Trump e le serie tv

Succede nelle serie televisive in America. Succede quando il racconto della realtà non srotola i santini della fiction italiana. La sesta stagione di Homeland è partita lo scorso 15 gennaio e non c’è stato tempo di modificarla. Il presidente degli Stati Uniti entrante è una donna. Billions, seconda stagione, è pure ripartita e gli autori hanno dichiarato che la storia di soldi e potere ha evidenti legami con quella di Trump.
The Good Fight, spin off di The Good Wife in onda con la puntata zero su CBS, è stato riscritto, come rivelato dai coniugi King, autori della serie. Diane guarda per 30 secondi in televisione l’inaugurazione di Trump. In silenzio. Il titolo della puntata è “Inauguration”.

Era scontato che vincesse Hillary. Non solo per il New York Times. Anche per molti showrunners di serie televisive. La realtà è sempre presente nelle serie americane. Magari anche solo attraverso un televisore acceso in una casa, un diner. Ci arriva poco dopo. Oppure ci arriva sbagliando una previsione. Perché la bellezza delle serie in generale sta anche nella prefigurazione di uno scenario. È nota la passione di Obama per le prime stagioni di Homeland.
Nella prima puntata di The Good Fight la citazione è il caso Madoff. In questi giorni in cui Wall Street cresce ogni giorno non sono pochi quelli che ricordano quei giorni. Nella prima puntata si tratta poi di un caso che a che fare con la brutalità della polizia di Chicago. È cronaca vera.

The Good Wife ha chiuso dopo sette stagioni. È stata una grande serie, anche tenendo conto che è andata in onda sulla CBS e c’è sempre una differenza tra televisioni generaliste e le altre. The Good Fight comincia dove The Good Wife aveva chiuso. È roba buona. E ora la domenica sera è sempre più affollata.
Ma c’è un piccolo problema, almeno in America. Per continuare a vedere la serie bisogna sottoscrivere l’ennesimo abbonamento, questa volta allo streaming service della CBS. Netflix ha generato mostri. Ora anche i grandi networks si mettono a fare magazzini separati di nuove serie. Il costo, 5.99 dollari al mese. Trovo meraviglioso che se volete fare una sottoscrizione che sopprime la pubblicità non c’è problema. Basta pagare poco meno del doppio, 9.99.
Comunque io, avendo tagliato l’inutile Rai Italia per gli emigranti grazie a Rai Play, giro quei 120 dollari all’anno su The Good Fight.

Andrea Salvadore

Vive a New York e fa il regista. Ha un blog, Americana Tv