In nome della legge

Ricapitoliamo la posizione di Alternativa Popolare sulla legge sullo “ius soli”.

1.L’hanno votata alla Camera, ma la stessa legge non la vogliono votare al Senato.
2.Dicono che va cambiata.
3.Non hanno però citato un solo punto che vada cambiato.
4.No, mi correggo: l’ex ministro Lupi ha detto che non va bene il nome.

E con queste articolate posizioni stanno mettendo a rischio una legge così sensata e opportuna che loro stessi l’avevano votata. E attesa da centinaia di migliaia di persone.

Come sapete tutti, naturalmente, la sostanza mancante (leggete il capolavoro di fuffa di questa intervista) in questa iniziativa è facilmente spiegata: il partito di Alfano sta sfruttando la situazione per mettersi in una posizione di trattativa forte sia con gli alleati attuali che con gli alleati futuri potenziali, che grazie a tutto questo stanno festeggiando una vittoria contro il PD. Portandosi a casa intanto il consenso degli italiani meno informati a cui viene raccontato che questa legge abbia a che fare con la dimensione dell’immigrazione.
Del merito e delle persone chissenefrega.

Non è nelle mie priorità discutere la coerenza del partito di Alfano (aspetto a usare con frequenza il suo attuale nome, non vorrei cambiasse di nuovo). Invece tenderei, maramaldescamente, a classificare tutto questo nella già ricca sezione “ragioni per cui è stato sbagliato per il PD prendersi questi alleati”. Ma magari sbaglio ad attribuir loro tanta inaffidabilità, e qualcuno di quel partito dice chiaramente e non elusivamente una ragione nel merito per cui la legge così non andrebbe bene e deve essere migliorata (costringendola a tornare a successivi voti, e dieci caselle indietro), e spiega perché allora l’abbia già votata e considerata adeguata.

Possibilmente non “il nome”.

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).