Masters of sex

«La coppia che ha insegnato all’America ad amare» è scritto in una biografia di William Masters, ginecologo, e Virginia Johnson, ricercatrice. Ora una nuova serie su Showtime, partita ieri sera, ci racconta lo studio del «disastro del letto coniugale» prima della rivoluzione sessuale, sempre per dirla con il biografo. La storia della coppia di ricercatori, della loro fondazione nascosta in un anonimo Central Medical Building a St. Louis, si meritò una copertina di Time il 25 maggio 1970. All’uscita dell’articolo di Time, Masters e Johnson, che avevano allora 54 e 45 anni, avevano trattato i casi di 382 donne e 312 uomini affetti dal problema che definirono «umana inadeguatezza sessuale», ovvero il deserto della libido. I due terapisti, si disse, intendevano riparare al crescente aumento dei divorzi dovuti alla moria di orgasmi. Erano stati così inizialmente investiti di una missione che ne ha fatto dei pionieri in un campo attraversato da pochi scienziati prima di loro, Alfred Kinsey tra tutti e il suoi famosi rapporti del 1948 e 1953. Diranno poi di essere degli «investigatori del sesso, non degli educatori» per scrollarsi di dosso la sovrastruttura etica.

Le sessioni di terapia fisica e psicologica erano in media di due settimane e Masters e Johnson vantarono un successo dell’80 per cento sui loro pazienti nell’arco dei cinque anni a seguire. Il loro primo libro del 1966, sui risultati di una ricerca eseguita su volontari reclutati attraverso università, era stato un boom di vendite: 250 mila copie nonostante fosse un trattato clinico senza concessioni a curiosità varie, anche se un dildo connesso ad una camera era stato introdotto nella vagina delle cavie. L’accusa di essere dei meccanicisti fu la più comune, ma grazie a loro si sviluppò una nuova leva di terapisti sessuali.
I risultati delle ricerche stabilirono cose che Time 43 anni presentò come verità scientifiche fino ad allora non così scontate. Esempi: la misura del pene non è una misura del successo del rapporto, la masturbazione non fa male, ecc., insomma cose che sapete.

Masters e Johnson, proseguendo nello sviluppo della terapia, usarono volontari non accoppiati nella vita (anche prostitute) e si sganciarono dal recinto matrimoniale. Entrarono in una nuova dimensione dei rapporti sessuali, per l’epoca, gli anni della presidenza Eisenhower. Lui stesso, William Masters, era registrato repubblicano. Da ginecologo William Masters pare si fosse stancato di non riuscire a dare risposte alle sue pazienti. Virginia Johnson, due figli, cantante, era reduce da un divorzio quando Masters le offrì di lavorare alla ricerca, nel 1957. Virginia non era laureata. I due diventarono in breve celebrità. Non so se la serie di Showtime ci mostrerà le controverse ricerche dei Masters of Sex con pazienti omosessuali. Sono di quelli che non leggono mai come vanno a finire i film prima di vederli. La relazione di lavoro dei due scienziati si trasformò in matrimonio e poi in divorzio. La loro fondazione, aperta nel 1964, chiuse nel 1994 nel silenzio.

Nel primo episodio, andato in onda dopo l’inizio della terza stagione di Homeland, si respira un’ovvia aria da Mad Men. Siamo nel 1956. Perfetta ricostruzione. Masters sposta una paziente di colore nelle corsie dei bianchi dell’ospedale in cui lavora, per curarla meglio. Scopriamo scampoli della vita coniugale, infelice , di William. E di quella, più libera, di Virginia. Dicono quelli che hanno visto oltre la prima puntata che i personaggi non hanno quei due tre livelli di lettura delle migliori serie televisive. Ci sono però abbozzi di antieroi e c’è quello che ha fatto la fortuna di parecchie cose viste in questi anni su HBO e Showtime, anche se poi parliamo sempre d’altro. Intendo dire sesso e nudità. In questo caso però, capirete, tutto è assolutamente giustificato.

Andrea Salvadore

Vive a New York e fa il regista. Ha un blog, Americana Tv