Libri sperimentali e non solo: Saluti da Pineta Mare

Appuntamento al MIA, oggi la fiera dedicata alla fotografia apre i battenti negli spazi di Via Tortona a Milano. Pochi giorni, fino a domenica 12 maggio, per vedere, ascoltare e capire in che direzione va la fotografia.

L’anno scorso da questa finestra avevo parlato di collezionismo e di mercato con l’inventore di MIA, Fabio Castelli. Quest’anno invece parlo di libri, perché MIA offre uno spazio importante per riflettere sull’editoria fotografica e nelle sue possibilità: la fiera di Milano diventa tappa per vedere in mostra i 50 dummy (cioè progetti di libri non ancora stampati) dell’International Photobook Dummy Award. Fa piacere che a Milano ci siano queste occasioni e fa ancora più piacere pensare che poi la mostra dei dummy arriverà a Le Bal di Parigi e poi a Kassel all’interno del sesto International Photobook Festival.
Ci basta poco per sentirci internazionali.

E a proposito di libri vi presento un autore che sarà al MIA domenica 12 maggio alle 17.00 per presentare il suo libro e firmare le copie. Quelle per chi arriva presto.
Saluti da Pineta Mare questo il titolo. L’ha realizzato un fotografo di nome Salvatore Santoro. Ancora fresco di stampa, non lo troverete in libreria, però è reperibile online. Come tutti i casi di editoria fotografica interessante, lo dovrete andare a cercare, facendo in fretta, prima che esaurisca e che non vi ritroviate a bramare una copia possibile solo per le tasche dei collezionisti. A me è successo con The Afronauts di Cristina De Middel e ancora non mi va giù.

Per quattro anni Salvatore Santoro anni ha documentato i luoghi della sua infanzia: 54 chilometri di costa domiziana in cui ha collezionato affetti e ricordi e di cui ha voluto ricostruire con la fotografia una memoria tra passato e presente.
Fin qui niente di nuovo. Infatti per spiegarvi questo oggetto libro ve lo mostro in questa veste digitale che non gli rende il giusto onore.

Quello che vorrei dare parlando di questo libro è il valore dell’oggetto e la sua capacità di comunicare nella sua forma completa, esattamente per mezzo di essa. Lo hanno capito Chiara Capodici e Fiorenza Pinna di 3/3, che da tempo lavorano su progetti di self publishing e che qui compaiono in veste di produttrici. Sanno che veicolare e promuovere un’opera vuol dire mettersi in relazione creativa con l’artista e dunque, partendo non dall’utilizzo della fotografia, ma dall’idea/progetto di creare una nuova opera completa, capace di parlare più lingue: fotografia certo, ma anche grafica e testo.

È tanto semplice quanto sembra impossibile nel processo dell’industria editoriale italiana. Magia del self publishing? E allora perché non si possono trasferire tutti i libri di fotografia nel fantastico mondo del self publishing ? Anticipo la risposta: il self publishing non è per tutti. Accoglie ed esalta il progetto libro, non tanto perché non trova spazio nella produzione delle case editrici, ma in quanto nasce già per essere proposta originale: mescolando linguaggi, processi artigianali di rilegatura e sperimentazione di carte meno convenzionali che fanno dell’insieme il suo essere contenuto. Non sempre omogeneo, sia chiaro. Non tutto il selfpublishing è bello e prezioso anche se vi invito a scoprire un esempio felice SPBH – Self Publish Be Happy – di cui presto o tardi tornerò a parlarvi.

Ma senza abbandonare Pineta Mare ecco l’incipit dell’autore, poetico quanto il libro che si guarda, si tocca e non si può non apprezzare.

«Questo progetto riguarda la mia casa, i luoghi della mia infanzia, riguarda quello che è successo in questi posti. Ho cercato di esplorare i cambiamenti negli ambienti dei miei ricordi d’infanzia facendoli scontrare con la realtà. La realtà della direzione presa dall’uomo che non va affatto in un futuro migliore che lascia ai figli più di quanto ha ricevuto dai padri»

Per chi si avventura al MIA: non fermatevi solo negli stand delle gallerie. Guardate i libri e se potete acquistateli. Una nuova fotografia sta nascendo tra le pagine dei volumi, ricca di sperimentazioni e di curiose storie da guardare, leggere e toccare.

Renata Ferri

Giornalista, photoeditor di "Io Donna" il femminile del "Corriere della Sera" e di "AMICA", il mensile di Rcs Mediagroup. Insegna, scrive, cura progetti editoriali ed espositivi di singoli autori e collettivi.