Signore e signori, Milano

Giovedì 29 gennaio, alle ore 18-21 a Milano alla Galleria Bel Vedere in via Santa Maria Valle 5 apre la decima edizione di Prima Visione, mostra collettiva sulla città in cui ogni anno più di 40 autori (questa edizione ne conta 43) espongono un’opera realizzata nell’anno precedente.
Una visione trasversale per linguaggi e aree d’interesse che riguarda la città. Un racconto che – se volessimo ripercorrere questi 10 anni conterebbe oggi circa 500 immagini, selezionate da un comitato composto da photoeditor e curatori del GRIN (www.photoeditors.it) che invitano gli autori e ne selezionano le proposte – ci offrirebbe un viaggio profondo attraverso le trasformazioni, capace di sottolineare i cambiamenti sociali e urbanistici, talvolta poetico ed efficace nel mostrare il disagio. Un’opera continua che forse andrebbe raccolta e accompagnata dalle parole  di scrittori e giornalisti, per consolidare quel patrimonio fondamentale che Milano non si accontenta di custodire ma (ri)genera mostrando un’incessante trasformazione che trova qui, più che altrove, la sua testimone privilegiata: quella fotografia che ama Milano e da cui è riamata.

L’imminente Expo è un ulteriore pretesto che accelera e amplifica l’osservazione del cambiamento, ma l’amore ha avuto origine molto tempo fa e, inossidabile, si tramanda di generazione in generazione. Non scommetto ma ne sono quasi certa, nessuna città italiana è stata così tanto indagata dall’obiettivo. Milano è cemento e fabbriche (un tempo), skyline e luci oggi. Sperimentazione architettonica, laboratorio di futuro. Nel suo ventre si agitano contraddizioni e conflitti di classe che fanno la storia. Molte prospettive, molti cambiamenti, più che ritratta, indagata. La nuova città metropolitana non è facile allo sguardo, va cercata e studiata, esplorata come ha fatto per tutta la vita Gabriele Basilico, che a Milano ha dedicato energia e studio, cercando nello spazio urbano la metafora della società.

Altri, come Luca Campigotto (una sua immagine è presente nella gallery che segue) con diverso approccio, hanno cercato la sua luce, l’hanno attesa e amata nel silenzio della notte. Altri ancora, hanno cercato una traccia, un percorso come Pierfrancesco Celada, che ha seguito la linea 90. Fuori 90 è il titolo delle sue esplorazioni, la sua ricerca di una città anonima, che non si contraddistingue, non si trova più. Schiacciata tra la periferia e l’hinterland senza più bordi e confini. Sua l’immagine poetica di bambini curiosi intorno alla carcassa di un’automobile all’estrema periferia di un non so dove e perché (nella gallery che segue). E bella è l’immagine di Thomas Pagani in cui scheletri imponenti di grattacieli lasciano piccoli cadaveri di cemento rompendo l’orizzonte per dare vita alla nuova città.
Nessuno sa cosa sia. Nessuno immagina cosa sarà.

Questa necessità di comprenderla, di acquisirla è alla base di esperienze contemporanee che a Milano hanno trovato la forza di nascere e svilupparsi: Miciap, Milano Città Aperta, di cui non ho avuto la prontezza di scrivere su queste pagine in occasione della felice campagna di crowfunding che ha dato a questo piccolo e giovane gruppo di appassionati fotografi e non, la possibilità di andare avanti con il progetto di un sito che raccoglie storie visive sulla città; un giornale online, un archivio fotografico, un’identità ibrida, com’è giusto che sia, che monitorizza, invita autori e ospita contributi dedicati all’interpretazione della città.
Un sito-archivio, più un laboratorio, è anche l’esperienza di Exposed, altra interessante esperienza di ricerca visuale sulla trasformazione urbana della città e la sua relazione con Expo. Di queste e altre esperienze che ancora non conosco, bisognerà parlare meglio prima o poi, sulle pagine di carta, del web o alla vecchia maniera, per voce sola. Meritano attenzione e sostegno e nella mia fantasia dovrebbero essere virali e contagiare altre realtà urbane di questo Paese che non costruisce (e non conserva) memoria.
Appuntamento alla Galleria Belvedere per una buona (decima) visione. Fino al 7 marzo 2015
, da martedì a sabato, ore 15-19, ingresso libero – belvederefoto.itfacebook.com/belvederefotografia

Renata Ferri

Giornalista, photoeditor di "Io Donna" il femminile del "Corriere della Sera" e di "AMICA", il mensile di Rcs Mediagroup. Insegna, scrive, cura progetti editoriali ed espositivi di singoli autori e collettivi.