Le nuove confezioni delle sigarette, terroristiche

Oggi ho comprato le sigarette e ho scoperto il nuovo aspetto terroristico della confezione. A quello vecchio ci eravamo abituati, e quasi affezionati. Scritte chiare, educative, rispettose. Tipo: “Il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno”, oppure “I figli dei fumatori hanno più probabilità di cominciare a fumare”. La mia preferita era: “Il fumo danneggia la tua pelle”. So di gente che in tabaccheria chiedeva espressamente quella, costringendo il tabaccaio a compulsare svariati pacchetti. Ora siamo su un altro livello. La marca delle sigarette, intanto, è molto rimpicciolita, quasi non si vede. E fin qui, poco male. La scritta al centro dice: “Il fumo causa attacchi cardiaci”. Ci può stare. Ma sopra, a colori, c’è la foto di un cadavere. Non tutto il corpo, solo la testa, e una mano guantata di bianco scosta un telo per mostrarlo. Cioé, io non so se quella è veramente la faccia di un cadavere, o se si tratta di un modello in posa. Tipo: “Cara, oggi ho posato come cadavere, una passeggiata”. Se è un vero cadavere, avranno chiesto il permesso ai familiari o se ne sono infischiati? O magari hanno pagato un modesto rimborso? Ma, soprattutto, chi è quello lì abbastanza pallido e con gli occhi chiusi, morto vero che sia oppure modello in posa?

Mi hanno detto – lo scoprirò la prossima volta che vado dal tabaccaio – che il nuovo filone terroristico non si ferma qui. Che ci sono foto di polmoni anneriti e altre frattaglie malmesse. Vene, arterie, svariati tubi intasati. Un campionario horror. Dal tabaccaio fioccavano commenti. Quello più frequente critica il fatto che lo Stato guadagni un sacco di soldi con le tasse sui tabacchi, e imponga poi di scoraggiare i consumatori. Il secondo più frequente sottolinea il fatto che anche gli alcolici sono parecchio tassati, ma lo Stato non si cura di scoraggiarne il consumo pur sapendo bene che pure quelli sono dannosi. Mica ti mettono la foto a colori di un fegato cirrotico. Anzi, la pubblicità è legale, e ti spiega quanto sei figo se bevi il tal whisky o la tal vodka. Poi, però, i consumatori più ragionevoli ammettono che alzare a dismisura la tassazione sui tabacchi (in altri paesi europei le sigarette costano più che da noi) sia un mezzo legittimo per scoraggiarne il consumo. Almeno il consumo dei meno abbienti, perché i più abbienti se infischiano. Io però, guardando la foto del cadavere vero o finto che sia, sono dell’idea che stiano un tantino esagerando. Cioè, i fumatori lo sanno benissimo che fumare fa male. Non è il caso di trattarli come deficienti. Per non considerare che magari uno per ripicca si butta a fumare di più. Oppure – è questo è un consiglio che posso dare a qualcuno più portato per l’imprenditoria – sta per scoppiare un nuovo boom dei portasigarette, roba che non si vedeva più dagli anni Quaranta. Allora erano un vezzo da snob, ora è legittima difesa.

Fabrizio Ravelli

Fabrizio Ravelli, milanese del 1951, giornalista per molti anni a la Repubblica, non ha mai scritto libri per il momento.