Il buon esempio

Ho ricevuto questa risposta da parte di Renault, a proposito della questione della “brand safety” e delle inserzioni pubblicitarie sui siti di news dedicati a falsificazioni o a messaggi di odio razziale o politico. È un approccio promettente e apprezzabile, e dovrebbe diventare un modello di rigore praticato da ogni azienda seria.

«Renault è un’azienda molto attenta ai temi di Brand Safety.
Da oltre due anni ha infatti aderito, tramite l’agenzia che ne gestisce le pianificazioni sui mezzi di comunicazione, a precise politiche e protocolli di sicurezza che vengono sottoscritte dalle concessionarie di pubblicità ogni qual volta venga approvato un piano.
Le nostre procedure aziendali sono volte a limitare al massimo i rischi che questi incidenti accadano, vincolando tutte le concessionarie con cui lavoriamo ad escludere dalle loro pianificazioni siti con contenuti illeciti e ad utilizzare strumenti di Brand Safety che prevengano la pubblicazione di campagne pubblicitarie su realtà di dubbia matrice morale. Laddove questo dovesse accadere Renault sarebbe a tutti gli effetti parte lesa.
In caso di pubblicazioni all’interno di contesti lontani da ambienti consoni, sarà nostra premura verificare le relative responsabilità, riservandoci di rivalerci sulla specifica concessionaria qualora la pianificazione si rivelasse intenzionale o comunque non siano stati adottati i mezzi preventivi previsti dalla nostra clausola di prenotazione».

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).