Il gioco dell’ergastolo

Sky ha mandato in onda un sondaggio: “Secondo voi, Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono colpevoli o innocenti”? Indovinate un po’, il 72 per cento ha risposto che sono colpevoli. Preso da impulso stupido e irrefrenabile sono andato sul sito di Sky a votare, mi sa però che la mia è una battaglia persa. Chi ha letto quello che ho scritto del processo di Perugia sa che penso che Knox e Sollecito siano innocenti. Ho seguito tutta la vicenda, a partire dal novembre 2007, e la mia convinzione è andata rafforzandosi. Specialmente ora, nel processo d’appello: conta qualcosa che i periti nominati dalla giuria, e cioè super partes, abbiano affossato le prove scientifiche dell’accusa? Per questo vorrei poter chiedere a quel 72 per cento “colpevolista” per quale motivo pensa che Knox e Sollecito siano colpevoli. Le risposte in effetti le ho già trovate nel forum del Corriere della Sera di ieri. In molti dicono che Amanda Knox è una viziata, figlia di papà, americana. Che sia americana non ci sono dubbi. Per chiarire, se a qualcuno mai interessasse: la mamma della Knox è una maestra, suo marito è un programmatore informatico, per pagare gli avvocati hanno ipotecato la casa, l’unica che avevano. Poi, siccome a Seattle in tanti sono convinti dell’innocenza di Amanda, ci sono state raccolte di fondi per aiutare la famiglia. Ma anche se fosse una figlia di papà, ricca e viziata (viziata una che va a studiare all’estero a 18 anni?), questo la renderebbe colpevole? Lo stesso vale per Raffaele Sollecito: la sua è una normalissima famiglia pugliese, sua sorella per questa storia ha perso il lavoro (era carabiniere). Un altro ha scritto: “Dovevano studiare invece che dedicarsi alle orge”. Orge, proprio così. A Perugia, tra gli studenti dell’università per stranieri.

Sul Corriere un tipo ha scritto: “Si vede che si pettinano prima di entrare in aula”. Oh, ecco: chi si pettina deve finire in carcere, tutti gli altri fuori. Ragazzi, rasatevi e fate prima. Ma l’argomento che più trionfa sul Corriere è questo: se Amanda Knox avesse fatto negli Usa ciò che ha fatto in Italia sarebbe già stata giustiziata. Quindi, è colpevole di sicuro. E per lei, pena di morte. Vorrei comunque che chi parla così si ricordasse di Dominique Strauss-Kahn: l’hanno arrestato per stupro poi, quando la procura si è accorta che i dubbi erano grandi e grossi e le prove poche, ha fatto marcia indietro. È successo negli Stati Uniti. Può accadere qualcosa di simile in Italia?

Io rabbrividisco quando sento parlare di complotti giudiziari e golpe della magistratura. Ma so anche che gli errori giudiziari esistono e che sarebbe bene porvi riparo. So che i magistrati possono sbagliare. Difenderò sempre l’istituzione magistratura e difenderò sempre chi considero innocente. Tutto qui. Ma mi sa che prima della riforma della giustizia, in Italia, ci vorrebbe altro: bisognerebbe iniziare a pensare che non sempre chi siede in un tribunale come accusato è colpevole e che gli avvocati difensori possono aver ragione così come possono averla i pm. E poi sarebbe bello che prima di dire che uno è colpevole, anche se lo dice così, chiacchierando o magari partecipando a un sondaggio, si abbia idea di che cosa sia realmente successo. Si conoscano testimonianze e prove, accusa e difesa. Giusto per rispetto verso tutti, verso le vittime di un crimine, per le quali ci vuole giustizia, e non una giustizia un po’ a casaccio. Ma anche rispetto umano per chi di quel crimine è accusato, che si gioca la vita perché di mezzo c’è una richiesta d’ergastolo. E che magari è innocente. Ma mi sa che è una battaglia persa.

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.