La lingua dei convegni accademici internazionali

L’inglese internazionale che si usa nei convegni scientifici, nei progetti di ricerca internazionali, nelle presentazioni dei dipartimenti o dei gruppi di ricerca ha ormai stabilito dei suoi codici di politeness e di convenzionalità che sono certamente molto utili e formalmente corretti. Però ci sono anche dei margini di non detto o di interpretazione possibile. Un dipartimento che si definisca “vibrant”, cioè vivace, stimolante, probabilmente non ha ancora accesso ai fondi di eccellenza (ma ci stanno lavorando), altrimenti si definirebbe “centro d’eccellenza” e tutti capirebbero che è stimolante e pieno di soldi. In Italia i centri di eccellenza nelle discipline umanistiche non esistono, nel senso che non ci sono ancora dipartimenti che hanno accesso a fondi speciali ottenuti in base a parametri di valutazione misurabili (ci sono però i Firb, pochissimi). Quindi dire in Italia che un dipartimento ha delle eccellenze è paradossalmente come dire che è “vibrant”.

Restando al lessico dell’inglese internazionale – cioè parlato soprattutto da non inglesi – a proposito di una relazione o di una conferenza, definirla “interesting” equivale un po’ a dire che non si sa bene cosa dire. Se il “very interesting” è seguito a breve giro di sintassi da un “but”, allora il significato è di lieve dissenso. Se seguito da un “I suggest” può essere aperta ostilità o sincera proposta di collaborazione. “Brilliant” riferito a un discorso spesso vuol dire che è quello che ci si aspettava. “Intriguing” che non si sa nulla di quello che è stato detto. “I wonder” (“mi chiedo”) non promette nulla di buono. Un discorso “stimulating” (si usa ma non so se sia corretto) indica che si è d’accordo (e spesso con se stessi, perchè di solito si è sostenuta la stessa cosa in qualche saggio). Un paper che sia “challenging” fa sempre la sua figura. E “charming”, se rivolto da un esponente dell’altro sesso, e in consonanza cognitiva con la radice francese del termine, indica il chiaro retropensiero, inespresso, di un invito a cena.

Gianluca Briguglia

Gianluca Briguglia è professore di Storia delle dottrine politiche all'Università di Venezia Ca' Foscari. È stato direttore della Facoltà di Filosofia dell'Università di Strasburgo, dove ha insegnato Filosofia medievale e ha fatto ricerca e ha insegnato all'Università e all'Accademia delle Scienze di Vienna, all'EHESS di Parigi, alla LMU di Monaco. Il suo ultimo libro: Il pensiero politico medievale.