Forca Italia

Il carcere preventivo è una barbarie. Chi ha votato per l’arresto di Lusi è un barbaro che ha pensato di assecondare un popolo di barbari. La gente che plaude all’arresto di Lusi – senza conoscere mezza carta – è pure barbara, ma perlomeno non siede in Parlamento. Il quale doveva solo stabilire se l’arresto fosse necessario per la prosecuzione delle indagini, se rispondesse ai requisiti per cui era stato chiesto: in caso contrario la formula è quella del fumus persecutionis. Basta, fine, è tutto quello che c’era da fare, non c’era da prestabilire uno status di innocenza o di colpevolezza che spetta solamente a un processo, e solamente dopo il quale – solamente dopo, dopo, dopo – nei paesi civili si può finire in galera. Lusi, in un anno di indagini, non è mai scappato, non poteva inquinare le prove, non poteva ripetere il reato: e in Parlamento lo sapevano tutti. E noi sapevamo da una vita, invece, che il garantismo del PD celava un cinismo forcaiolo: ma speravamo nel PdL, ci illudevamo che anni di garantismo familiare avesse cresciuto l’accrocchio di ex fascistelli ed ex bottegai che ora brancolano nel loro declino. Invece niente, il garantismo lo fanno coi sondaggi. Sono stati eletti per carità di dio, hanno svenduto la sovranità a un ragioniere d’alto bordo, hanno messo in saccoccia i finanziamenti e vanno in tv a scusarsi di tutto: è un’agonia, uno spavento senza fine.

Filippo Facci

Giornalista e scrittore, lavora a Libero, ha collaborato con il Foglio, il Riformista e Grazia. È autore di Di Pietro, La storia vera