La recensione dell’iPhone 7 Plus

È uscita una nuova coppia di iPhone: si tratta degli iPhone 7, la decima generazione dei telefoni smart di Apple. I punti salienti sono l’estetica, identica ai precedenti iPhone 6 e 6s (invece, con le generazioni 2, 3, 4 e 5 ogni cambio biennale di numero ha corrisposto un sostanziale cambio di design), resistenza a spruzzi e polvere, doppia fotocamera nel modello Plus, eliminazione del jack audio, sostituito da cuffie che utilizzano la porta dati/carica “Lightning” per connettersi al telefono (ma Apple ha presentato anche le nuove cuffie AirPods senza fili con una tecnologia parzialmente proprietaria) e un nuovo processore A10 Fusion progettato da Apple stessa che equivale a quello di un personal computer di fascia media. Quella che segue è la mia recensione. La faccio precedere da questo spot di Apple, che si distacca fortemente come estetica da quelli a cui siamo stati abituati negli ultimi anni: niente colonna sonora, montaggio rapido, nero da tutte le parti. Una nuova era?

1– A luglio di quest’anno, quando Apple ha presentato agli sviluppatori i suoi nuovi sistemi operativi, una sezione del Keynote è stata dedicata alla privacy: secondo Apple è possibile offrire servizi di intelligenza artificiale e di machine learning senza bisogno di condividere le informazioni personali degli utenti.

Uno dei requisiti perché questo possa avvenire è che molte attività di calcolo ad esempio per il riconoscimento dei volti, necessario come vedremo in questa recensione per molto servizi e nuove funzionalità, venga fatto sul device anziché caricando le foto personali nel cloud. Occorre però che l’apparecchio sia molto potente.

È questo il senso che ho dato all’informazione che ho letto nei giorni scorsi: il processore di iPhone 7, il nuovo A10 Fusion creato internamente ad Apple, è più potente di quelli di tutti i MacBook Air finora in commercio, e superiore a quello dei MacBook Pro di tre anni fa. Fusion viaggia a due velocità, cioè è dotato di due “blocchi” di calcolo. Uno molto potente per fare cose notevoli (dai videogiochi con la grafica più spinta alle applicazioni più complesse) e uno molto risparmioso per l’ordinanza amministrazione: motivo per cui iPhone 7 ha due ore di autonomia in più nell’uso medio rispetto all’iPhone 6s e la versione 7 Plus (quella con lo schermo più grande) un’ora in più rispetto alla generazione precedente iPhone 6 Plus.

2– Il nuovo apparecchio di Apple che ho in prova per questa recensione è il modello iPhone 7 Plus color oro con 256 GB di memoria. Apple quest’anno ha presentato due nuove colorazioni: jet black (un nero particolarmente lucido che richiede nove lavorazioni per arrivare all’aspetto definitivo) e nero “tradizionale” opaco, come sono peraltro gli altri colori bianco (che Apple chiamava Grigio Siderale e ora Argento), Oro rosa e, appunto, il modello color Oro che ho io. L’unica differenza, sia per le versioni “normali” che Plus degli iPhone 7 è nella ripartizione della memoria di archiviazione: tutti i modelli hanno 32, 128 o 256 GB a parte il modello Jet Black sia normale che Plus, che ha invece solo i tagli da 128 e 256 GB.

Alla dimostrazione fatta da Apple dei nuovi apparecchi ho avuto la possibilità di toccare tutte le varianti di colore: il modello Jet Black ha due caratteristiche che saltano subito all’occhio. La “presa” sull’apparecchio è molto solida, le dita non scivolano affatto, e al tatto è il più piacevole di tutti. Ed è anche una vera calamita per le ditate sia per il tipo di superficie lucida che per il colore nero, che non le nasconde affatto. Ovviamente, avendoli avuti in mano ciascuno per pochi minuti non posso esprimermi sulle microabrasioni da uso che alcuni recensori segnalano per la varietà Jet Black. Si tratterebbe di minuscoli graffi, quasi invisibili a occhio nudo, che comunque non capitano con gli altri modelli, e che deriverebbero dal contatto con altri oggetti più duri ad esempio in tasca: chiavi, monete, oggetti di metallo. In ogni caso, la maggior parte delle persone mette il telefono in una cover e quindi il problema semplicemente non si pone.

Se si utilizza una cover (come il sottoscritto, peraltro) l’unica differenziazione tra i modelli di iPhone è tra quelli che hanno la “faccia” nera (Black e Jet Black) e quelli che ce l’hanno bianca (alluminio, oro e oro rosa), dato che si vede solo il lato dello schermo. Il vantaggio di avere un telefono con la faccia nera è che, a schermo spento, la superficie sembra continua e non si capisce dove finisce il vetro e dove il bordo (peraltro molto ridotto). Alla fine, dato che il livello di finiture privo di soluzioni di continuità fra schermo e cornice è comune a tutte le colorazioni, è meramente una questione di gusto.

Una cosa per il quale l’iPhone 7 è stato fortemente criticato da alcuni è l’assenza di un jack audio. Apple ha deciso di eliminare la porta sia per aumentare la resistenza ai liquidi (adesso iPhone è resistente agli schizzi: tra un attimo ci torno) che per innovare la qualità dell’audio utilizzando un sistema digitale alimentato anziché analogico. Le cuffie di serie vanno più che bene e l’adattatore fornito assieme al telefono, che permette di collegare cuffie con jack audio al telefono, mi ha permesso di usare anche le mie cuffie a cancellazione del rumore. Problema zero, dal mio punto di vista, e mi spiace solo non aver avuto a disposizione per la prova le cuffie AirPods. Si tratta di auricolari senza fili con una serie di caratteristiche innovative delle quali magari parleremo quando sarà possibile provarli. Intanto, il surreale video dell’artista del design conosciuto come Jony Ive, che sembra veramente una star di MTV quando fa da voice over a queste clip. Se non altro, si vedono le nuove cuffie senza fili e la scatoletta che le contiene (le cuffie con filo di iPhone 7 non hanno più la scatoletta di plastica).

3– Non ho provato la resistenza all’acqua perché, visto il costo del telefono, semplicemente non me la sono sentita di immergerlo per meno di mezz’ora in un metro d’acqua. Diciamo che non ho motivi per non credere che sia davvero resistente agli schizzi d’acqua e alla polvere, e le conferme da parte di altri giornalisti che invece hanno eseguito la prova non hanno eccezioni. Una nota però è importante: a differenza del nuovo Apple Watch Serie 2, che può essere usato in piscina o al mare per nuotare (resistente all’acqua sino a 50 metri) il nuovo iPhone 7 è meramente resistente agli schizzi e alla polvere. Tanto che Apple, in caso di infiltrazioni di liquidi, non riconosce alcuna forma di garanzia, esattamente come prima. La volta che questo cambierà non temete che faranno spot con gente che fa scuba diving con il telefono per fotografare i pesci, esattamente come lo spot del nuovo Apple Watch mostra gente che nuova in piscina.

Aver tolto il jack audio ha lasciato lo spazio per allineare una seconda cassa audio (e relativa griglia perforata nella scocca) che permette di avere audio simmetrico. Inoltre Apple ha ricavato un terzo altoparlante per il vivavoce anche dall’uscita audio tradizionale, con il risultato che l’iPhone 7 nella mia prova “suona” decisamente più forte, con bassi più profondi e naturali e che non c’è più bisogno di mettere una mano a coppetta accanto all’uscita audio per riuscire a sentire bene il suono anche da davanti. Adesso l’emissione è anche frontale e il guadagno, sia per le colonne sonore dei video che dei videogiochi che delle chat audio o delle telefonate, è notevole.

4– La forma del nuovo telefono è sostanzialmente analoga a quello delle due generazioni precedenti e così anche la maggior parte delle caratteristiche fisiche. Ci sono però due eccezioni che si notano fin da subito. La prima è ovviamente la nuova video/fotocamera posteriore (che per comodità chiamiamo fotocamera e basta) che è doppia e sporge in modo più visibile più rispetto a prima, e la seconda è il nuovo Touch ID, il pulsante “Home” che adesso è “allo stato solido”. Cosa vuol dire? Cominciamo da quest’ultimo.

Il pulsante “Home” dei telefoni è quello che sembra: un pulsante. Dall’iPhone 5s ha guadagnato anche la possibilità di riconoscere le impronte digitali del “padrone”, con una tecnologia di scansione del polpastrello che si chiama Touch ID. Con iPhone 6s questa tecnologia è stata ulteriormente raffinata e adesso è molto più veloce, al punto che Apple ha deciso di inserire nel sistema operativo iOS 10 una modalità che consente di accendere il display dello schermo (per vedere che ore sono o se sono arrivati messaggi) senza sbloccare il telefono, come invece accade anche con il minimo tocco del sensore da parte di dita “conosciute”.

Invece, iPhone 7 presenta una novità sostanziale che mi sta piacendo molto: il pulsante adesso non si muove più, è semplicemente un pezzo di metallo che però vibra perché al di sotto è stato installato un sistema che Apple chiama Taptic Engine, che poi sarebbe un magnete che si muove più o meno velocemente a seconda degli impulsi che gli vengono dati, provocando una vibrazione modulabile per intensità e frequenza. La stessa cosa, ad esempio, accade già con i nuovi trackpad di Apple usati ad esempio sui MacBook 12 e privi di parti in movimento, oppure sull’Apple Watch vecchio e nuovo, che percepisce i livelli di pressione sul display e reagisce in modo diverso, dando un convincente feedback con vibrazioni più o meno intense. La stessa cosa peraltro fa lo schermo degli iPhone dalla versione 6 con il 3D Touch, che permette di avere due livelli di pressione e, appunto, “feedback aptico” (cioè feedback tattile). La novità sta nell’averlo anche per il sensore delle impronte digitali/pulsante Home (il nome creato da Apple: “Taptic”, è un portmanteau tra “tap”, cioè l’equivalente del click sulle superfici touch, e haptic, che in italiano si traduce malamente con “aptico” (sarebbe meglio “tattile”) ed ha a che fare con la percezione attraverso il tatto.

Comunque, ecco qui l’ultimo video di Apple che presenta il processo di creazione del telefono sottolineandone il design (e la mancanza di jack audio). Solito voice over dell’artista conosciuto come Jony Ive.

La particolare disposizione del magnete e il modo con il quale viene mosso per me ha due conseguenze che considero interessanti. La prima è che adesso è possibile regolare l’intensità della risposta del tasto Home su tre diversi valori. La seconda è che Apple offre la possibilità agli sviluppatori di utilizzare il feedback del pulsante Home anche per altre applicazioni. Si apre un mondo in cui il feedback tattile permetterà ai creatori di app di fare cose sinora inedite.

Ho provato ripetutamente il pulsante e ho visto che il suo funzionamento è particolarmente azzeccato e mi piace molto. Sono bastati pochi minuti per abituarmi e non ho nessun problema. C’è inoltre una cosa che mi piace in particolare: dato che il sensore è capacitivo, si attiva solo quando è toccato da un pezzo del corpo umano, e non c’è più una attuazione meccanica, non c’è neanche più il rischio di premere il pulsante involontariamente perché qualcosa lo sta toccando. Per me questa è un’ottima cosa.

5– E veniamo alla cosa principale. La macchina fotografica. Sono state cambiate entrambe, quella anteriore e quella posteriore, e nel modello di iPhone 7 Plus c’è addirittura la doppia fotocamera posteriore. Per la anteriore ci sono stati notevoli miglioramenti sia sulla qualità dell’immagine che con una forma di stabilizzazione digitale che permette di avere buoni selfie e soprattutto ottime videoconferenze con Facetime. La fotocamera posteriore è invece secondo me la cosa più importante di questo nuovo iPhone 7 Plus. Parliamone un attimo con calma.

Negli ultimi cinque-dieci anni la fotografia digitale ha avuto una fortissima evoluzione. Prima con le compatte e le cosiddette “bridge”, che hanno messo in difficoltà il segmento delle macchine reflex professionali e semiprofessionali, e poi con gli smartphone, che si stanno letteralmente mangiando tutto il mercato. Proprio nel momento in cui aumenta il numero di fotografie che vengono scattate dalle persone in tutto il pianeta, diminuisce l’importanza dei produttori di macchine fotografiche tradizionali e il loro spazio. Si vendono nettamente molte meno macchine fotografiche di cinque anni fa e la colpa è dei venditori di telefoni cellulari.

Oppure, se volete metterla in un altro modo, Apple e gli altri produttori di smartphone di successo (Samsung, Huawei, Lg) sono anche i più grandi produttori al mondo di fotocamere digitali. Perché dire oggi che la fotocamera di un telefonino è un poco più di un giocattolo, dalla bassa qualità di immagine, vuol dire fare un grosso torto alle ottiche e ai sensori che vengono montati sugli smartphone contemporanei. Ogni generazione è un balzo in avanti notevole, dove non c’è più tanto il conto dei megapixel a fare da indicatore della qualità dei progressi, quando altri attributi e caratteristiche.

Immagine attraverso la vetrina di alcune miniature colorate. Scattata con il 28mm equivalente, 1/33, f/1.8, ISO 25

Immagine attraverso la vetrina di alcune miniature colorate. Scattata con il 28mm equivalente, 1/33, f/1.8, ISO 25

Lo scatto con l'obiettivo da 56mm equivalenti: notare il micromosso per le condizioni luminose non ideali. 1/50, f/2.8 ISO 32

Lo scatto con l’obiettivo da 56mm equivalenti: notare il micromosso per le condizioni luminose e la mancanza di stabilizzazione (è presente solo sull’obiettivo grandangolare). 1/50, f/2.8 ISO 32

6– Comunque, se fino ad ora l’iPhone era un smartphone che faceva anche le foto, adesso è sempre più una macchina fotografica che fa anche lo smartphone. E allora vediamo come funziona questa nuova macchina fotografica con doppio obiettivo posteriore, prerogativa del solo iPhone 7 Plus.

I due obiettivi sono tra loro diversi in tutto tranne che per il sensore, che è il medesimo da 12 megapixel: dopodiché c’è una versione grandangolare (equivalente a un 28mm) molto luminosa, con apertura massima di diaframma f/1.8 e stabilizzatore ottico d’immagine, e una versione che Apple definisce “tele” ma che sarebbe più corretto definire “normale spinto” equivalente a un 56mm con apertura massima del diaframma inferiore, pari a f/2,8. Entrambi sono dotati di un obiettivo composto da sei elementi con protezione finale in zaffiro (particolarmente resistente ai graffi e otticamente neutro).

Apple presenta questa doppia fotocamera come se fosse un tutt’uno: i due obiettivi protrudono in maniera gagliarda dalla scocca del telefono (anche per consentire l’impermeabilizzazione dell’apparecchio) e sono accompagnati da un flash al led con quattro luci. Il numero di luci di un flash è importante perché ciascuna è tarata su una frequenza diversa e questo consente di avere una resa dei colori più naturali, come si vede dalle foto. La prima utilità è data dalla possibilità di utilizzarli come sistema di zoom ottico: dal momento che sono uno il doppio dell’altro, sostanzialmente si ha a disposizione un obiettivo capace di zoommare 2x. Dopodiché si può continuare ad avvicinare il soggetto con lo zoom digitale, che serve più da lente d’ingrandimento che altro perché in realtà è semplicemente un taglio, un “crop” di una porzione della fotografia scattata alla massima risoluzione ottica.

Qui da notare la minima distorsione della batgirl a sinistra: gli obiettivi grandangolari tendono a distorcere ai bordi. 1/33 f/1.8 ISO 32

Qui da notare la minima distorsione della batgirl a sinistra: gli obiettivi grandangolari tendono a distorcere ai bordi. 1/33 f/1.8 ISO 32

Se si passa al "normale", cioè il 56mm equivalente, tutto torna a posto e le fattezze (piuttosto singolari) dei nostri personaggi) tornano più realistiche. 1/25 f/2.8, ISO 32

Se si passa al “normale”, cioè il 56mm equivalente, tutto torna a posto e le fattezze (piuttosto singolari) dei nostri personaggi) tornano più realistiche. 1/25 f/2.8, ISO 32

7– C’è un’altra funzionalità che è stata presentata con un certo entusiasmo da Apple, in particolare da Phil Schiller che sostiene di essere un appassionato di fotografia, ed è la modalità ritratto che opera in maniera unica per una macchina fotografica dotata di un sensore piccolo come quello degli smartphone. In pratica, vengono scattate due foto contemporaneamente dai due obiettivi, e poi il software opera una complessa serie di calcoli per identificare qual è il soggetto in primo piano e quale è lo sfondo, sfocando quest’ultimo e poi incollando assieme le due immagini. Il risultato che produce è quello di una fotografia con una forte separazione tra il soggetto in primo piano e il resto, che gli appassionati oggi chiamano con la parola giapponese “bokeh” ma che in realtà ha già un termine tecnico della fotografia in lingua italiana, e cioè “sfocato”.

Anche con un 28mm si può sfocare, ma la qualità non è spettacolare. Vedremo come farà la modalità ritratto che Apple rilascerà come aggiornamento a ottobre. 28mm, 1/100, f/1.8, ISO 20

Anche con un 28mm si può sfocare, ma la qualità non è spettacolare. Vedremo come farà la modalità ritratto che Apple rilascerà come aggiornamento a ottobre. 28mm, 1/100, f/1.8, ISO 20

La funzionalità, che è sostanzialmente un attributo del software di Apple, verrà aggiunta più avanti, attorno a fine novembre. Per adesso si è potuta vedere qualche immagine scattata in buone condizioni di luce ma con soggetti e sfondi di colori simili, che mostravano una certa unicità nella precisione con cui il soggetto è ritagliato e “viene fuori” dallo sfondo sfocato. Vedremo come sarà la versione definitiva: il risultato comunque è affascinante perché riuscire a ottenere uno sfocato di qualità fino ad oggi ha richiesto soggiacere a delle leggi della fisica-ottica ben precise: sensori molto grandi (dal full frame in su) e ottiche di notevole apertura (sotto f/2). Riuscire a generare lo sfocato in maniera parzialmente artificiale con l’ausilio del software e con immagini finali di alto livello è un risultato rimarchevole (se funziona).

8– C’è un altro aspetto che in realtà a me ha colpito di più: la possibilità di ottenere migliori immagini in condizioni di scarsa illuminazione. Sinora l’iPhone ha avuto una posizione di tutto rilievo come apparecchio fotografico di alta qualità in condizioni di ottima luce ambientale. Ottima resa dei colori, zero distorsioni e aberrazioni ottiche, praticamente perfetto pur nei limiti di un sensore estremamente piccolo e di un obiettivo fisicamente altrettanto piccolo. Adesso, grazie a una apertura massima del diaframma maggiore (f/1.8, che consente di far entrare più del doppio di luce rispetto agli iPhone 6s) e alla stabilizzazione ottica, che consente di utilizzare tempi di posa più lunghi minimizzando il rischio di mosso (e anche qui, questo vuol dire che entra più luce), per me i risultati notturni o quantomeno serali delle foto scattate con iPhone 7 sono semplicemente spettacolari. Non dico che già ci siamo, ma questo telefono mi fa capire che manca davvero poco al momento in cui non ci sarà più bisogno di comprare altre macchine fotografiche che non siano quella del proprio smartphone.

iPhone 7 Notte

La notte è buia per i piccoli sensori: scatto con il 28mm a 1/4 (possibile con un sacco di stabilizzazione ottica) f/1.8 e ISO 1000, che per un apparecchio di queste dimensioni è tantissimo

Soprattutto per le immagini spontanee scattate in casa o con gli amici, oppure per i viaggi in cui non si ha voglia di portarsi dietro l’attrezzatura fotografica magari minimal ma pur sempre un po’ ingombrante e a rischio furto, secondo me l’iPhone 7 è una macchina fotografica da tenebre assolutamente di conto. Anzi, proviamo a metterla così: sono consapevole che questo telefono abbia un prezzo elevato, ma visto la resa di tutto rispetto delle fotografie (e del video 4K 60 fps) mi sento di dire che bisogna scalare il prezzo di una fotocamera compatta di buona qualità con un minimo zoom ottico: almeno 400 euro se non più. Perché semplicemente, comprando l’iPhone 7, incluso nel prezzo c’è anche la prestazione di un apparecchio fotografico di quel tipo. La maggior parte degli utilizzatori di macchine fotografiche reflex di fascia media e medio-bassa utilizza un unico obiettivo, cioè quello fornito in kit con la macchina: tipicamente uno zoom 18–55 o simile, che è l’equivalente di un 28–80mm, ovvero uno zoom ottico 2,8x. Sostanzialmente, cioè, utilizza un obiettivo con focali analoghe allo zoom ottico dell’iPhone 7 Plus. A questo punto, perché perdere tempo?

Oltretutto, la sorpresa che arriva in questo settore con iOS 10 (del quale ho già parlato in un precedente articolo qui) è la possibilità di trattarle le immagini nella loro versione “raw”, cioè come file DNG (lo standard open creato da Adobe). È non solo il segnale che Apple ha deciso di fare un salto in avanti circa la maturità della sua piattaforma fotografica, ma anche che c’è una nuova opportunità per chi voglia prendere sul serio la propria attività fotografica con iPhone. I file raw permettono di rielaborare molte più cose di quante non siano consentite da un jpeg, variando dopo lo scatto l’esposizione, la temperatura della luce, il colore e mille altre variabili. Siccome l’iPhone – e l’iPad – diventano anche quello che gli sviluppatori permettono di fare con le loro app, vale la pena ricordare che esistono una miriade di strumenti per la fotografia, sia per lo scatto (l’app Camera di Apple non offre la possibilità di scattare direttamente in raw, ma altre gratuite o a pagamento di terze parti sì) sia per la post produzione. Spiccano in questo secondo settore le versioni iOS di Photoshop e Light Room. Sono entrambi gratuiti ma richiedono la sottoscrizione di uno dei piani Adobe per la Creative Cloud per avere accesso a tutte le funzioni avanzate.

Ottima prova del 28mm che mostra la gamma dinamica piuttosto estesa del sensore di iPhone 7. Scatto a 1/112, f1.8, ISO 20

Ottima prova del 28mm che mostra la gamma dinamica piuttosto estesa del sensore di iPhone 7. con il file raw a disposizione si può aumentare l’esposizione di almeno uno stop. Scatto a 1/112, f/1.8, ISO 20

Stesso soggetto scattato con il 56mm e un'esposizione sbagliata: per tenere i particolari della pianta in ombra la sovraesposizione del sole ha bruciato il resto. 1/50, f2.8, ISO 125

Stesso soggetto scattato con il 56mm e un’esposizione sbagliata: per tenere i particolari della pianta in ombra la sovraesposizione del sole ha bruciato il resto. Anche qui, con il file raw si chiude di uno-due stop e si recupera quasi tutto, Scatto a 1/50, f/2.8, ISO 125

9– Dal momento che ho utilizzato tutti gli iPhone sinora in commercio (dal primo iPhone 2G del luglio 2007, mai arrivato ufficialmente in Italia) ho sviluppato una certa abitudine allo scatto con questo apparecchio. È incredibile il numero di passi in avanti fatti sia per la qualità delle immagini che per la facilità di archiviarle e sincronizzarle tra apparecchi diversi con iCloud. In questo campo la piattaforma di Apple è unica perché, semplicemente, funziona. Sempre iOS 10 è sorprendete per la capacità che ha di elaborare sul proprio apparecchio le foto scattate in passato (ne ho circa 12mila), raggruppandole con un sistema di intelligenza artificiale per creare dei “Ricordi”, cioè degli slide show davvero originali, modificabili per ritmo (la musica di sottofondo) e lunghezza dello show con pochi tocchi. Non sono mai stato un grande appassionato della funzione Live Foto introdotta con la precedente generazione di telefoni, che consente di salvare “attorno” alla foto anche due microvideo del secondo e mezzo immediatamente precedente e successivo lo scatto. Invece, la funzionalità “Ricordi” di Foto mi piace molto e sta sorprendendo me, la mia famiglia e i miei amici per il numero di situazioni coerenti che riesce a raccogliere e creare (feste di Natale e Capodanno, viaggi, particolari momenti di una vacanza, compleanni), e che non ci ricordavamo più da sembrare quasi magica.

Nei giorni in cui ho potuto provare iPhone 7 sono stato sorpreso positivamente soprattutto da tre cose. La prima è l’autonomia della batteria. Abituato all’iPhone 6s Plus, che è sostanzialmente il miglior iPhone come durata di batteria sino a questo momento, ho notato un sensibile balzo in avanti. Lasciati passare i primi due giorni di continuo utilizzo del nuovo telefono per configurare le tutte le cose necessarie all’uso dopo averlo impostato trasferendo il contenuto del vecchio telefono in una serata (la procedura è totalmente automatica ma molto lunga perché, alla fine del backup del primo e impostazione del nuovo, occorre attendere che vengano riscaricate tutte le app di terze parti dallo store: alcuni gioco sono giganteschi…), ho avvertito chiaramente che la durata della batteria è migliorata.

La seconda cosa sono le fotografie: amo molto la street photography, le istantanee in famiglia, i ricordi dei viaggi, e quindi i panorami, ma anche i ritratti, i particolari, le foto più di dettaglio. Adesso finalmente è possibile avere entrambe: non occorre comprare lenti aggiuntive di terze parti (che solitamente introducono un netto peggioramento della qualità fotografica dell’iPhone, una specie di costosa lomografia) per avere molta più flessibilità fotografica. La presenza di stabilizzazione ottica e di obiettivi abbastanza luminosi consente ad Apple di tarare il suo algoritmo per l’esposizione facendo praticamente tenere sempre il diaframma tutto aperto: ci pensa l’otturatore elettronico a ridurre l’eventuale luce in eccesso oppure ad allungare i tempi quando la luce scarseggia, In questo modo non c’è bisogno di spingere troppo su gli ISO, che sono il punto debole dei sensori molto piccoli.

Dettagli, contrasto, definizione: con buona luce il 28mm di iPhone è notevole. Scatto a 1/293, f1.8, ISO 20

Dettagli, contrasto, definizione: con buona luce il 28mm di iPhone è notevole. Scatto a 1/293, f/1.8, ISO 20

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E anche il 56mm fa cose egregie. Stessa foto, ingrandimento x2. Scatto da 1/100, f/2.8, ISO 20

Infine, terza cosa che mi ha molto colpito, è la resa dei colori. Non solo quella delle fotografie, che sono eccezionali, ma anche del display. Non avevo capito lì per lì che Apple ha cambiato il display e davo per scontato fossero il medesimo schermo retina degli apparecchi precedenti: stesse dimensioni, stesso pannello, stessa luminosità, stessi colori. Invece il pannello è diverso, la luminosità maggiore del 25% (si vede molto chiaramente) e soprattutto c’è un gamut dei colori più ampio: questo non si traduce nel vedere colori prima invisibili, quanto in una maggiore ricchezza della gamma dinamica dei colori presenti sullo schermo. Più che guardando colori assoluti (il giallo da solo è perfetto anche nei vecchi iPhone) lo si nota nel passaggio da un colore all’altro, nella ricchezza delle sfumature, nell’abbondanza della tavolozza disponibile.

10– La prova che non si trattasse di una mia impressione l’ho avuta andando a sfogliare l’album di immagini ad alta risoluzione del maestro del bianco e nero americano, Ansel Adams, che conservo religiosamente nei miei telefoni. Il bianco e nero paradossalmente non mente, perché è molto più “difficile” per un display che non il colore. Meno spazio di manovra per saturare la pupilla dello spettatore. Fianco a fianco con il “vecchio” iPhone 6s Plus, la ricchezza dei neri, la modulazione dei toni, la profondità dei dettagli visibili sul nuovo apparecchio è significativa. Un’esperienza che mi piace molto e che secondo me è da tenere di conto quando si valuta l’acquisto di un telefono con lo schermo grande.

Dettagli, colori, distorsione praticamente inesistente. 1/699, f/1.8, ISO 20

Dettagli, colori, distorsione praticamente inesistente. 1/699, f/1.8, ISO 20

Si passa al 56mm con risultati ottimi 1/259, f2.8, ISO 20

Si passa al 56mm con risultati ottimi 1/259, f2.8, ISO 20

Mix di luci alte e basse. Prestazione maiuscola anche con i colori. 28mm 1/14, f1.8, ISO 100

Mix di luci alte e basse. Prestazione maiuscola anche con i colori. 28mm 1/14, f1.8, ISO 100

Anche il 56mm rende bene. Gioco di riflessi in cui però l'app di base, non permettendo di mettere a fuoco "in finezza", ha sfocato troppo. 1/17, f/2.8 ISO 80

Anche il 56mm rende bene. Gioco di riflessi in cui però l’app di base, non permettendo di mettere a fuoco “in finezza”, ha sfocato troppo. 1/17, f/2.8 ISO 80

Spettacolare la capacità di"prendere": non siamo all'altezza di una macchina professionale ma per uno scatto "sparato" al volo, la resa è superiore alle aspettative. 28mm  1/1750, f/1.8, ISO 20

Spettacolare la capacità di”prendere”: non siamo all’altezza di una macchina professionale ma per uno scatto “sparato” al volo, la resa è superiore alle aspettative. 28mm  1/1750, f/1.8, ISO 20

Da notare l'effetto movimento e i dettagli nelle ombre. 56mm, 1/1000, f/2.8, ISO 20

Da notare l’effetto movimento e i dettagli nelle ombre. 56mm, 1/1000, f/2.8, ISO 20

Dettagli, contrasti, tonalità: tutto in ordine. 56mm, 1/1650, f/2.8, ISO 20

Dettagli, contrasti, tonalità: tutto in ordine. 56mm, 1/1650, f/2.8, ISO 20

A Milano la domenica c'è gente che corre. Buoni i colori, la nitidezza, la resa dei soggetti. 28mm, 1/2000, f1/8, ISO 20

A Milano la domenica c’è gente che corre. Buoni i colori, la nitidezza, la resa dei soggetti. 28mm, 1/2000, f1/8, ISO 20

Con l'impostazione 1:1, reminescente del 6x6 del medio formato e delle immagini di Instagram, si possono centrare soggetti in movimento con garbo ma buona resa cromatica. 28mm, 1/190, f1.8, ISO 20

Con l’impostazione 1:1, reminescente del 6×6 del medio formato e delle immagini di Instagram, si possono centrare soggetti in movimento con garbo ma buona resa cromatica. 28mm, 1/190, f1.8, ISO 20

Tunnel di passaggio della cantina di casa mia. Luce dall'alto, dalle lampade, ombre, cavità. C'è la texture della materia che rende ottimamente l'idea e lo stop e mezzo in più di diaframma assieme alla stabilizzazione permettono tempi lunghi con risultati notevoli. 28mm, 1/10, f/1.8 ISO 100

Tunnel di passaggio della cantina di casa mia. Luce dall’alto, dalle lampade, ombre, cavità. C’è la texture della materia che rende ottimamente l’idea e lo stop e mezzo in più di diaframma assieme alla stabilizzazione permettono tempi lunghi con risultati notevoli. 28mm, 1/10, f/1.8 ISO 100

Nella mia routine quotidiana l’iPhone Plus (sia i precendenti due che questo nuovo 7) è sicuramente la mia macchina fotografica compatta preferita, ma è anche il mio organizer per la posta elettronica, la rubrica e il calendario. È il mio assistente personale ma anche il mio reader di web e social, il blocnotes dove butto giù i miei pensieri e le note più urgenti, dove verifico indirizzi e destinazioni, il navigatore urbano e per i viaggi più lunghi, lo strumento per acquistare biglietti del treno, fare check-in in aeroporto, portare i miei biglietti del treno e dell’aereo, le fidelity card di supermercati, hotel, librerie e quant’altro, il mio visore di realtà aumentata, lo strumento di comunicazione tradizionale (telefonate ed sms), multimediale (Facetime), gruppi e comunicazioni digitali (Whatsapp e Telegram, più altri), di editing base dei testi (rivedere i Pdf degli articoli per alcune riviste), editing immagini (con Light Room e altri software). In Italia non esiste Apple Pay sennò sarebbe anche il mio borsellino e potrei finalmente lasciare i soldi a casa.

Comunque, a me il telefono permette di fare numerosi pagamenti già adesso (acquisto su Amazon, ad esempio, più spesso dal telefonino che non dal Mac) o altre attività simili con ben pochi limiti. Mi accorgo adesso che, se volessi davvero andare avanti con la lista di cose che faccio, magari non tutti i giorni ma comunque le faccio, con il telefonino di Apple, probabilmente questo articolo già significativamente lungo diventerebbe il doppio.

Non voglio tediare nessuno e lascio la lista in sospeso magari per qualche altra occasione, però la cosa a cui cerco di stare attento quando cambio telefono è l’impatto complessivo che questo ha su così tante parti delle mia vita. Nei primi giorni d’uso l’iPhone 7 Plus si è dimostrato un ottimo potenziamento rispetto alla versione 6s Plus: rivoluzionario per le foto, straordinario per la velocità e l’autonomia, innovativo per alcuni aspetti che sono complementari e molto graditi, cioè display e fotocamera per il colore, Touch ID allo stato solido, memoria. Penso che chi provenga da un iPhone 5/5s troverà questo apparecchio come una specie di manufatto del futuro. Nelle mie prove precedenti la versione da 4,7 pollici (iPhone 6 e 6s, oltre al 7) era risultata comoda ma mi portava ad avere sempre con me un iPad per compiti più onerosi in termini di ampiezza dello schermo. Adesso, la versione Plus delle ultime tre generazioni di iPhone mi ha permesso di abbandonare l’iPad mini e ricorrere al Pro da 9,7 pollici con cover/tastiera di Apple solo per i viaggi o particolari circostanze lavorative in giro per la città. In una frase sola, per tutte queste cose e anche altre che sto scoprendo, penso che non ci si debba far ingannare dall’abito praticamente identico alle due generazioni precedenti: l’iPhone 7 Plus non è solo meglio, è molto meglio dei suoi predecessori.

Ed ecco il bianco e nero, come promesso. Formato 6x6, ottima resa, anche se c'è la compressione di Instagram. Scattato con il 28mm 1/1200, f/1.8, ISO 20

Ed ecco il bianco e nero, come promesso. Formato 6×6, ottima resa, anche se c’è la compressione di Instagram (si vede soprattutto nel cielo) ma i particolari reggono bene nonostante la vicinanza di ombre e di luci, e il microcontrasto è notevole. Scattato con il 28mm 1/1200, f/1.8, ISO 20

Antonio Dini

Giornalista e saggista, è nato a Firenze e ora vive a Milano. Scrive di tecnologia e ama volare, se deve anche in economica. Ha un blog dal 2002: Il Posto di Antonio