Er pelliccia e la crisi

Tutto passa in secondo piano in questi giorni, nascosto dai titoli enormi su ciò che sta accadendo. Però ci sono anche le altre notizie. Una di queste è che Fabrizio Filippi è tornato libero dopo 23 giorni di carcere. Il nome non dice nulla, il soprannome sì: lui è “er pelliccia”, il ragazzo di 19 anni che il 15 ottobre, durante gli scontri di Roma, è stato fotografato mentre lanciava l’estintore. Il magistrato ha deciso la scarcerazione con obbligo di firma scrivendo nell’ordinanza tra l’altro che “la presenza di una famiglia attenta e l’assistenza di uno psicoterapeuta appaiono idonee ad esercitare un efficace controllo permettendo a Filippi di orientare il suo disagio verso forme più mature”. Lui poi ha dato un’intervista a Repubblica in cui dice che è pentito e che sa di aver sbagliato. Sarà processato, ovviamente, non è che la cosa si chiude qui.

La notizia è stata riportata da tutti i siti, per curiosità mi sono messo a leggere i tanti commenti comparsi sotto la notizia sull’home page del Giornale. Bè, qualche brivido m’è venuto leggendo la quantità di rabbia e odio cupo nei confronti dello stesso “er pelliccia”, della sua famiglia e del magistrato che l’ha scarcerato. E la paura: c’è chi scrive: “Ora che non c’è più Berlusconi chi ci difenderà da delinquenti, criminali, comunisti, distruttori delle città?”.

Non voglio fare discorsi sul garantismo a intermittenza (da qualunque parte provenga), né tantomeno difendere “er pelliccia”. Pensavo solo che ci potranno essere tutti i governi di emergenza nazionale che vogliamo e che magari i dirigenti di centrosinistra e centrodestra potranno trovare accordi. Ma ci vorranno anni e anni prima di disincrostare tutto dall’odio che è depositato ovunque, tra di noi.

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.