Come cambia il modello svedese

I Paesi scandinavi non sono più Stati sociali “dalla culla alla bara”. Adrian Wooldridge l’aveva scritto sull’Economist alcune settimane fa: i Paesi nordici stanno reinventando il loro modello sociale. La Svezia è un Paese che ha ridotto drasticamente la spesa pubblica in percentuale del PIL (era il 67% nel 1993, ora è il 49%), ha risalito le classifiche di libertà economica (è la 18ma economia più libera al mondo, secondo la Heritage Foundation), tassa poco le imprese e ha tagliato anche le imposte sui redditi delle persone fisiche.

È il caso di segnalare questo nuovo studio (pdf) dell’Institut de recherches économiques et fiscales su libertà e concorrenza nella scuola svedese. Sul tema il lettore italiano può trovare anche un interessante libro di Giacomo Zagardo, La punta di diamante. La Svezia ha adottato un sistema di voucher che ha consentito maggiore libertà di scelta alle famiglie e la diffusione di “scuole libere”, in concorrenza con quelle statali. In Italia il buono scuola è ormai una bandiera che il centro-destra ha ammainato da anni. E se fosse il caso di tornare a parlarne, magari partendo proprio da una seria riflessione sul nuovo “modello svedese”?

Alberto Mingardi

Alberto Mingardi (1981) è stato fra i fondatori ed è attualmente direttore dell’Istituto Bruno Leoni, think tank che promuove idee per il libero mercato. È adjunct scholar del Cato Institute di Washington DC. Oggi collabora con The Wall Street Journal Europe e con il supplemento domenicale del Sole 24 Ore. Ha scritto L'intelligenza del denaro. Perché il mercato ha ragione anche quando ha torto (Marsilio, 2013). Twitter: @amingardi.