Ciò che si scrive su un giornale

Premetto subito una cosa: che un direttore di giornale rischi il carcere per ciò che scrive un giornalista sulla sua testata è un’enormità. Ed è un’enormità comunque, secondo me, che si rischi il carcere o ammende sproporzionate per ciò che si scrive. Ma questo è già stato spiegato, e bene, da tanti.

C’è però, in fondo, o all’inizio, di questa storia, anche un altro fatto. La querela del giudice che si sentì diffamato e oltraggiato da un articolo su Libero nacque perché il giornalista in questione aveva scritto che, se mai ci fosse stato un caso in cui era necessaria la pena di morte, era il caso di quel giudice e di quei genitori che avevano obbligato una tredicenne ad abortire. Ciò che era stato scritto era una provocazione, certo. Esasperata.

Il problema è che non era vero niente. Era stato scritto che una 13enne di Torino, rimasta incinta, era stata obbligata ad abortire dai genitori con l’aiuto di un giudice. E che poi, in stato di choc, aveva ingerito pastiglie di ecstasy ed era stata ricoverata in un reparto psichiatrico. Non era vero.

È ovvio che un aborto, soprattutto per una ragazzina di 13 anni, è uno choc terribile. Ma il fatto è che la storia era molto diversa. La 13enne aveva avuto problemi psichici in passato, problemi anche di alcol ed ecstasy. Rimasta incinta aveva deciso di abortire, con il consenso della madre. Voleva però non farlo sapere al padre (i genitori erano separati) e per questo si era rivolta al giudice. Il quale non l’aveva obbligata ad abortire ma l’aveva lasciata libera di scegliere. I medici dell’ospedale Mauriziano di Torino, conoscendo i problemi precedenti della ragazza, l’avevano affidata al centro materno-infantile e poi a al reparto di neuropsichiatria dell’ospedale infantile Regina Margherita.

Una storia terribile e dolorosa, che pone mille problemi e infiniti interrogativi. Ma diversa da come era stata raccontata e per la quale, seppur per provocazione esasperata, era stata invocata la pena di morte. Tutto questo non toglie nulla alla follia del provvedimento preso contro Sallusti. Ma è giusto sapere bene di cosa si sta parlando.

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.