A.I. stasera in tv (non quell’A.I.)

A.I. con l’Intelligenza Artificiale non c’entra niente.
A.I. è tutto talento & istinto, figurarsi.
A.I. è Allen Iverson – con buona pace di Spielberg.
Il film usciva nel 2001, quel 2001 in cui Iverson veniva votato miglior giocatore di tutta la NBA e MVP dell’All-Star Game , prima di trascinare i suoi Philadelphia 76ers (una banda di sfigati o poco più) alle Finali, contro i Lakers di Kobe Bryant e Shaquille O’Neal.
L’anno più bello della sua carriera NBA, pochi dubbi.
Una carriera che però sarebbe potuta non iniziare mai, se non fosse per il signor Doug Wilder.
Mr. Wilder è stato il primo afroamericano a essere eletto Governatore di uno stato USA (la Virginia). E meno male. Perché fu lui, nel 1993, a mettere la firma sul documento che concesse la clemenza ad Allen Iverson, tirandolo fuori dal carcere e rimettendolo così di fatto su un parquet.
Quattro mesi in gabbia se li era fatti comunque (ancora minorenne, eppure giudicato come se fosse maggiorenne, da una giuria razzista) ma avrebbero dovuto essere cinque anni.
Oggi che di anni da quei fatti ne sono passati 17 – 14 dei quali Iverson li ha trascorsi sui campi della NBA – di A.I. si parla ancora.
Perché la carriera che Wilder gli ha “resuscitato” sembra essere arrivata al termine.
Iverson è senza squadra. Non lo vuole più nessuno.
Inutile che da Twitter faccia sapere di essere pronto a tornare nel giro, dopo un anno turbolento.
Anzi, sono proprio queste “suppliche” in 140 caratteri a dirci che il vero Allen Iverson non c’è più.
Una volta non avrebbe chiesto, tanto meno supplicato.
Una volta sarebbe tornato in campo, punto e basta, sfidando tutti e tutto, con l’arroganza che solo i più grandi possono permettersi.
È probabile invece che Iverson in campo non lo vedremo mai più (o magari in Europa, tenete gli occhi aperti).
Allora forse vale la pena accendere la TV stasera, che tanto il palinsesto estivo fa schifo e si sa.
ESPN America (è sul 214 del decoder SKY) manda in onda alle 21 – e poi in replica nei prossimi giorni – “No Crossover: The Trial of Allen Iverson”.
Guardatelo, se vi capita.
Se non conoscevate A.I. prima, ne rimarrete colpiti.
Se invece lo odiavate, scommetto che potreste cambiare idea.

Mauro Bevacqua

Nato a Milano, nel 1973, fa il giornalista, dirige il mensile Rivista Ufficiale NBA e guarda con interesse al mondo (sportivo, americano, ma non solo).