45 paesi senza bisogno del passaporto

Il chiacchiericcio pubblico è talmente deviato verso chi giunge in Italia fuggendo da guerre, terrorismo e regimi totalitari, che quasi non ci ricordiamo più quale sia la libertà di movimento di cui godiamo noi cittadini italiani. Se la civiltà di un Paese si misurasse, infatti, dalla facilità con cui i suoi cittadini possono andare all’estero, l’Italia sarebbe messa benissimo. Secondo un paio di classifiche di passaporti (sì, esistono anche queste) l’Italia è ai primi posti al mondo per la libertà di movimento che assicura ai suoi cittadini, liberi di viaggiare in moltissime nazioni senza richiedere visti o permessi particolari.

Dal 2006 Henley & Partners pubblica ogni anno Henley & Partners “Visa Restrictions Index” in collaborazione con IATA dove la classifica dei passaporti è composta prendendo in esame il numero di paesi che si possono raggiungere senza richiedere alcun visto; i territori e le nazioni considerate sono 219 (quelli inseriti nel database di IATA): le nazioni sono 199, ossia i 193 membri delle Nazioni Unite oltre a Taiwan, Kosovo, la Palestina, Città del Vaticano, Hong Kong e Macao (*).

Nel 2016 il passaporto che ha ottenuto l’indice migliore è quello della Germania con 177 paesi su 218 raggiungibili senza visto, seconda la Svezia con 176, mentre al terzo posto troviamo un gruppetto di paesi a quota 175 tra cui l’Italia con la Finlandia, la Francia, la Spagna e il Regno Unito. Agli ultimi posti si collocano Somalia, Iraq, Pakistan e Afghanistan. Henley & Partners pubblica anche il Quality of Nationality Index che compara fattori interni come l’economia, lo sviluppo umano e la stabilità e fattori esterni come la facilità di lavorare all’estero; non per niente, questa è una società che offre consulenze ai governi e assistenza a chi vuole cambiare cittadinanza o prendere residenza all’estero.

Il Passport Index di Arton Capital (una società specializzata in fondi e investimenti esteri) offre invece una classifica interattiva e aggiornata in tempo reale tra i passaporti di 199 nazioni, le 193 delle Nazioni Unite e i sei territori già citati (*). Ci si può divertire a esplorare la classifica comparando i passaporti per regione, zona e perfino per colore (lo sapevate che sono tutti rossi o verdi o blu?).

Anche nel Passport Index è la Germania a conquistare il podio nel 2016, seguita da Svezia e Singapore, mentre al terzo si posiziona il gruppo composto di Danimarca, Finlandia, Francia, Spagna, Norvegia, Regno Unito e USA. Troviamo l’Italia al quarto posto con Belgio, Paesi Bassi, Austria, Lussemburgo, Portogallo, Svizzera e Giappone. La classifica è un po’ diversa forse perché nella sua analisi considera anche l’Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite (United Nations Development Programme Human Development Index) dove l’Italia è solo ventisettesima.
Oltre al passaporto, però, i cittadini italiani dispongono anche della carta d’identità valida per l’espatrio che consente di viaggiare in ben quarantacinque paesi (e di sicuro me ne sto scordando qualcuno). Ci si può muovere liberamente senza controlli alle frontiere nei ventidue paesi dell’UE che hanno aderito all’Area Schengen; viaggiare in questi paesi significa raggiungere anche le dipendenze territoriali extra europee come le isole Canarie (Spagna) le Azzorre e Madera (Portogallo), addirittura le Antille Francesi (Guadalupa e Martinica, Saint Barthélemy e Saint Martin) e la Guyana Francese (ma queste sono forse destinazioni troppo distanti per andarci senza passaporto…).

La carta d’identità valida per l’espatrio è sufficiente anche per visitare il Regno Unito e l’Irlanda (Paesi dell’Unione Europea che non hanno aderito agli accordi di Schengen) e la Romania, la Bulgaria, la Croazia e Cipro, Paesi che fanno parte dell’UE e hanno aderito a Schengen, ma che ancora non ne hanno attuato tutti gli adempimenti.
E poi ci sono altri Paesi europei non UE che è possibile raggiungere senza passaporto: Albania, Andorra, Bosnia, Città del Vaticano, Liechtenstein, Macedonia, Norvegia, Islanda, Svizzera, Principato di Monaco, San Marino, Serbia e Montenegro, in qualche caso con alcune differenze e limitazioni (tipo la durata o il motivo del soggiorno). Infine, si possono visitare senza passaporto anche Marocco, Tunisia, Egitto e Turchia, in alcuni casi solo se si prenotano viaggi di gruppo organizzati; per alcune di queste destinazioni e molte altre è bene consultare Viaggiare Sicuri, il sito a cura dell’Unità di Crisi della Farnesina e compilare prima della partenza il modulo disponibile su Dove siamo nel mondo, nel caso in cui vi rechiate in posti non proprio tranquillissimi.

Quarantacinque Paesi raggiungibili con la sola carta d’identità e un’ottima libertà di movimento grazie a uno tra i primi passaporti al mondo indicano quanto lo stato italiano abbia sempre lavorato per garantire la libertà di movimento dei suoi cittadini dentro e fuori l’Unione Europea. Questo è un risultato che è stato raggiunto dall’Italia insieme con altri Paesi solo dopo la Seconda guerra mondiale, e che noi cittadini sottostimiamo, insieme alla nostra libertà. Forse sarebbe il caso di ricordarsene per il 25 marzo 2017, quando ricorreranno i sessant’anni dei Trattati di Roma, perché questa libertà è la stessa che consente agli studenti di viaggiare con i programmi di studio come Erasmus+, agli imprenditori di stringere nuovi accordi commerciali, alle associazioni no profit di collaborare nel mondo e a tutti noi di scoprirlo da semplici turisti. Forse è il caso di ricordarsene ogni volta che qualcuno vuol costruire nuovi muri, perché potremmo essere noi quelli dall’altra parte, prima o poi.

Emanuela Marchiafava

Media Analyst e consulente per le imprese, già assessore della Provincia di Pavia, si occupa di turismo, politica e diritti.