Openricostruzione, una bella storia italiana


Ce l’abbiamo fatta. Il debutto di Openricostruzione salda una promessa che avevamo dichiarato pubblicamente, corona un impegno collettivo che è durato mesi e ci fa guardare con un po’ più di fiducia al nostro futuro di cittadini italiani. Openricostruzione infatti non è solo un sito: è uno strumento concreto per contribuire ad una ricostruzione trasparente e intelligente dei comuni colpiti dal terremoto del 2012; ed è un modello di come si potrebbero fare le cose in questo paese.
Quando la scorsa primavera una serie di scosse violente colpirono l’Emilia, davanti alla straordinaria risposta degli amministratori, dei cittadini e dei volontari, rimanemmo colpiti anche dall’utilizzo per la prima volta massiccio, sebbene disorganico, dei social media e di nuovi siti per dare informazioni e raccogliere fondi. Una grande prova di resilienza, per usare una parola che sta giustamente entrando nel nostro vocabolario. Fu allora che come Wikitalia lanciammo “Protezione Civica”, un progetto aperto per costruire strumenti web e app che favorissero una ricostruzione partecipata e trasparente. Lanciammo subito un social network per favorire il dialogo; e poi un’applicazione che consente di segnalare offerte e richieste di aiuti geolocalizzandole. Per tutta l’estate abbiamo quindi utilizzato la piattaforma blog di Chefuturo! per continuare a pubblicare storie, piccole grandi storie di volontari, cittadini e amministratori, perché anche attraverso il racconto si costruisce la partecipazione (in questo ci hanno aiutato i fotografi di Shoot4Change che hanno documentato con immagini bellissime quello che accadeva mentre tv e giornali ormai se ne erano andati).
Ma il progetto fondamentale era quello che parte oggi. Openricostruzione, una piattaforma per tenere traccia delle donazioni e dei finanziamenti e monitorare l’andamento dei progetti. Uno strumento anzitutto di trasparenza e quindi anche di partecipazione. Perché senza trasparenza la partecipazione è impossibile.
Tutto ciò è stato possibile perché tanti attori assieme lo hanno fortemente voluto e hanno collaborato per arrivare al risultato finale. Penso agli amministratori pubblici di Anci e Ancitel e della regione Emilia Romagna il cui impegno smentisce tanti luoghi comuni su chi lavora nella pubblica amministrazione; penso ai volontari di Action Aid che andranno sul campo a verificare quel che accadrà; agli sviluppatori di openpolis, veri autori della piattaforma; e al sostegno indispensabile di un importante soggetto privato come Cisco Italia.
Se fosse mancato il contributo concreto anche di uno solo di questi attori non ce l’avremmo fatta. Raccogliere quella montagna di dati eterogenei, verificarli, ripulirli, dare loro un senso, è un lavoro immane che si fa solo per un motivo. Perché si ha dentro una grande passione per questo paese e perché si è convinti che anche questa sia la strada per renderlo migliore.
Ora Openricostruzione è di tutti, ma soprattutto dei cittadini che possono spargere la voce; commentare ogni singolo progetto; proporre, correggere, protestare; e soprattutto aiutarci a inserire i dati sicuramente mancanti. Il progetto, come la ricostruzione, è ancora all’inizio. Se saremo capaci di mantenere l’impegno mostrato finora, può diventare una bellissima storia a lieto fine. Intanto io oggi dico grazie dal profondo del cuore a tutti quelli che non hanno smesso di crederci e di lavorarci.

Riccardo Luna

Giornalista, sono stato il primo direttore dell'edizione italiana di Wired e il promotore della candidatura di Internet al Nobel per la Pace. Su Twitter sono @riccardowired Per segnalare storie di innovatori scrivetemi qui riccardoluna@ymail.com. La raccolta dei miei articoli per Wired è un social-ebook scaricabile da www.addeditore.it.