Telecronisti e ultras, non solo serbi

In una serata frenetica e in alcune fasi drammatica come quella allo stadio Marassi di Genova, la telecronaca dei giornalisti Rai ha raggiunto vette esilaranti. Quando i giocatori serbi sono andati sotto la curva a mostrare il simbolo delle tre dita, solo dei pazzi potevano dire in diretta: «Stanno avvertendo i propri tifosi che così la quadra perderà 3-0». Per favore, mi rivolgo ai vertici Rai, prendete quei telecronisti e mandateli a studiare. Non è che debbano sapere la storia dei Balcani a memoria però noi contro la Serbia abbiamo combattuto una guerra («Una guerra?», devono aver pensato i giornalisti Rai, «ma quale, la 15-18?). Era la fine degli anni novanta, non troppo tempo fa. E chiunque guardasse i telegiornali allora, si ricorderà dei carristi serbi che in Kosovo mostravano orgogliosi le tre dita e cioè Dio, Patria e Zar oppure Serbia, Montenegro e Bosnia. Però per i teleconisti si parlava di tre a zero a tavolino. Devono anche essersi chiesti: «Ma come mai sventolano una bandiera albanese?», sempre che l’abbiano riconosciuta. «E perché ora la bruciano?». Vabbe’, lasciamo perdere.

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Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.