Ogni lettura è illuminata

Le storie migliori sono quelle che vengono tramandate, e accettate per quello che sono.
(Clive Staples Lewis)

In realtà questa discussione non era su Faletti, Dumas e su un presunto valore universale degli scrittori nominati (e volutamente, per non creare confusione, non diciamo Citati). Ma sul fatto che siamo ciò che leggiamo e diventiamo ciò che ci piace sentir raccontare. Una volta qualcuno ha detto che si scrive perché si ha qualcosa da dire, non semplicemente per dire qualcosa… Parafrasando si legge perché si ha qualcosa da “ascoltare” e non per “ascoltare qualcosa”. Edoardo Caldarola forse ha ragione, bisogna partire da questo.

Rimanendo sempre sulla difesa ad oltranza dei grandi capolavori che hanno fatto la storia, come la Divina Commedia, su cui non avete avuto dubbi.

Poi certo, ci vorrebbe una guida per muoversi nella giungla delle storie. Perché per quanto siano tutte legittimate nell’esistere, non sono tutte uguali: Leggete quel che volete, ma leggete e non cercate di evangelizzare gli altri: la si può anche pensare diversamente, dice @ilKalu su Twitter.

Ed è così che fate: @Vid3ogirl parte dal concetto che leggere è sempre una buona abitudine cercando di trovare la migliore storia da ascoltare, magari sfruttando le indicazioni di un’insegnante illuminata perché, come dice Ventitré, quando spiega che Bisognerebbe essere educati al senso critico in generale. A saper trarre da una lettura, per quanto semplice, considerazioni personali. Perché forse chi legge Volo alla fine sarà attratto perfino da McCarthy, se “ben” consigliato (Emilio). Ma intanto, lasciamo la libertà di leggere ciò che si preferisce.  In fondo anche Terenziano Mauro nel II° secolo DC, affermò che Anche i piccoli libri hanno il loro destino.

Del resto un libro che non valga la pena di essere letto due volte
non è neppure degno d’esserlo una volta sola.
(Jean Paul)

Però c’è anche chi, come Elena, dice esistono libri di chi non legge o chi, come Greylines pensa che forse Moccia, Mc Carthy, lo danneggia a causa di un mercato sempre più invaso da pacchi di rudo pressati, rilegari e resi dei successi con la forza della pubblicità e che, chiaramente, tolgono spazio a certi libri. Non c’è un giudizio di valore, c’è una costatazione, tutto o quasi ha legittimità di esistere, ma in un certo modo dovrebbe essere tutelato anche chi, come Lola, una volta letto Saramago, poi non riesce a leggere Zafòn.
Voltando la moneta per osservarne l’altra faccia resta che, da qualunque “parte” si stia, la possibilità di scegliere secondo i propri gusti senza occuparsi troppo di quelli altrui è un diritto sacrosanto. Forse per loro è più difficile andare a trovare nuovi stimoli, dato che spesso la maggior parte dell’informazione, anche specialistica, è occupata per gran parte da classifiche di vendita.

Per loro, allora, consigliamo su tutti un autore che fonda la propria letteratura sulle altre Letterature, costruendo le sue storie con un collage fatto di biografie di grandi scrittori e delle loro narrazioni: parliamo di Enrique Vila-Matas.
Nella sua vasta produzione libri come Il mal di Montano, Bartleby e compagnia o Il dottor Pasavento ci sono grandi scrittori protagonisti di grandi storie che, da personaggi, a libro finito diventeranno spunti da ascoltare, come una sapiente guida ragionata della Letteratura.

O forse è meglio non leggere? Su questa linea anche alcuni commenti: Io sono fermamente convinto che piuttosto che leggere cagate, Moccia, Volo, il Mein Kampf, è MOLTO meglio non leggere. La finirei con mantra del “qualsiasi cosa purché si legga” (Davide Brancato).
Detto questo, anch’io sono dell’idea che piuttosto che leggere schifezze che offendono il concetto di libro, sarebbe meglio non leggere (Greylines).

Noi nell’abbandono della lettura non ci crediamo tanto. Da un dialogo di Zoran Živković, che forse racchiude il senso:
– Nemmeno sospettavo che non leggere fosse un peccato mortale.
– E non lo è. Anche se il mondo sarebbe notevolmente migliore se fosse così.

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Hanno scritto questo post: Alessia Moiraghi, Stefano Radicchio, Rosanna Previde Massara, Emanuele Rivolta, Maria Grazia Massa, Gianluigi Chiavacci, Claudia Antolini, Alessandra Toscano, Giovanni Punzo, Alessandra Toscano, Nicola Comotti, Amelia Terracciano, Roberto Sforza, Lola Bi, Raphael Tassin de Montaigu, Digsy’s Dinner, Lorenzo Pignatiello, @ilKalu, @VedoNinaVolare, @StefaniaLeo, Emilio, Vid3ogirl, Greylines, Lola, Tizioacaso, Elena, Davide Bertozzi, rominaricci, stefania, devicerandom, Edoardo Caldarola, Silvana D., ventitrè, Stefano, Davide Brancato, Lucia

Host

Nata nel 1994 a Torino la Scuola Holden è una scuola di Scrittura e Storytelling dove si insegna a produrre oggetti di narrazione per il cinema, il teatro, il fumetto, il web e tutti i campi in cui si può sviluppare la narrazione. Tra i fondatori della scuola Alessandro Baricco, attuale preside.