La lettera elettorale della Lega: un errore madornale e una diffida

Ieri ho trovato nella cassetta della posta la lettera elettorale della Lega per le elezioni regionali lombarde. Contiene due errori madornali: col primo perde voti, col secondo potrebbe guadagnarsi una diffida (un’altra) dal Corriere della Sera.

Firmata Matteo Salvini, già dall’intestazione mi ha indisposta (eufemismo); io non ho mai, sottolineo mai, usato in vita mia il cognome da coniugata e men che meno il doppio cognome. E sono pure separata da anni. E loro che fanno? Mi mandano lettera intestata col doppio cognome. Intanto, mi chiedo dove diavolo l’abbiano pescato: all’anagrafe? E allora, visto che hanno così tanti soldi da spendere e gente da pagare regolarmente, perché non controllare anche lo stato civile? Temo invece che la spiegazione sia peggiore: le mogli portano il cognome del marito, punto, nella loro versione (per me molto limitata) di concetto di famiglia. Il mio voto non l’avranno di certo, ma con questa gaffe hanno perso di sicuro quello di tutte le mogli separate che non…stravedono più per il cognome del marito. (eufemismo, anche qui).

Il secondo errore invece gli procurerà un’altra diffida da parte del Corriere della Sera che già li aveva diffidati per l’uso non autorizzato della loro testata sui manifesti elettorali. Non paghi, hanno riprodotto anche sulle lettere mandate a tutti i lombardi proprio la stessa pagina del Corriere, che spero reagisca con veemenza.

Ecco, questo è il savoir faire della Lega, che dopo 20 anni di governo lombardo con Formigoni, ambirebbe a riportarci lì. E il metodo usato per comporre anche solo questa lettera elettorale la dice lunga.

Emanuela Marchiafava

Media Analyst e consulente per le imprese, già assessore della Provincia di Pavia, si occupa di turismo, politica e diritti.