Giornata Mondiale del poco e anche inutile

Siamo nei primi decenni del Novecento. I chimici di tutto il mondo sono infervorati dalla scoperta degli elementi, quelli della tavola periodica.
Nel 1900 viene scoperto il Radon, nel 1901 l’Uropio, il Lutezio nel 1907, il Protoattinio nel 17, l’Afnio nel 23 e il Renio nel 25.

Nel 1930 ci si accorge che alla lista mancano quelli con numero atomico 43, 61, 85, e 87. Quello dell’87 lo stanno cercando addirittura dal 1870 e per quattro volte qualcuna annuncia: “Ce l’ho, l’ho isolato”. Poi ammette: ”Non è vero. Mi è sfuggito”.

Poi c’è una giovane chimica di trent’anni, si chiama Marguerite Catherine Perey. Da piccola voleva fare il medico, ma suo padre è morto presto ed in famiglia mancavano i soldi per arrivare alla laurea in medicina. E lei allora ha preso quella in Chimica. Adesso lavora all’Istituto Curie di Parigi, ma con Marie Curie, che è come insegnare al Liceo Fermi con preside Enrico Fermi. Lei si concentra sull’attinio, scoperto nel 1899, e sul suo decadimento perché è convinta che sia la strada giusta per arrivare all’Elemento 87. Il 9 gennaio 1939 lo trova. È lui. Lo vorrebbe chiamare Catium perché il termine indica gli ioni caricati positivamente – non so di cosa sto parlando – ma suona male, e allora Marguerite, siamo in Francia, lo chiama Francio.

Il Francio è il meno stabile di tutti gli elementi ed il meno elettronegativo del sistema periodico. (Come sopra, non so che sto dicendo).
Il Francio non ha campi di utilizzo definiti, anche perché su tutta la crosta terreste dovrebbero essercene 25, massimo massimo 30 grammi.

E allora il 9 gennaio, in una profonda riflessione sugli uomini, le donne ed il mondo, è da proclamare solennemente Giornata Mondiale del poco e anche inutile.

Massimo Cirri

Da venticinque anni divide le giornate in tre: psicologo al mattino; conduttore radiofonico (Radio Popolare, poi a Radio2 Rai con Caterpillar) al pomeriggio. La sera, spesso, è impegnato come autore teatrale.