni scorsi Foreign Policy, quello che più importa alla Cina in questa fase è il riconoscimento dello status di super potenza in questo genere di vertici internazionali. “La Cina vede il summit di Washington come l’opportunità per dipingersi come una potenza mondiale responsabile. Ma la presidenza cinese ha garantito la sua  presenza solo in cambio della rassicurazione da parte degli Stati Uniti che non sarebbe stata messa in imbarazzo per le manipolazioni della propria moneta, come era sembrato possibile qualche settimana fa. Al vertice di Washington – i cui lavori proseguiranno per tutta la giornata di oggi – partecipano le delegazioni di 46 nazioni da tutto il mondo.