Io li odio i nazisti italiani

Renato Pallavidini ha scritto “Hegel, critico dell’autoritarismo”. E ha scritto “Il busto di Giano. Per una reinterpretazione critica della modernità”. E ha scritto, sulla sua bacheca di Facebook: “Avviso a i luridi bastardi che ci controllano in questa terra di merda e di froci chiamata California. Se mi togliete questa foto vado con la mia pistola alla sinagoga vicinissima a casa mia e stendo un po’ di parassiti ebrei. Vi conviene stuzzicare il can che dorme?” (la foto di cui parla è una “virilissima” stretta di mano tra Hitler e Mussolini). E poi scrive: “Non voglio pagare l’Ici per l’assitenza a negri, zingari nonché handicappati e mongoloidi. Applicate le teorie del dottor Mengele”. E scrive ancora: “Vicino a casa mia a Torino c’è una piazzetta dove stazionano 7/8 negroni che spacciano. C’è qualcuno che mi aiuta nel tiro a segno?”.

Ricorda qualcuno? Il 13 dicembre, per le strade di Firenze, Gianluca Casseri il tiro a segno l’ha fatto davvero sparando su tutti i lavoratori senegalesi che incontrava. Era un “intellettuale” anche lui, fascista convinto, ammorbato da teorie razziali. Palladini, negazionista e razzista, è insegnante, attualmente in malattia, al liceo Massimo D’Azeglio di Torino. È pensabile, e auspicabile, che non torni a insegnare (attendiamo le proteste dell’onorevole parlamentare europeo Mario Borghezio). Così come è auspicabile (sicuramente è già stato fatto) che le autorità si assicurino che Pallavidini non possieda una pistola.

C’entrano qualcosa Casseri e Pallavidini? Casseri ha sparato, Pallavidini no, la teoria xenofoba, razziale, nazista, è la stessa (per essere precisi va anche detto che sembra che Pallavidini nei primi anni novanta aveva la tessera di Rifondazione Comunista in tasca). Sono due a cui è partita la testa. Ma non è tutto qui.

C’è un gruppo su Facebook intitolato a “Gianluca Casseri santo subito”. Chi ci scrive vomita cose tipo: “Anche noi siamo capaci di massacrare cosicché i paesani di gheddafi, di causescu e komeini da ora in avanti diano occhio, molto occhio. Portiamo un fiore al signor Casseri, da oggi non saremo più vili”. C’è uno che augura il buongiorno all’Italia così: “Buongiorno a tutti, fanculo i coccola-negri”. C’è chi fa battute del tipo: “L’unico cimitero italiano sott’acqua? Quello del Canale di Sicilia…heehehe”. Tutto vero, andate a leggere, la pagina di Facebook è sempre lì. Credo che andrebbe chiusa per istigazione all’odio razziale. Anzi, ne sono convinto. Li chiamano “nazisti da tastiera”. Sono nazisti e basta.

Qualche giorno fa un gruppo di ragazzi della provincia di Ancona ha assalito alcune trans e prostitute straniere con una tanica di gasolio e un estintore. Gridavano “W il Duce”. Quello che è accaduto a Torino con l’assalto al campo nomadi l’11 dicembre scorso ce lo ricordiamo tutti.

Sono tutte storie che non c’entrano nulla l’una con l’altra. Qualcuno dirà anche che succede in Italia come altrove. Già, però l’Italia è il paese dove un partito xenofobo come la Lega (non ascoltate quello che dicono in televisione, ascoltateli nelle feste, nei raduni nelle manifestazioni) ha governato a lungo. In Italia esiste il reato di immigrazione clandestina. Mettete tutto insieme e shakerate, viene fuori qualcosa di cui aver paura. È banale dire che nei periodi di crisi dura le pulsioni più violente e profonde, quelle che vengono dal ventre molle, escono allo scoperto. È banale dire che quando si ha paura del futuro ce la si prende sempre con chi sta più male, con chi viene da fuori, con chi è “altro”. Tutto banale, ma vero.

Ci sono cose da fare e da fare velocemente. Perché uno Stato che si rispetti deve proteggere i più deboli. Uno Stato che si rispetti deve dire da subito, senza se e senza ma, che i bambini che nascono sul suo suolo appartengono a quello Stato. Chi nasce in Italia è italiano. Punto e basta. E chissenefrega se questa cosa è impopolare.

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.