Teacher, leave those kids alone

Cosa succede se dai dei computer, senza alcuna istruzione, a dei ragazzini africani in un posto così separato dalla civiltà che non hanno mai visto una parola stampata ?

Che in quattro minuti lo accendono, in cinque giorni usano 47 applicazioni, in due settimane cantano canzoncine da scuola in inglese, ed in cinque mesi aggirano le protezioni per il blocco delle configurazioni per abilitare la telecamera che era disabilitata.

Given Tablets but No Teachers, Ethiopian Children Teach Themselves | MIT Technology Review.

The experiment is being done in two isolated rural villages with about 20 first-grade-aged children each, about 50 miles from Addis Ababa. One village is called Wonchi, on the rim of a volcanic crater at 11,000 feet; the other is called Wolonchete, in the Great Rift Valley. Children there had never previously seen printed materials, road signs, or even packaging that had words on them, Negroponte said.

Earlier this year, OLPC workers dropped off closed boxes containing the tablets, taped shut, with no instruction. “I thought the kids would play with the boxes. Within four minutes, one kid not only opened the box, found the on-off switch … powered it up. Within five days, they were using 47 apps per child, per day. Within two weeks, they were singing ABC songs in the village, and within five months, they had hacked Android,” Negroponte said. “Some idiot in our organization or in the Media Lab had disabled the camera, and they figured out the camera, and had hacked Android.”

Non possiamo pensare di andare avanti ancora a lungo con le lezioni frontali, lo studio individuale, le interrogazioni ed i compiti scritti…

Anche la scuola è plasmata dalla tecnologia. Quando la tecnologia è la penna ci sta bene il compito scritto. Quando il mezzo di apprendimento è disconnesso (e quindi individuale come il libro), ci stanno bene lezioni frontali e l’interrogazione.

Ma quando la classe sfrutta la tecnologie (e non solo come sostituto della carta o del videoregistratore, ma con le funzioni partecipative e di editing collaborativo e di accesso alla conoscenza) la didattica deve cambiare (BTW, diventa più engaging)

Per questo c’è ImparaDigitale.

Stefano Quintarelli

Imprenditore, manager infobulimico, attento al rapporto internet-società; sempre curioso! http:// blog.quintarelli.it