Douglas Coupland stilista

“Il Canada non è fatto solo di alci e Giubbe Rosse. Voglio dar forma ai colori, al senso di avventura, all’apertura mentale che fanno altrettanto parte del mio paese”: questa è la spiegazione ufficiale con la quale uno scrittore che è stato un mito per i giovani lettori dei primi anni Novanta ha riciclato la sua immagine pubblica sotto forma (anche) di stilista di moda, con una linea di abbigliamento chiamata “Roots x”. Il fatto che compaia quella “x” rivela che si sta parlando di Douglas Coupland, che a suo tempo della “generazione X” fece un marchio abusato, un discreto romanzo e il trampolino della propria popolarità, come cronista dei tempi dell’ansia e dell’insicurezza nel vivere postadolescenziale all’altezza dell’ultimo decennio del XX secolo, negli Stati Uniti clintoniani.

Col passare degli anni Coupland è diventato un miglior narratore – almeno un paio di suo romanzi più recenti, come “Girlfriend In A Coma” e “Miss Wyoming” sono ben costruiti, originali e ben scritti – e un singolare osservatore del costume contemporaneo, appartato e progressivamente sempre più scettico, ad esempio nei confronti del boom di quella tecnologia “friendly”, della quale fu entusiasta sostenitore agli inizi, salvo poi trasformarsi in sospettoso osservatore. Nel frattempo è diventato calvo, s’è fatto crescere la barba, continua a gestire un sito che resta tra i più divertenti della rete. I vestiti che ha progettato coi suoi soci sono colorati, divertenti, un po’ nerd. Guardandoli, si percepisce qualcosa del lifestyle di quei posti – tra Vancouver e Seattle – dove può capitare di trovare un posto di lavoro nel campus della Microsoft. Il suo logo prediletto è quello di un traliccio stilizzato. Li presenta lui stesso su coupland.com, prendendosi molto sul serio, coinvolgendo diversi cervelloni del design, e dando al tutto uno strano gusto di eterna permanenza dell’infanzia.

Stefano Pistolini

Stefano Pistolini fa il giornalista e lo scrittore ed è autore radiotelevisivo. Collabora con Il Foglio.