Questioni di gender due

Solitary Fruit è il nuovo lavoro dell’artista olandese Risk Hazekamp, vincitore del secondo premio nella categoria Open nella competizione del Pride Award 2012 e presentato in aprile nella Galerie Funke di Berlino. Le immagini di questo lavoro sono fotografie analogiche in rigoroso bianco e nero, realizzate in Louisiana, Mississippi e Alabama: il profondo sud degli Stati Uniti.

Un viaggio fotografico realizzato nel 2010 che trae la sua ispirazione dal viaggio analogo fatto nel 1959 dallo scrittore John Howard Griffin. Griffin, nel suo libro del 1960 Black like me, narra la sua esperienza di viaggiatore “bianco” nei panni di un uomo di colore (reso possibile con l’aiuto di medicinali, raggi UV e trucco). Hazekamp ripercorre questa idea sovversiva affrontando il tema del genere (gender) e compie il suo viaggio non nelle vesti di una donna, ma di un uomo.

Dal prologo di Black like me:

«questa è la storia del perseguitato, del defraudato, del temuto e del detestato. Avrei potuto essere un ebreo in Germania, un messicano in tanti stati americani, o un membro di un qualunque gruppo di minoranze. Solo i dettagli sarebbero cambiati; la storia sarebbe stata la stessa»

Solitary Fruit è il titolo del lavoro e dunque della mostra che ricorda la canzone di Billie Holiday del 1939. Allo stesso tempo Fruit è un termine offensivo dello slang americano che indica gli uomini omosessuali. Oltre a questo, il titolo ricorda anche la versione di Johnny Cash della canzone Solitary Man e sottolinea il viaggio solitario di Hazekamp nel Profondo Sud, così lontano da qualunque subcultura relativa al fenomeno trans-gender.

La fotografia gioca con il tempo e talvolta con lo spazio. Lo sappiamo. In questo gioco ciò che appare non è ciò che è. Le atmosfere riportano agli anni ’50: la fotografa attinge alle icone del cinema, alla musica, ai paesaggi della cultura americana. Se non leggessimo la storia di questo progetto potremmo farci trasportare nel tempo, sulle orme di James Dean inseguendo l’androgino nelle periferie metropolitane assolate di un sud inconfondibilmente americano.

Renata Ferri

Giornalista, photoeditor di "Io Donna" il femminile del "Corriere della Sera" e di "AMICA", il mensile di Rcs Mediagroup. Insegna, scrive, cura progetti editoriali ed espositivi di singoli autori e collettivi.