Off sh-Ior

Quando penso all’Istituto per le Opere Religiose (Ior) mi viene in mente Marcinkus con il sigaro tra le dita, lo scandalo del Banco Ambrosiano, il ponte dei Frati Neri sul Tamigi, i finanziamenti segreti a Solidarnosc, e non solo gli avvenimenti più recenti di Vatileaks, ma, per dire, lo scandalo Enimont, l’operazione Sofia, Fiorani, Anemone e…amen.
Non sono un esperto di tematiche religiose, preferisco la spiritualità. Ma scoprire che sotto l’egida di un Papa tedesco tutte le operazioni dello Ior si sono trasferite in Germania, salta agli occhi.

La notizia però è un’altra: grazie a un’interrogazione di Marco Turco (Pd-Radicali) si è scoperto che lo Ior non può operare in Italia perché è un istituto di un paese extra-comunitario.

Il ministero dell’Economia ha ricordato che le banche extracomunitarie non possono operare in Italia tramite succursali senza autorizzazione della Banca d’Italia.

 

Ebbene sì, ora tutto è più chiaro, lo Ior è un off-shore.

Carlo Pizzati

Scrittore, giornalista e docente universitario. Scrive per "Repubblica" e "La Stampa" dall'Asia. Il romanzo più recente è "Una linea lampeggiante all'orizzonte" (Baldini+Castoldi 2022). È stato a lungo inviato da New York, Città del Messico, Buenos Aires, Madrid e Chennai. Già autore di Report con Milena Gabanelli su Rai 3, ha condotto Omnibus su La7. Ha pubblicato dieci opere, tra romanzi, saggi, raccolte di racconti brevi e reportage scritti in italiano e in inglese. carlopizzati.com @carlopizzati - Pagina autore su Facebook - Il saggio più recente è "La Tigre e il Drone" (Marsilio 2020),