Non solo i centri sociali

Tra dichiarazioni del premier e interventi sul Post è un continuo ricordare il fatto che i centri sociali esercitino un certo peso alle prossime elezioni amministrative. E cioè che i loro militanti votino in massa per i candidati di sinistra. Secondo queste tesi chi non prende le distanze è perché vuole i loro voti. Trovo improbabile che i militanti dei centri sociali possano votare chicchessia, men che meno De Magistris a Napoli, per esempio. E trovo anche ovvio che ciò che è successo a Napoli nei giorni scorsi debba mettere tutti in guardia. Perché un candidato sindaco è stato aggredito da militanti dei centri sociali, perché il clima è teso e violento. E anche perché tra chi aveva aggredito militanti di sinistra c’era anche un candidato di una lista del centrodestra (candidato tra l’altro che il 20 aprile aveva celebrato l’anniversario della nascita di Adolf Hitler sul suo profilo di Facebook).

Però prendiamo Milano, per esempio. Fino a pochi giorni prima della presentazione delle liste sembrava che dovesse nascere un’ennesima lista della destra radicale (ma proprio molto radicale) che, con tanto di candidato sindaco, avrebbe fatto capo all’associazione Patria e Libertà. Grazie all’intervento dei vertici del Pdl  (e pare dello stesso candidato sindaco Letizia Moratti), Patria e Libertà non ha presentato la sua lista ma ha deciso di dare il suo appoggio pieno al Pdl e alla Moratti. Se fate un giro sul sito dell’organizzazione vedrete che da un lato c’è in bella evidenza il simbolo del Pdl mentre dall’altro si apre una finestra con l’inno di “Patria Y Libertad”. Patria Y Libertad era un’organizzazione paramilitare cilena che si diede un gran da fare nei giorni del colpo di stato affiancando i militari. Dopo l’11 settembre 1973, l’organizzazione si sciolse e i suoi militanti entrarono nella Dina, la polizia segreta dei militari. C’è anche un bel video con tanto di Palazzo presidenziale di Santiago del Cile in fiamme e  scene di repressione con carri armati che sparano e militari che arrestano.

Così, giusto per non parlare solo dei centri sociali.

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.