L’uomo qualunque

Io, le elezioni, in questi ultimi vent’anni, non è che ho partecipato tantissimo, in nessuno dei posti dove ho abitato, perché non ho mai trovato, ormai da vent’anni, un candidato che rispondesse al minimo requisito che serve per avere il mio voto, che è non presentarsi alle elezioni. Uno che non si presenta, lo potrei forse anche votare, se uno ha la faccia tosta di presentarsi non ci penso minimamente, a votarlo, mi son detto vent’anni fa però adesso, ultimamente, a diventar vecchi, ho cinquantatré anni, ogni tanto mi vien da pensare che qualche volta a votare va a finir che ci vado e allora quando Christian Raimo mi ha chiesto di parlare per Internazionale delle imminenti elezioni comunali di Bologna, io ho pensato che era un’occasione per verificare la durata delle mie convinzioni (che la durata, come dicevano Henry Bergson e Marco Pannella, è la sostanza delle cose) senza rischi (abito attaccato a Bologna in un quartiere che si chiama Croce di Casalecchio e che è sotto il comune di Casalecchio di Reno quindi non voto a Bologna, voto a Casalecchio anzi, non voto a Casalecchio, o, meglio, non ci ho mai votato in futuro vedremo) così ho provato a guardare chi erano i candidati sindaco il primo si chiama Sergio Celloni è il candidato sindaco per G. O. L. (Giustizia Onore e Libertà), che è una lista civica e quando gli han fatto un’intervista che gli hanno chiesto come mai una lista civica, lui ha risposto che i politici, ormai, non rendono più servizio ai cittadini, che lui è contro qualsiasi forma di politica inadeguata che calpesta i diritti del cittadino, che la politica non deve essere più ingabbiata da una sorta di verticistica e oligarchica appartenenza, che limita la partecipazione e crea solo professionisti della politica e protagonismi, che sarebbero dei discorsi anche interessanti se non fosse che lui, Sergio Celloni, nel 2014 è stato candidato per Forza Italia al comune di Modena è stato il primo dei non eletti, poverino.

Il secondo candidato che ho trovato è Mirko De Carli, trentaduenne romagnolo «da tempo attivo su Bologna per lavoro, amicizie ed impegno sociale». È Coordinatore nazionale dei circoli La Croce Quotidiano di Mario Adinolfi, promotore del Family Day di Piazza San Giovanni e del Circo Massimo, e in un’intervista ha detto che «Bologna o la si ama o non la si ama» che mi sembra una dichiarazione molto interessante, e poi ha aggiunto che lui la ama «perché Bologna ha dato al mondo delle bellezze uniche come il Santuario della Madonna di San Luca e l’Alma Mater Studiorum» che secondo lui sono «simboli di una storia che trasuda di cristianesimo». Il terzo candidato è il candidato dei Verdi e si chiama Matteo Badiali e se si cerca una sua testimonianza su YouTube una delle prime cose che si trova è un suo intervento all’Assemblea Nazionale dei Verdi di Chianciano del 2013 che c’è un audio che si capisce un po’ male ma si intuisce che Badiali, la prima cosa che dice, dice che «Bisogna dotarsi di una struttura organizzativa e comunicativa più efficace», e poi dice che bisogna, «può sembrare una parola un forte», dice, «però bisogna bucare lo schermo», che più che una parola son tre parole e più che un po’ forti a me son sembrate un po’ andate, che «bucare lo schermo» è un modo di dire che non lo sentivo dire da una quindicina d’anni e alla fine però mi vien da pensare che aveva ragione, Badiali, che i Verdi, e anche lui, come rappresentante dei Verdi, si doveva dotare di una struttura comunicativa più efficace, e forse ha fatto apposta, a dirlo un po’ male, in un modo poco efficace, che se l’avesse detto in un modo efficace si sarebbe contraddetto invece è stato coerente.

(La guida alle elezioni di Bologna del Post)

Il quarto candidato si chiama Ermanno Lorenzoni, è un pensionato di Trenitalia del Partito Comunista dei Lavoratori che di lui io non so niente, ho trovato solo una sua intervista dove più che altro critica il sindaco e critica ancora di più Federico Martelloni, che è il quinto candidato rappresentante di Federazione Civica, che è una lista appoggiata sia da Sel che da Possibile (il movimento di Civati), che in un intervento in rete dei primi di maggio, Martelloni, lui dice che lui aveva cominciato un po’ così, questa avventura, alla leggera, ma che adesso gli era proprio venuta voglia di fare il sindaco e che lui voleva fare «una campagna veramente rock, veramente fuori dalle righe, veramente piena di innovazioni, di idee», in modo da diventare un caso nazionale. «E se noi diventiamo un caso nazionale, – aveva detto, – qualsiasi cosa facciamo si moltiplica per tre». «Noi, – aveva poi aggiunto, – dobbiamo fare una roba enorme, io vorrei partire dal 4 per cento, dal più ridicolo dei sondaggi, e guadagnare tre punti a settimana e andare al ballottaggio alle elezioni di giugno» aveva detto Martelloni tre settimane fa e oggi, 24 maggio, tre settimane dopo, se quella cosa lì fosse successa loro sarebbero al 13 per cento invece l’ultimo sondaggio che è uscito li dà al 4,7 per cento e distanti 13 punti da Lucia Borgonzoni che secondo quel sondaggio lì sarebbe quella che andrebbe al ballottaggio con il sindaco uscente. Ecco, di Lucia Borgonzoni, della Lega Nord, candidata del centro destra, si è parlato in queste settimane perché è saltata fuori una foto che la ritraeva in una casa occupata durante una festa dei centri sociali e lei ha riconosciuto di essere stata per anni barista del Link, «storico locale underground bolognese», ma ha detto che anche allora «lo sapevano tutti che ero leghista», e che comunque allora i centri sociali erano diversi e che oggi, se lei diventasse sindaco, «i centri sociali li chiuderei». Oppure «Magari scopro che si fanno anche delle cose culturali dentro e allora non li chiudo. Ma ci credo poco», ha detto.

Poi un altro candidato è Massimo Bugani, del MoVimento 5 stelle, che io non so se li voterei perché governano a Parma e a Parma, io sono di Parma, e a Parma, i miei conoscenti parmigiani non son mica tanto contenti, di come governano lì, i 5 stelle, e poi c’è Manes Bernardini, che è un candidato di una lista civica che si chiama Insieme Bologna e che cinque anni fa è andato al ballottaggio, per la Lega Nord, contro il sindaco Virginio Merola ed è uscito poi dalla Lega e da qualche parte, in rete, si legge che Salvini lui non lo voterebbe «neanche come amministratore di condominio», ma a sentire una sua intervista lui, Bernardini, dice che Salvini, non è che ha litigato, con Salvini, solo che Salvini si preoccupa troppo poco di Bologna mentre invece a lui gli interessa Bologna, non parla male di Salvini, Bernardini, e parla anche abbastanza bene del sindaco che si ricandida dice che gli è anche simpatico, il sindaco Virginio Merola, e devo dire che è simpatico anche a me, per via che una delle prime cose che gli ho sentito dire, la scorsa campagna elettorale, cinque anni fa, quando gli han chiesto cosa pensava del Bologna calcio, lui ha risposto che sperava che il Bologna calcio tornasse in serie A che era una risposta stranissima per via del fatto che il Bologna calcio era già, in serie A. E comunque, alla fine, questo pezzo ormai è quasi finito bisogna trovare una fine come fine io devo dire che, se abitassi a Bologna, credo che anche questa volta non voterei che a documentarmi sui candidati sindaco mi è tornata in mente quella cosa che diceva lo scrittore americano Kurt Vonnegut, che nel suo libro Un uomo senza patria scrive (nella traduzione di Martina Testa): «C’è un tragico difetto nella nostra preziosa Costituzione, e non so come vi si possa rimediare. È questo: solo gli scoppiati vogliono candidarsi alla presidenza. Ed era così già alle superiori. Solo gli alunni più palesemente disturbati si proponevano per fare i rappresentanti di classe».

(Pubblicato su Libero)

Paolo Nori

Mi chiamo Paolo Nori, sono nato a Parma, nel 1963, abito a Casalecchio di Reno e scrivo dei libri; l'ultimo si intitola "I russi sono matti" (Utet 2019). Il mio blog è: paolonori.it.