La tv non ha raccontato gli anni di Obama

Siamo alla fine degli otto anni di Obama alla Casa Bianca. Michelle ha staccato il biglietto con un discorso emozionante e Barack sta per fare lo stesso a Chicago, con un evento costruito per chiudere circolarmente la sua straordinaria residenza nella Casa Bianca, costruita dagli schiavi afroamericani.

Ci siamo sentiti rappresentati da questa famiglia. Ogni apparizione televisiva, anche quelle “leggere” nei talk shows, sono state boccate di aria pura, di quella che una volta si chiamava classe.
Ma la “classe dei neri”, nel suo significato altro e propriamente socio-economico, è rimasta dov’era, in fondo alla stratificazione per segmenti della scala che sale al “sogno americano”. E fuori dalla televisione.
Ne parla il New York Times. Ci sono episodi di Atlanta e altre serie che hanno fatto emergere scampoli di quello che è accaduto nelle strade americane (poliziotti bianchi che hanno ucciso giovani neri). Ma anche questa è superficie. Non c’è stata una serie come The Wire per i 762 morti quest’anno a Chicago. Ma soprattutto un racconto della complessità di una condizione radicata oltre l’emergenza delle gangs.

La televisione ci ha dato storicamente black comedies e continua a farlo, anche con elementi di novità. Le serie introducono personaggi di colore con il misurino della rappresentanza demografica. Shonda Rhimes fa quello che ha fatto Oprah in anni passati, alzando il tetto di questa rappresentanza. Ma l’America di questi anni, quella da cui è emersa Michelle Obama, non c’è. Gli Obama sono stati raccontati con filmetti agiografici. Il cinema, invece, lo sta facendo. Moonlight è un gran bel film. Non c’è una serie così. Difficile non cadere negli stereotipi della narrazione del ghetto in televisione. Meglio riderci sopra come fanno le black comedies. Lo stravolgimento del format però (come nel caso di Atlanta) potrebbe avere aperto una strada. Usciti dalla bolla degli Obama, probabilmente vedremo delle cose. Anche perché l’America di Trump-Putin aprirà nuove strade al racconto che non sia solo quello dei bianchi impoveriti alla Manchester by the Sea.

Gli stessi Obama sono inconsapevoli (?) responsabili di questo vuoto. Ci hanno stordito e ammaliato con il potere delle parole e meno con le azioni, le opere. Ci siamo cullati in una bolla. Barack è diventato bravino a giocare a golf e noi pensavamo che gli ex schiavi avrebbero potuto diventare tutti come lui. Invece i fratelli afroamericani sono rimasti quelli che portano le mazze, i caddies.

Andrea Salvadore

Vive a New York e fa il regista. Ha un blog, Americana Tv