Alba Dorata Italia, ne facevamo a meno

Ecco, adesso ce l’abbiamo anche noi e non è che sia proprio un bel regalo di Natale. A Roma è stata fondata ufficialmente Alba Dorata Italia. Il 21 dicembre non è una data scelta a caso: il solstizio d’inverno è molto caro ai cosiddetti fascisti pagani, quelli che mischiano un po’ di esoterismo, adorazione delle divinità nordiche, culti solari, nazismo. Nacquero nel solstizio d’inverno anche Ordine Nuovo di Pino Rauti e il Fronte Nazionale di Franco Freda.

Comunque, a parte i riti e gli dei pagani, quelli di Alba Dorata stanno disperatamente tentando di raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni di febbraio. Hanno anche un capolista, Bruno Berardi, il figlio del maresciallo Rosario Berardi, assassinato nel 1978 dalle Brigate Rosse. Candidato governatore della Lombardia è invece uno che, dice la sua biografia, era “convinto comunista”.
Alba Dorata ha un sito: gli slogan sono facilmente immaginabili, anche un po’ sconnessi. Tipo: “Alba Dorata vuole che il futuro luminoso e pieno di speranza a partire dal presente” (testuale e incomprensibile). Oppure: “Alba Dorata in base al suo programma determina una rivoluzione economica e delle persone intese come soggetto animico”. Ci sono gli insulti contro “il compagno Fini”, l’esaltazione degli ultras portatori di “onore e lealtà”. C’è l’antisemitismo, l’odio verso la società multietnica, le promesse di epurazione.

Alba Dorata Italia (il gruppo non è riconosciuto dal partito originale greco) è l’ennesimo gruppo che urla slogan nazisti-fascisti, fa saluti romani, si richiama a Mussolini e valuta positivamente “la politica economica di Hitler”. Ce ne sono tanti, da Forza Nuova a Lealtà Azione fino a Casapound, quella di maggior successo oggi, i cosiddetti fascisti del terzo millennio che però quando gli chiedi a chi fanno riferimento ti rispondono Benito Mussolini. Sono tante sigle e tanti personaggi, sparsi qua e là, alcuni finiti anche a fare i consiglieri regionali o comunali del Pdl. Ora c’è anche Alba Dorata, ne facevamo volentieri a meno.

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.