D’Alema e la magistratura

Un cable del 3 luglio 2008 firmato dall’ambasciatore americano a Roma, Ronald P. Spogli, racconta il difficile momento politico Silvio Berlusconi, attaccato sul fronte giudiziario durante le sue prime settimane al governo. Spogli racconta le proposte politiche dell’amministrazione Berlusconi e i procedimenti in corso contro il premier. In un capitolo intitolato “La magistratura italiana, per molti un sistema disastrato”, riferisce al dipartimento di stato degli Stati Uniti la situazione del nostro sistema giudiziario, concentrandosi sul fenomeno delle intercettazioni telefoniche che finiscono spesso nelle mani della stampa. L’ambasciatore riporta poi l’opinione di Massimo D’Alema e degli italiani sull’argomento:

Nonostante la magistratura italiana tenda tradizionalmente a sinistra, l’ex premier e ministro degli esteri Massimo D’Alema l’anno scorso ha detto all’ambasciatore che la magistratura è la più grande minaccia per l’Italia. Nonostante quindici anni di discussioni sulla necessità di una riforma del settore, non ci sono stati progressi significativi. La stragrande maggioranza degli italiani considera il sistema giudiziario disastrato, e ha poca fiducia nell’effettivo raggiungimento della giustizia.

In un altro rapporto del primo gennaio 2010 l’ambasciatore racconta della riunione con Berlusconi e Gianni Letta subito dopo l’incidente Tartaglia, in cui il premier era stato colpito da una statuetta del Duomo. Nonostante portasse ancora le bende per l’incidente, l’ambasciatore descrive un Berlusconi ottimista e allegro, voglioso di raccontargli il suo progetto di una scuola per la nuova elite italiana e condividere opinioni e pensieri sui leader e i governi europei. Letta, in privato, ha poi raccontato all’ambasciatore che, immediatamente dopo l’incidente, Berlusconi sarebbe caduto in un breve periodo di depressione: “È un imprenditore, vuole che tutti lo amino”. Berlusconi si sarebbe poi ripreso in fretta.

Aggiornamento: D’Alema ha smentito le parole riferite dal documento.

«Accanto ad osservazioni ovvie su fughe di notizie e intercettazioni, viene riportato un giudizio abnorme sulla magistratura che non ho mai pronunciato, che non corrisponde al mio pensiero e che evidentemente all’epoca è stato frutto di un fraintendimento tra l’ambasciatore Spogli e me», così dice in una nota il presidente del Copasir.