Uno che passava di lì

Questa è una foto bellissima.

C’è un signore in campagna elettorale. Recita la parte del buon padre di famiglia. È in una scuola: legge una favola di fronte ai fotografi. Fanno di peggio, a volte. A volte vanno in giro a suonare i campanelli, come Claire in House of Cards. Ti tampinano al supermercato, impalati di fronte a degli sconosciuti. Io e te siamo uguali – sembrano dire ogni volta – ti chiedono qualche minuto per spiegare il loro programma. Testimoni di Geova stagionali, un duro lavoro.

La bellezza della foto non è David Cameron che legge in una prima elementare (qualche giorno fa il Premier dava il latte col biberon ad un agnellino nella stalla, in una iconografia agreste meno virile di quella del duce ma altrettanto sexy e, viceversa, plasticosa ed in perfetta luce come si addice ai tempi) ma è nella bimba bionda a capo reclinato. I bambini lo fanno, magari stava davvero ascoltando, magari Cameron è l’Alberto Lupo delle favole dell’asilo. Invece quella foto si presta all’istante ad altre interpretazioni. Tipo questa:

 

“Breaking News: Primo Ministro inglese uccide di noia una bimbetta”

L’utilizzo dei bambini per fini politici? Piuttosto abietto. Perfino più abietto di quello degli agnellini imbracciati in periodo pasquale. Peggio di Giorgia Meloni immortalata dal verduraio o di Fassino che fissa lo schermo di un computer spento. Ma a parte questo la bimba bionda in questa foto sembra il cappello nero di Magritte: ruba la scena, segna con un gesto forse involontario il ridicolo che appesantisce l’aria.

La mattina dell’11 settembre 2001 George Bush, allora presidente degli Stati Uniti fu avvisato con un bisbiglio che un secondo aereo aveva appena colpito le Torri Gemelle. Erano le nove del mattino, Bush era appena entrato in una classe elmentare in Florida ad ascoltare una lezione. Per sette minuti rimase lì immobile, con un libro in mano, indeciso sul da farsi. Non gli fu mai perdonato.

Eppure la foto di Lucy (questo il nome della bimba a capo chino) e David Cameron racconta il falso. Anzi lo suggerisce, a raccontarlo ci pensiamo noi. Lo disegna come meglio non si sarebbe potuto. Nella realtà Lucy non è per nulla annoiata dal Primo Ministro (che invece suona molto convincente nella parte del bravo babbo): la piccola china la testa perché non ricorda quale sia il nome del principe della storia che lei e il tizio sconosciuto stanno leggendo. Abbassa la testa per un istante per la vergogna, non per la noia. Un gesto di resa tenerissimo. Per questo la foto è formidabile.

È interessante notare che tutto questa meraviglia alla fine non avrà molta importanza: se quella foto sarà il ritratto perfetto della noia senza inibizioni di un bambino di fronte al Primo Ministro, quella diventerà la realtà. Una occhiata ai titoli della stampa inglese al riguardo vi convincerà di un cinismo informativo che non è solo italiano:

Cameron

E lo diventerà a scapito di un’altra realtà altrettanto finta. Non quella di Cameron bravo e spigliato con i bambini di sei anni (troppo facile) ma quella di Cameron che durante la campagna elettorale era uno come noi che passava di lì. Alla scuola elementare del Sacro Cuore di Westhoughton, vicino a Bolton. 23056 abitanti nella contea della Greater Manchester, nord dell’Inghilterra.

Massimo Mantellini

Massimo Mantellini ha un blog molto seguito dal 2002, Manteblog. Vive a Forlì. Il suo ultimo libro è "Dieci splendidi oggetti morti", Einaudi, 2020