Le persone dentro la cornice

Questo foto di Hillary Clinton da quando è stata diffusa domenica ha fatto ormai dieci volte il giro di Internet. Si tratta di un’immagine solo apparentemente sorprendente che riassume uno dei segni distintivi dei nostri tempi: le persone entrano nella cornice.

Lo fanno ormai con violenza, in ogni occasione possibile, spesso incuranti del ridicolo racchiuso in un simile gesto. Nessuna convenzione sociale sembra del resto in grado di fermarli.

Desiderano lasciar traccia, in massa, non nel luogo fisico in cui le cose accadono ma in un altro universo per loro altrettanto importante. Attraverso la camera frontale dei loro cellulari aggiungono un tassello alla propria scia digitale di esistenza in vita.

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Il canone conservatore in casi del genere è facilissimo da declinare e potrà includere accenni che vanno dall’inconsistenza di simili tracce (un selfie mosso con Hillary Clinton sullo sfondo?) a un vero e proprio giudizio morale sui “cretini” che danno le spalle al candidato alla Presidenza pur di riprendere sé stessi. Ne leggerete con ogni probabilità già domani sulla stampa o su Twitter.

La logica dei tempi attuali dice invece altro. Che la navigazione di superficie domina il mondo digitale, che le piccole, esili tracce di noi sono il vero contesto storico del prossimo futuro. Che occorrerà stare attenti perché i singoli frammenti ingannano e non sono sempre idonei a ricostruire l’intero delle nostre esistenze digitali.

Forse la rivoluzione mediata dalle tecnologie digitali è anche un cambiamento di strato; una tendenza generale, sempre più diffusa, a sfiorare le cose senza afferrarle. Sarà difficile accettarlo se il punto di partenza è lo sguardo profondo ed elitario precedente. Altrettanto difficile sarà immaginare dove e come, dentro questa nuova velocità, potremo riconoscere il senso di noi.

Massimo Mantellini

Massimo Mantellini ha un blog molto seguito dal 2002, Manteblog. Vive a Forlì. Il suo ultimo libro è "Dieci splendidi oggetti morti", Einaudi, 2020