Il cimitero ai tempi di Facebook

L’ultimo luogo che avrei immaginato di trovare su Facebook è il cimitero. L’ho trovato perché lo frequento: negli ultimi due anni sono mancate alcune persone che conoscevo, ma di cui spesso seguivo le vicende più on line che dal “vero”, vuoi perché vivevano lontane da me vuoi perché avevano vite molto diverse dalla mia. Sono mancate, ma nell’immediatezza della morte il loro profilo Facebook è diventato il luogo per accogliere i commiati di chi sapeva e lo stupore di chi ignorava. Spesso però, con il trascorrere delle settimane e dei mesi, il flusso dei messaggi non si è arrestato, perché c’è sempre qualcuno che passa e lascia un pensiero su bacheche che a volte si animano da sé, e altre sono custodite da un genitore disperato o un figlio amorevole.

All’inizio mi pareva strambo, al limite dell’inverosimile. Non so se è una stortura oppure no e sinceramente non m’importa stabilirlo. Nessuno di noi frequenta ormai i cimiteri, anche se, si sa, sono luoghi disegnati più per i vivi che per i morti. Non ci andiamo, convinti che basti custodire in noi il ricordo di chi ci ha lasciato. E invece è rassicurante condividerlo con gli altri, anche con chi non conosciamo, ma che patisce la nostra stessa malinconia.

Emanuela Marchiafava

Media Analyst e consulente per le imprese, già assessore della Provincia di Pavia, si occupa di turismo, politica e diritti.