Kindle Oasis: il lusso della lettura digitale

È passato più o meno indolore il Salone del libro di Torino, sono passati i consueti e stagionali discorsi sull’editoria in crisi, sul futuro dell’eBook (che forse non è più tanto magnifico e progressivo) e altre varie amenità ricorrenti. Penso sia giunto il momento di raccontare quello che ho fatto nelle ultime settimane.

Ho provato e utilizzato il nuovo Kindle Oasis, il lettore di ebook di nuova generazione creato da Amazon di cui IlPost ha già fatto cenno qui. È stato presentato, dopo alcune anticipazioni, lo scorso 13 aprile. È un oggetto squadrato, molto leggero, a mio avviso molto interessante (come vi spiego tra un attimo).

Le caratteristiche “fisiche” del Kindle Oasis: pesa 131 grammi (238 grammi con la cover) e ha uno spessore che passa da 3,4 a 8,5 millimetri tra un lato e l’altro del dispositivo (è largo 14,3 centimetri e alto 12,2 centimetri). Lo schermo è da 300 ppi (pixel per pollice) su un totale di 6 pollici diagonali e ha un maggior numero di LED rispetto al Kindle PaperWhite, per rendere più forte (del 60%) e omogenea la sua capacità di illuminazione. È dotato di una custodia con batteria integrata per permetterne la ricarica, fatta in modo tale da pareggiare il lato spesso 8,5mm e quindi non aumentarne lo spessore complessivo (difficile scriverlo ma una foto spiega tutto). Ha fino a 20 mesi di autonomia in standby. La memoria interna è da 4 GB nominali mentre l’autonomia di lettura è di circa 28 ore senza WiFi e con illuminazione bassa o spenta.

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La doverosa introduzione

Una premessa: sono parecchi anni che scrivo di eBook reader e di ebook in generale. Il peraltro direttore del Post mi ha sempre rimproverato un certo entusiasmo sulla materia, ma possono garantire se non altro che non deriva dalla situazione in cui vivo. Ho infatti la casa traboccante libri (di carta) e si vive una certa tensione familiare all’idea di aggiungere altro carico alle scaffalatura del soggiorno. Gli ebook invece sono, come potete immaginare, i benvenuti. Anche se tendo a comprare i libri in doppia copia: di carta e poi digitali perché mi piace l’oggetto libro (che poi lascio a casa) mentre ho sempre un ereader con me. Si aggiunga a questo che sono anche autore tra l’altro di libri per una casa editrice solo digitale e capirete la passione.

L’esperienza con gli eReader è cominciata con vari strumenti che solo la preistoria in cui si era consentiva di qualificarli come tali. Infatti ho letto un centinaio di libri sul Palm dalla fine degli anni Novanta, attingendo a piene mani dal Project Gutenberg che è poi la cosa che mi ha fatto rinforzare al meglio il mio inglese, per poi innamorarmi di un ereader Cybook Opus della francese Bookeen regalatomi dall’amico Antonio Tombolini (che ancora ringrazio), vero e proprio punto di svolta della mia dipendenza da ebook. A quello hanno fatto seguito un numero imbarazzante di Kindle: a partire da un acquisto fatto negli Usa e piuttosto garibaldino della prima generazione (un oggetto inquietante, con tastiera praticamente inutilizzabile e uno strano schermo secondario sul lato, lungo e stretto, per indicare la progressione delle pagine) e proseguito poi  anche per soddisfare il bisogno di nuova tecnologia (quello che viene chiamato anche GAS, Gear Acquisition Syndrome).

Questo per dire che  quasi ho riempito la mia casa di Kindle, una generazione dopo l’altra. All’inizio era facile perché questi lettori di testo digitale costano relativamente poco, ma adesso con l’Oasis ho dovuto pensarci, perché il prezzo dell’ultima generazione di ereader di Amazon è più corposo delle precedenti. Infatti, mentre il Kindle “normale” costa 69 euro (e posso testimoniare sia un ottimo prodotto, regalo ideale per onomastici, compleanni, promozioni a scuola, visite a parenti anziani etc.), il Kindle PaperWhite (di seconda generazione) costa 129,99 ed è secondo me lo strumento generalista perfetto per chi fa sul serio con gli ebook, il Kindle Voyage costa 189,99 ed è lussuoso e intrigante anche se molto simile al PaperWhite (vale per chi viaggia tanto). Il Kindle Oasis invece costa ben 289,99 euro ed è uno strumento completamente diverso perché è diversa la leggerezza e la portabilità.

Averlo in mano, ancora dopo settimane, mi stupisce sempre. E mi piace la reversibilità istantanea: passandolo di mano in mano lo ruoto in maniera tale da avere il lato grosso con i due pulsanti come impugnatura della mano e tutto si capovolge: il testo e anche la funzione dei due pulsanti (uno per andare avanti e uno per andare indietro con le pagine, ma si può fare anche direttamente con lo schermo touch).

Iniziamo, alla buon’ora

Finita dunque la premessa, parliamo di questo Kindle Oasis. Quello che mi aspetto da un eBook Reader è che (1) abbia parecchia autonomia, (2) sia comodo da maneggiare, (3) abbia un buono schermo, (4) contenga tanti libri e li renda fruibili in modo facile. Iniziamo dall’ultimo punto.

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(4) Il software

L’interfaccia software è stata cambiata (e non mi è chiarissimo perché Amazon tenga interfacce parzialmente diverse su apparecchi diversi: un mix tra capacità dei processori, modalità di interazione ma anche per diversificare tra i suoi stessi prodotti penso) e adesso aggiunge varie funzioni “superficiali” per la presentazione dei propri libri, suggerimenti di acquisti coerenti con le proprie preferenze (basta spendere cinque minuti per “addestrare” il già più che predittivo sistema di suggerimenti automatici di Amazon Store), possibilità di scaricare estratti e pubblicità varie.

La fruibilità della libreria di bordo è rimasta però sostanzialmente uguale. In pratica, cercate di non avere troppi libri perché sennò diventa davvero lungo girarci sopra. Il consiglio vale soprattutto per chi abbia altri libri oltre a quelli comprati nello Store del Kindle. Quelli comprati da Amazon rimangono sempre nel cloud (quindi sono riscaricabili alla bisogna) e comunque si sicronizzano anche le cartelle nelle quali vengono messi. Però io mi approvvigiono ancora sul Project Gutenberg, su Archive.org (che ha una bella sezione di eBook) e sul nostro Progetto Manuzio Liber Liber e quindi ho bisogno di gestire più comodamente i libri. Dopo averli scaricati sul Mac per trasferirli sul Kindle utilizzo da sempre un pezzo di software open source multipiattaforma che secondo me è insostituibile. Si tratta di Calibre, che non solo è un jukebox dei testi (come era iTunes per la musica, per dire), ma anche un convertitore di ottima qualità: se scaricate libri in formato ePub ci pensa poi lui a trasformali nel formato adatto al Kindle. Esistono anche tante librerie online che vendono gli stessi libri in commercio ma senza DRM (come invece fanno i “grandi”, Amazon inclusa) e il mio editore digitale BookRepublic per fortuna è uno di essi: basta comprare l’ebook, scaricarlo, metterlo dentro Calibre e poi sincronizzare con il Kindle, al resto ci pensano tutto i genietti miniaturizzati che vivono dentro il silicio e che campano facendo queste cose strane.

Al sistema operativo del Kindle rimprovero sempre una certa pesantezza nell’organizzazione di librerie fatte da più di una ventina di testi. Personalmente ho cercato di migliorare le cose creando cartelle per genere (romanzi, saggi, fantascienza, etc) e poi una cartella “in lettura” dove compaiono quelli che sto leggendo (sono uno che legge più cose in parallelo) e una cartella “letti” per vedere a colpo d’occhio quali libri ho già fatto fuori (senza rimuoverli, perché comunque lo spazio per archiviarli c’è, è solo l’interfaccia difficoltosa). Siccome non si tratta di vere e proprie cartelle ma semplicemente di viste degli elementi con la stessa etichetta, e dato che un libro può avere più etichette, può comparire contemporaneamente in più cartelle. Cioè stare sia dentro “saggi” che dentro “in lettura” e magari anche in cartelle specifiche pensate per determinate aggregazioni (se uno ad esempio usa il Kindle come strumento di studio o cose del genere). Quello delle etichette/cartelle è un metodo che consiglio vivamente.

La gestione dell’Oasis cambia di pochissimo rispetto agli altri modelli. Unica differenza sostanziale (e libidinosa) è il meccanismo delle due batterie. Quando la cover/batteria è staccata l’Oasis registra una normale autonomia, mentre quando è attaccata anche la seconda batteria viene indicato il livello di carica di entrambe e l’azione in corso, cioè la batteria della cover che ricarica la batteria interna mentre quest’ultima viene usata dal Kindle stesso. Quando si attacca al caricabatterie, la prima a recuperare energia è quella interna, seguita da quella esterna.

(3) Fissando la superficie

Sullo schermo non posso che dire cose buone. È una versione potenziata del Paperwhite. Ha una ottima densità di pixel, è abbastanza veloce nella risposta del touch. In realtà il problema è diverso: la tecnologia eInk dei lettori ha un trade-off tra velocità di risposta nel refresh dello schermo (lento) e consumo energetico (basso). In questo caso il refresh, seppur non paragonabile al tempo reale di uno smartphone, è comunque notevole. Il sistema operativo è abbastanza tonico e, una volta capito che si risveglia con un po’ di calma dalle pause più lunghe (va in una sorta di leggera ibernazione che poi è quella che permette di avere gli ipotetici 20 mesi di autonomia. Dico ipotetici perché bisognerà aspettare venti mesi per sapere se è effettivamente così). L’illuminazione aumenta grandemente il consumo energetico e nel suo complesso l’Oasis pare robusto come batteria ma non tantissimo: anche per questo probabilmente ne ha due. (E questo cura anche il punto 1 sull’autonomia)

(2) Cavalcando la bestia

La piacevolezza della lettura sullo schermo per me è assoluta. L’unico difetto che posso rimproverare agli ereader è che in qualche modo, dal momento che gli editori utilizzano fondamentalmente tutti la stessa tipografia e gli stessi font, rendono i libri assolutamente identici tra di loro. È come leggere tutti Gialli Mondadori, impaginati e stampati tutti allo stesso modo. Se a questo si aggiunge che la pagina in realtà è sempre una sola (una dispari, per la precisione) perché lo schermo non “gira” come se si sfogliasse, e che il cambiamento di dimensione dei font può portare a rimpaginazioni violente, si capisce che diventa molto complicato usare la memoria spaziale per orientarsi nel giardino del testo. Ma questo è un discorso che ci porterebbe troppo lontano: volendo lo si può anche riferire all’atto dello scrivere (con la penna, con la macchina per scrivere o con un editor di testo) e al differente portato cognitivo che questo ha. Secondo me sono cose in parte profondamente vere e in parte delle boiate pazzesche. Però teniamole per buone per un’altra discussione.

So anche che si potrebbe personalizzare il libro (alcuni, pochi, lo sono) magari cambiando i font di sistema ogni volta, ma cerchiamo di basarci su esperienze realistiche, sul campo, di mia nonna e di vostra nonna per intenderci. Come dicono gli ingegneri, se una funzione è off di default, rimane tale nel 90% delle installazioni sul campo.

La cosa che trovo rivoluzionaria, si tratta di una piccola rivoluzione tutta interna al mondo Kindle, è l’ergonomia di questo dispositivo. Mi intriga la forma squadrata, anche se stiamo andando verso la bella stagione e le giacche che indosso hanno tasche sempre più piccole. Lo schermo è sempre rettangolare ma lo è perché un lato lo rende asimmetrico con l’impugnatura nel cui pieno sta la batteria e su cui ci sono i due pulsanti meccanici. La “sottigliezza” di questo apparecchio è veramente leggendaria. Probabilmente, prima di arrivare ai fogli senzienti e pieghevoli, avremo un’altra iterazione in cui l’impugnatura scomparirà.

Per adesso però questo Kindle Oasis mi sembra un oggetto magico. Si tiene molto bene in mano (il design asimmetrico con il peso dalla parte del polso lo rende più comodo da impugnare per lunghi periodi: con la cover/batteria è comodo ma normale), è leggerissimo (grazie ai materiali resistenti ma leggeri come la nuova plastica utilizzata), ha comodità di lettura davvero significative. Al massimo della luminosità il testo sembra galleggiare su una polla di luce: straordinario).

Ho messo l’Oasis accanto al mio Voyage e devo dire che non c’è storia, purtroppo (o per fortuna di mio cugino, quello che ha appena fatto gli anni e che ancora non sa di aver “vinto” un Kindle praticamente nuovo di zecca: non fategli spoiler, per favore). L’Oasis è leggermente più largo, più corto di un lato e più sottile della metà. Soprattutto, ha una leggerezza ragguardevole, che si avverte subito. Difficile notare di averlo in borsa, ad esempio. Difficile stancarsi di di tenerlo in mano.

Sono un po’ più perplesso della copertura in pelle della cover/batteria (in questa gallery del Post si vede il mio modello con cover marrone “pelosa” a confronto con le altre due più sobrie). Avrei preferito qualcosa di più tecnico perché si sta rovinando un po’ velocemente. Intendiamoci, mi piacciono gli oggetti vissuti, ma preferisco anche che siano resistenti e bene in forma (dato che poi nove su dieci li regalo a qualche parente). Soprattutto, questo effetto pelle scamosciata lo vedo male soprattutto per la spiaggia e la piscina, due luoghi tipici dove il Kindle secondo me è a casa sua: lo schermo lo rende molto più fruibile di uno smartphone o di un tablet, e se Amazon li facesse veramente impermeabili, anzi “tropicalizzati” come si dice delle macchine fotografiche, sarebbe un vero asso.

Il nemico accanto a noi

Parlando di tablet e soprattutto di smartphone, si parla anche del più grande problema del Kindle e degli altri ereader sul mercato. Con il costante miglioramento degli schermi dei telefoni cellulari, tutti Retina (se iPhone) o qualcos’altro (se altro) il numero di punti per pollice è diventato altissimo, superiore anche a quello degli schermi dei Kindle. Ma non fatevi fregare: la cosa bella del Kindle è che le immagini sono “stampate” e al limite illuminate con garbo da luce densa e corposa, non figlie dell’eccitazione di uno schermo ai cristalli liquidi illuminato da una lampada led e amplificato per cercare di renderlo chiaro e definito in modo offensivo per gli occhi se lo si fissa troppo a lungo.

Per me, che come un giapponese sull’atollo continuo a usare uno strumento dedicato per la lettura ed evito di convergere finché posso, ci sono alcuni punti forti del Kindle (o chi per lui, tra i reader sul mercato) che vale la pena sottolineare.

Il primo è quello dello schermo: la resa è superiore, almeno per i miei occhi. Posso tranquillamente leggermi un libro sull’iPhone 6S Plus, ma sul Kindle viene meglio, faccio meno fatica, è più comodo. L’unica differenza che possono notare è che su uno smartphone ho più possibilità di scelta di app e quindi di piattaforme, mentre su Kindle devo fare uno sforzo per riconvertire contenuti prodotti per altre piattaforme su quella di Amazon. Come detto, se non ci sono i DRM di mezzo con Calibre non è un problema.

Il secondo è la concentrazione: è una storia vecchia ma per me sempre valida. Sul telefono e sul tablet ho un milione di distrazioni. Sul Kindle, a parte fare shopping sullo store di Amazon, non posso fare altro che leggere. E posso leggere solo cose che hanno la forma di un libro, più o meno, tranne nel caso di abbonamenti a feed rss che trasformano decine di siti web in documenti Mobi e li caricano sul Kindle (volendo, Calibre lo fa). Meglio evitare però, datemi retta. Se c’è una cosa bella della lettura di un libro è che ti astrae dal resto del mondo, non che ti ci fa sguazzare. Evitate di tirare dentro milioni di piccoli documenti, che oltretutto sono anche scomodi da gestire, come detto sopra.

Il terzo è che l’autonomia, la portabilità e la flessibilità di un Kindle (nel mio caso) con tanto di touch e retroilluminazione sono superiori a quelle di uno smartphone. È un po’ il discorso della concentrazione di cui sopra, ma c’è anche di più. Ho usato il reader di ebook negli ultimi dieci anni in una serie pressoché sterminata di contesti in cui si è dimostrato sempre all’altezza. Ha macinato qualche centinaio di libri senza mai dare problemi e, se posso dire di avere un compagno di viaggio soprattutto in treno e in aereo, questo è decisamente il Kindle. Il fatto che non richieda di essere caricato in continuazione, oltretutto, permette di andare via qualche giorno senza bisogno di portarsi dietro un caricabatterie (che peraltro Amazon non ti dà) e neanche un cavetto, visto che utilizza un normalissimo bocchettone micro USB. Qualcuno che ce l’ha si trova sempre e in una mezz’ora è praticamente carico.

Ecco, questa per adesso è la mia esperienza con Kindle Oasis. Se trovo altre cose, pregi o difetti, li aggiungo con calma qui sotto. Dopottutto i libri sono una cosa “slow”, no?

  • Ottima esperienza di lettura, la migliore che abbia provato finora su questo già ottimo tipo di dispositivi
  • Integrazione con Wikipedia e traduzioni (se avete la connessione attiva) abbastanza utile
  • Integrazione con Goodreads (se avete il modello WiFi–3G)
  • La cover non protegge il dietro ma accende e spegne il Kindle
  • Ottimi i font creati da Amazon: Bookerly ed Ember (preferisco Ember)
  • Ci sono un paio di dozzine di funzioni che si possono configurare e almeno tre modi diversi di gestire le impostazioni, cosa che non rende il tutto eccessivamente intuitivo, ma neanche troppo complicato
  • La gestione dei libri è sempre laboriosa se si hanno tanti volumi
  • La nuova home, che è più che altro uno splash screen, mi piace molto anche perché fa da “copertina” all’intera esperienza del Kindle, vestendolo molto bene
  • La cover di pelle “morbida” marrone a me non piace, ma è soggettivo
  • Purtroppo non è impermeabile o tropicalizzato
  • Costa veramente caro (anche rispetto agli altri Kindle)
Antonio Dini

Giornalista e saggista, è nato a Firenze e ora vive a Milano. Scrive di tecnologia e ama volare, se deve anche in economica. Ha un blog dal 2002: Il Posto di Antonio