La metamorfosi della corruzione

Febbraio 1992: con l’arresto di Mario Chiesa si apre Tangentopoli.
Febbraio 2010: con l’arresto di Angelo Balducci, si scopre la “Cricca”.

Seguono poi una serie di altri scandali e di altri arresti. L’on. Nicola Di Girolamo (PdL) per l’inchiesta Fastweb. Luigi Bisignani per l’inchiesta P4. Franco Pronzato (PD) per l’inchiesta Enac. E da ultimo la misura cautelare per l’on. Marco Milanese (PdL).

Morale. Da Tangentopoli a oggi, nulla è cambiato. Sono passati 18 anni eppure gli scandali politici, le inchieste, gli arresti eccellenti non sono finiti.

No. Da Tangentopoli ad oggi il sistema è cambiato, è drammaticamente peggiorato. Il fenomeno corruttivo è mutato. Si assiste ad una metamorfosi della corruzione che è conseguenza dell’assenza della politica. Che è conseguenza della perdita del primato dei partiti e dei loro valori.

È noto infatti come ai tempi di Tangentopoli l’atto corruttivo fosse per lo più finalizzato ad un illecito finanziamento del partito. Ad esempio si andava da Craxi o da Forlani per chiedere un appalto e in cambio si doveva versare una cifra al partito. Oggi è assai diverso. Oggi l’atto corruttivo è finalizzato all’arricchimento del singolo e non del partito. Oggi la corruzione è uno strumento per accumulare ricchezze in favore di un numero imprecisato di “cani sciolti” e non per sostenere, se pur in modo illecito, le spese della politica e di un partito.

Una metamorfosi della corruzione assai pericolosa che è, per assurdo, conseguenza di ciò che è stata e di ciò che ha prodotto Tangentopoli. Ovvero la cancellazione dei partiti. Partiti che oggi non ci sono più. Il partito, quale complessa e articolata organizzazione che si sviluppava gerarchicamente, occupava molte persone e promuoveva (anche attraverso giornali propri) prospettive politiche per il Paese, è stato sostituito da forme simboliche fatte di sigle colorate, che mutano velocemente. Partiti che sono stati soppiantati, sostituiti, da singole persone. Singole persone che ambiscono ai propri interessi. Interessi che si manifestano attraverso corruzioni finalizzate all’arricchimento dei singoli.

Insomma fino a 18 anni fa avevamo tanti partiti, forse troppi. Oggi abbiamo tanti singoli politicanti. Tanti, troppi “cani sciolti” che ambiscono non al bene comune, ma al proprio tornaconto.

Ed ancora.

Questa metamorfosi della corruzione, questa nuova Tangentopoli, ci consegna un’altra realtà. Il malaffare. Malaffare, assai diffuso, che non implica necessariamente la commissione di reati. Malaffare che significa: comportamento moralmente sbagliato e quindi inaccettabile. Illuminante al tal proposito è ciò che ha affermato Giuseppe Cascini, segretario dell’Anm, a proposito della condotta tenuta dall’on Papa, coinvolto nell’indagine P4 e già magistrato. Ha detto Cascini: ”Ci sono condotte e comportamenti dell’on. Papa che possono essere oggetto di un giudizio severo e critico, indipendentemente dalla valutazione della vicenda giudiziaria”. Ed il punto è proprio questo. Al di là della commissione di reati, al di là della corruzione, il malaffare di oggi è comportamento immorale. E’ immorale che un Ministro (Tremonti) o un magistrato (Papa) si faccia pagare da un privato la casa dove abita. Non è reato, ma è malaffare. Si tratta di condotte che sono inaccettabili moralmente, visto il ruolo che si ricopre. Ruolo che implica il dovere morale, non solo di essere imparziale, ma anche di apparire tali.

Ecco il malaffare che non è reato, ma che tanto contribuisce al degrado del Paese. Malaffare che è il segno più evidente dell’assenza della politica. Infatti senza politica, senza partiti, prevale il singolo e il suo malaffare. Prevale l’interesse personale a discapito dell’interesse comune e del bene comune. I valori politici sono stati sostituiti, soppiantati, da una corsa sfrenata all’arricchimento personale. L’indagine P4 e le intercettazioni pubblicate svelano, più che reati, una persa moralità. Un modo di fare, un malaffare politico, dove l’interesse comune è totalmente assente.

Ed è questo malaffare il lato più insidioso della tangentopoli di oggi. Si possono fare riforme che aumentino le pene per chi si fa corrompere o per chi corrompe. Ma non esiste una riforma o una legge che possa far ritrovare una persa moralità. Questa è l’insidia di un Paese smarrito.

Riccardo Arena

Riccardo Arena cura la rubrica Radiocarcere in onda il martedì e il giovedì alle 21 su Radio Radicale.