Vladimir Putin in House of Cards

Nella terza puntata della nuova stagione di House of Cards il presidente russo va in visita alla Casa Bianca. Si chiama Petrov ma si legge Putin. Ci assomiglia parecchio a quello vero, solo più alto. Per il resto tutti gli aspetti caricaturali di Putin ci sono tutti. Che non è detto che non siano tratti autentici ma, probabilmente, non i soli.
(ATTENZIONE SPOILER a seguire)

Petrov che beve tanto, che invita il presidente americano Frank Underwood nella sua dacia, dove ci saranno donne ad attenderlo (dice lui). Petrov sprezzante, che fa il cascamorto con Claire, la first lady, e le stampa un bacio sulla bocca. Petrov che sfancula (dovrei dire rigetta ma non darebbe l’idea) il piano di pace americano per Israele-Palestina. Underwood che, a questo punto, sfancula lui Petrov nella conferenza stampa finale a cui non invita il presidente russo.
Alla cena ufficiale alla Casa Bianca sono poi comparse le vere Pussy Riot che sfanculano a loro volta Petrov. Nei titoli di coda scorre una loro canzone creata per l’occasione. Ma è l’occasione che appare bizzarra con le stesse Pussy Riot sedute a tavola con il presidente russo. Ma siamo in tivù.

In estrema sintesi ecco, alla vigilia delle elezioni in Israele e nelle ore che seguono la notizia dell’omicidio di Boris Nemtsov a Mosca che apre i TG americani, un intreccio straordinario di realtà e finzione, come meglio non si poteva augurare l’autore di House of Cards, Beau Willimon.

C’è ormai tanta politica estera in America nelle serie tv. Trattata come può fare la televisione popolare che non è un corso di politica estera ad Harvard. Già successo in Homeland, in Madame Secretary ecc. Ma anche in The West Wing che è stato finora l’esempio migliore. Quello che però accade con House of Cards è che la semplificazione rasenta la parodia, secondo alcuni. Ne viene però fuori una puntata divertente, intrigante con un Kevin Spacey che quando sembra messo alle corde da Petrov-Putin esce fuori alla John Wayne. Siamo in un territorio e in una fase confusi con le Pussy Riot che recitano se stesse e la fiction è attraversata da notizie che sembrano inverarla. Così quando diciamo che House of Cards ha preso una deriva soap (come accade a molte serie) stiamo forse pensando che la realtà ha preso una deriva fiction. Dobbiamo prendere questi racconti televisivi per quello che sono, nel migliore dei casi (come House of Cards). Il Putin dell’era Berlusconi che abbiamo intravisto non era diverso dal Petrov della fiction. Poi sono arrivate Ucraina, Crimea e ora Nemtsov.

Andrea Salvadore

Vive a New York e fa il regista. Ha un blog, Americana Tv