L’onestà, Berlusconi e gli Eagles

L’ipotesi di una “campagna acquisti” in corso di parlamentari finiani da parte di Berlusconi mi ha fatto tornare in mente un’arguzia di Joseph Schumpeter, intelligente e ironico economista austriaco tra i più influenti del Novecento, che una volta disse: «Prendete un pappagallo, insegnategli a ripetere continuamente domanda e offerta e avrete un economista».

Il concetto, evidentemente, aiuta a mettere in guardia dagli eccessi di semplificazione in cui incorrono tanti adepti della “scienza triste” per dimostrare le loro (non di rado strampalate) teorie, ben lontane dalla realtà. Come quella classica, tuttora imperante in tanti libroni di economia politica, che ruota attorno all’assunto che l’uomo economico, il cosiddetto homo oeconomicus, sia ossessionato dalla mattina alla sera dalla ricerca della massimizzazione del proprio tornaconto personale.

Non che non ci siano in giro figuri di tal fatta. Anzi, spuntano e si moltiplicano continuamente e, se serve, non vanno troppo per il sottile in fatto di rispetto di leggi e regole pur di centrare i propri obiettivi.
Ma per fortuna non ci sono solo loro, nella letteratura economica e non solo, sebbene a volte il dubbio legittimamente si insinui. Come scioglierlo, allora, quando ciò accade?

Ricordandosi di un concetto tanto apparentemente scontato quanto invece effettivamente rivoluzionario come l’onestà, «la cosa più complessa che esista» scriveva domenica scorsa Roberto Saviano sul Sole 24 Ore, «un’onestà che non deve essere leale verso nessun codice penale, ma verso la parte più profonda di se stessi».

Più di trent’anni fa (il 15 marzo 1980) Italo Calvino pubblicò su Repubblica un articolo intitolato “Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti” che si concludeva così:

«Dovevano rassegnarsi all’estinzione (gli onesti, ndr)? No, la loro consolazione era pensare che così come in margine a tutte le società durante millenni s’era perpetuata una contro società di malandrini, di tagliaborse, di ladruncoli, di gabbamondo, una contro società che non aveva mai avuto nessuna pretesa di diventare “la” società, ma solo di sopravvivere nelle pieghe della società dominante e affermare il proprio modo di esistere a dispetto dei principi consacrati, e per questo aveva dato di sé (almeno se vista non troppo da vicino) un’immagine libera e allegra e vitale, così la contro società degli onesti forse sarebbe riuscita a persistere ancora per secoli, in margine al costume corrente, senza altra pretesa che di vivere la propria diversità, di sentirsi dissimile da tutto il resto, e a questo modo magari avrebbe finito per significare qualcosa d’essenziale per tutti, per essere immagine di qualcosa che le parole non sanno più dire, di qualcosa che non è stato ancora detto e ancora non sappiamo cos’è».

Ecco, chi pensa che tutto abbia un “prezzo”, ritiene che alla fine riuscirà sempre e comunque a spuntarla. Inevitabilmente, però, prima o poi finirà con lo sbagliare i conti perché ci sarà sempre qualcuno che, «leale verso la parte più profonda di se stesso», risponderà picche. Per questo ritengo “a naso”, per esempio dall’importanza che, come hanno dichiarato, costituisce per loro la battaglia sulla legalità e la libertà di stampa, che almeno con lo zoccolo duro dei finiani Berlusconi non avrà molti margini di manovra. Che qualcuno, quindi, lo avvisi, così si risparmia ulteriori brutte figure.

Sembra, però, che lui ascolti solo falchi e colombe. Niente aquile invece, nemmeno gli Eagles che, in “Desperado”, a un certo punto cantano:

«Mi sembra che tante belle cose sono state lasciate sul tuo tavolo, ma tu vuoi solo quello che non puoi avere, Desperado oh non stai diventando più giovane, il tuo dolore e la tua fame ti stanno portando a casa e la libertà, la libertà allora è soltanto qualcosa di cui la gente parla».

Francesco Maggio

Economista e giornalista, già ricercatore a Nomisma e a lungo collaboratore de Il Sole24Ore, da molti anni si occupa dei rapporti tra etica, economia e società civile. Tra i suoi libri: I soldi buoni, Nonprofit (con G.P. Barbetta), Economia inceppata, La bella economia, Bluff economy. Email: f.maggio.fm@gmail.com