Il giornale su cui scrivo

Mara Rosaria Carfagna ha cominciato a fare politica nel 2006 e a metà del 2008 era già diventata ministro: un tragitto, il suo, che ho sempre trovato profondamente diseducativo anche perché penso che certe «pari opportunità» dovrebbero ossequiarsi a percorsi più riconoscibili e meno apparentemente casuali. Ciò posto, non posso escludere che proprio questa sua mancanza di professionismo le abbia reso più naturale il gesto coraggioso che ha compiuto lunedì al Quirinale: durante l’incontro con varie associazioni omosessuali, presente Napolitano, si è scusata per alcuni suoi passati pregiudizi e si è espressa così: «Consentitemi un pensiero particolare all’onorevole Paola Concia», ha detto, riferita alla deputata lesbica del Pd, «per avermi aiutata a sfondare il muto della diffidenza della quale penso di essere stata vittima e inconsapevole responsabile». Merce rara, l’autocritica pubblica: figurarsi se poi implica che l’avversario politico possa averti addirittura insegnato qualcosa.

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Filippo Facci

Giornalista e scrittore, lavora a Libero, ha collaborato con il Foglio, il Riformista e Grazia. È autore di Di Pietro, La storia vera