Allora, come sono queste cuffie senza fili di Apple?

Si chiamano “AirPods” e Tim Cook e i suoi le avevano annunciate sul palco durante l’ultimo keynote che si è tenuto il 7 settembre e che aveva visto anche il lancio dell’iPhone 7 e degli Apple Watch Series 2. Mentre gli altri due prodotti sono usciti regolarmente, le cuffiette senza fili, che dovevano essere commercializzate a ottobre sono in realtà state messe sullo scaffale dell’Apple Store lo scorso 13 dicembre e in quantità sufficientemente limitate che, dopo venti minuti, gli ordini andavano in consegna a gennaio.

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Le cuffie hanno alcune caratteristiche innovative e sono comunque un oggetto di design piuttosto originale e riconoscibile, dal momento che hanno la forma quasi identica alle cuffiette EarPods (le cuffie bianche fornite di serie con gli iPhone, gli iPod e gli iPad) salvo la mancanza del filo. Sono state prese in giro perché, dicono, somigliano a un paio di cotton fioc che escono dalle orecchie di chi le porta (qui il Corriere e qui GQ Italia), e il loro contenitore-ricarica bianco somiglia a una scatolina di filo interdentale (qui ancora il Corriere, qui e qui)

Le sto provando da alcuni giorni

La mia impressione è molto positiva, lo dico subito, ma aggiungo parto prevenuto in bene: da sempre non sopporto di andare in giro con le cuffie con cavetto che si attorciglia sempre. Le ho provate di tutti i tipi: ho mantenuto il contenitore delle cuffiette Apple riavvolgendole tutte le volte (lungo e faticoso), ho usato cuffie di terze parti (si attorcigliano sempre), ho usato cuffie bluetooth in-ear di varie marche (qualitativamente pessime, sempre con poca autonomia, ingombranti). Questa è la prima soluzione che scompare nel taschino destro dei jeans e permette di andare avanti qualche giorno senza doverle ricaricare. A me piace, anche perché è in linea con il telefono di Apple (l’apparecchio che utilizzo per la musica) e l’iPad (per film e film) oltre che per eventuali videoconferenze e altri video sul MacBook. Se si vive al di fuori dell’ecosistema Apple questa recensione ha meno senso (anche se le cuffie sono normali cuffie bluetooth e possono essere usate anche con Android, Windows e Linux) ma spero sia lo stesso utile o quantomeno un po’ interessante.

Andiamo con ordine, però

Le cuffie hanno queste caratteristiche: sono strane, suonano “normale”, costano care ma hanno una tecnologia molto intelligente. Nel mio utilizzo ho cercato di capire se mi restavano sulle orecchie anche correndo, se il sistema wireless funziona bene su più apparecchi e se nelle telefonate la qualità della mia voce e di chi mi sta chiamando sono di buon livello.

Partiamo dalla cosa più semplice: le mie orecchie. Le cuffie ci stanno bene, le ho usate normalmente, facendo anche la corsetta mattutina (non una maratona), e ho provato a mettermi e togliere e il berretto di pile che d’inverno mi copre anche le orecchie senza avvertire mai neanche il rischio che le cuffie potessero staccarsi dalle orecchie. A mio avviso, per la mia esperienza, stanno ben piantate nell’orecchio. La mancanza del filo, che era l’elemento che le sbilanciava e le “strappava”, è risolutiva. La forma dell’auricolare è sostanzialmente la stessa (in realtà ci sono alcune differenze di geometria ma a prima vista non si notano) e la parte che si allunga, il “bastoncino”, è necessario per la batteria e per il microfono. L’aspetto estetico delle cuffiette AirPods per me non è un problema, ma capisco che questa sia soprattutto questione di gusti.

Veniamo alla seconda parte: qualità della connessione su più apparecchi. Le ho provate con i miei tre apparecchi elettronici: iPhone, iPad e il MacBook Pro 13 2016 che sto testando in questi giorni. Nessun problema. L’unico caso “sospetto” è il rallentamento nell’attivazione delle cuffie sul Mac una volta selezionate via Bluetooth (non sempre e comunque parliamo di qualche secondo di pausa prima che avvenga la connessione). Un angolo che Apple deve smussare, ma non so generalizzare per dire se è una idiosincrasia del mio computer, di tutti i Mac di questa generazione o che altro.

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Il primo pairing è facile

Per fare pairing la prima volta infatti basta aprire il coperchio della scatolina e il telefono (con Bluetooth acceso) lo “vede”, lo seleziona, e fornisce altre informazioni come l’autonomia delle singole cuffie e della scatola. Una volta stabilita la connessione le cuffie sono disponibili anche per gli altri apparecchi registrati con lo stesso account iCloud e online. All’interno delle preferenze Bluetooth dell’iPhone o degli altri apparecchi è possibile modificare alcuni parametri per personalizzare il proprio rapporto con le cuffie. Si può cambiare loro nome (io ho tolto “AirPods di Antonio” e ho messo un altro nome unico all’apparecchio), si può decidere se disabilitare il rilevamento automatico dell’orecchio (ci torno tra un attimo), si può stabilire se il microfono delle cuffie è automaticamente selezionato a seconda che la cuffia sia agganciata o no oppure bloccare la scelta su un unico auricolare, e poi si può decidere a cosa serve il doppio tocco sull’esterno della cuffia.

Con il doppio tocco si può attivare Siri, ma si può anche decidere di avviare o mettere in pausa la riproduzione della musica (come se si premesse il tasto centrale del microfono delle cuffie EarPods) e poi si può disabilitare la funzione. Le cuffie comunque, quando squilla il telefono, rispondono se si fa tap sulla superficie esterna.

Avrei preferito che le opzioni fossero due, mettiamo doppio e triplo tap, per poter avere sia Siri (che comanda tutto, dalla riproduzione audio alla regolazione volume sia le altre funzioni che Siri è in grado di fare) che il play/pause della musica. Ma è penso una questione di gusti. Più complesso il discorso del rilevamento automatico dell’orecchio, perché le cuffie hanno la prerogativa di funzionare solo quando sono “agganciate” ai padiglioni auricolari. Funzionano diversamente se abbiamo una telefonata (in quel caso togliere una cuffia vuol dire semplicemente trasformare la telefonata da stereo a mono, per così dire) oppure se si ascolta la musica (allora togliere un auricolare mette la musica o il film in pausa, ma appena si rimette la cuffia l’audio riparte).

Autonomia e compatibilità

Le prove che ho fatto sono forzatamente limitate (uso le cuffie da pochi giorni) ma devo dire che funzionano bene. Non ci sono “bachi” né problemi di batteria. Anzi, l’autonomia mi pare ottima: confermo e forse c’è anche qualcosa di più rispetto a quel che viene indicato di serie. Cioè 5 ore di autonomia e due di conversazione per singolo auricolare che arrivano a 24 ore con le ricariche della scatolina che le contiene con circa 11 di conversazione. Per ricaricare tre ore di autonomia (e una di conversazione) bastano 15 minuti nella scatolina. La scatolina si ricarica a sua volta utilizzando il cavetto Lightning da inserire nella feritoia posta sotto la base mentre dietro c’è un quasi invisibile pulsante che serve per il “pairing forzato” con apparecchi non Apple.

Secondo Apple le cuffie sono compatibili con iPhone 5 e superiori, con il primo Apple Watch e successivi, con l’iPad mini 2 e successivi, con l’iPad Air e successivi, con i due iPad Pro in commercio e con l’iPod Touch di sesta generazione. Non ho motivo per dubitarne: con iPhone 7 Plus, iPad Pro 9.7, Apple Watch Series 2 e MacBook Pro 13 Touch Bar funzionano regolarmente.

La mancanza di controlli fisici sulle cuffie (e l’abbondanza di sensori) e sulla scatola (a parte il pulsante semi-nascosto) è una cosa molto Apple: l’esperienza di uso deve essere tutta senza problemi. Nel mio caso lo è stato. L’unico apparecchio di casa fatto da Apple che non è compatibile con il sistema di pairing basato su iCloud è la Apple TV 4. Per quella è necessario fare un pairing usando il tasto bianco posteriore, e poi le cuffie funzionano anche con il televisore, se si utilizza la Apple Tv.

AirPods

Terzo punto: la qualità della voce nelle telefonate.

Premesso che è la funzione che ho testato relativamente meno (perché richiede soprattutto molto tempo e numerosi esperimenti diversi, come vedremo tra un attimo), i risultati preliminari sono confortanti. I test sono limitati a poche chiamate ad amici fatte in casa, al bar, in strada, in autobus o in metropolitana. Sembrano tante telefonate (una ventina) ma non lo sono perché in questa area i fattori in gioco sono davvero molti. La qualità dipende innanzitutto dalla rete e dal tipo di operatore delle due persone coinvolte nella chiamata, poi dipende dalla specifica disponibilità di segnale dell’operatore sia mio che della persona con cui sto parlando, del tipo di telefono che usa il mio interlocutore, dell’eventuale uso di cuffie anche dal suo lato, di altri fattori che possono intervenire.

Perché dico che i risultati preliminari sono confortanti? In totale, finora ho avuto un amico che lamenta di sentirmi poco e metallico (soprattutto in strada o in metropolitana), altri tre che invece mi sentono normalmente, uno che mi diceva di essere infastidito dai rumori ambientali (soprattutto dalle voci dei passanti) attorno a me e un altro ancora infastidito in particolare dai rumori che provenivano dal basso davanti a me (la direzione nella quale è puntato il cannoncino delle cuffie). Un’altra dozzina di telefonate è andata via liscia senza che nessuno dubitasse per un attimo che le condizioni di quella particolare chiamata fossero le stesse delle volte precedenti.

Come si gestisce la chiamata

Nel caso delle telefonate in entrata, basta un “tap” per rispondere, oppure si può fare tap sul proprio Apple Watch, che mostra l’icona di un auricolare AirPods al posto della cornetta in verde (quella in rosso per chiudere la chiamata rimane la stessa).

Cose che le AirPods non fanno. La prima che mi viene in mente è che non isolano dal rumore esterno. Non hanno cioè un sistema attivo di cancellazione del suono. Hanno una modalità di equalizzazione dell’audio raccolto dal microfono durante le telefonate che serve a ridurre i rumori esterni per la persona che riceve la telefonata, ma dal punto di vista di limitare attivamente il rumore ambientale per chi le indossa no, questa funzione non c’è (se ci fosse per legge dovrebbero scriverlo molto grande sulla scatola, perché isola l’utilizzatore dall’ambiente circostante e alla guida o camminando in città può essere pericoloso).

AirPods

AirPods

Per quanto riguarda la musica, c’è qualcosa da dire

La qualità dell’audio non è particolarmente migliorata rispetto alle cuffiette bianche di serie con l’iPhone. Anzi, sostanzialmente è quella. Direi che non ci sarebbe motivo per supporre che siamo andati oltre: le cuffie sono identiche, cambia solo la mancanza del filo. E comunque, se siete audiofili in cerca delle cuffie definitive per ascoltare la vostra musica con il telefono, queste non sono quelle. Cioè, vanno bene per un uso casual, con buoni risultati. Il costo potrebbe essere fuorviante, ma in realtà si paga per non avere più il filo e per la semplicità di gestione e l’autonomia, non per una potenziata qualità del suono. Rimangono medi di buona qualità con bassi un po’ assenti (a meno di non spingere le cuffie ben dentro il canale dell’orecchio) e alti poco brillanti.

Infine l’uso di Siri come agente intelligente al quale dare tutti i comandi (alza e abbassa il volume, suona questo o quello, chiama questo o quello, leggi i nuovi messaggi etc.), devo dire che qui ho un problema psicologico molto forte io. Il sistema funziona ma mi vergogno a usarlo in autobus o metropolitana davanti a degli sconosciuti. Preferisco la quiete di casa mia. Inoltre, bisogna considerare che Siri funziona quando c’è il collegamento internet: senza rete, niente Siri e quindi niente volume, niente richieste musicali, niente richieste di telefonate, niente leggimi i nuovi messaggi etc).

Sono di parte: mi piacciono

Come dicevo al principio, il mio parere su queste cuffie è probabilmente di parte, le trovo infatti ottime, perché aspettavo una soluzione “senza fili” come questa da tanto tempo. La facilità d’uso è quella che volevo e il fatto che non ci sia più un cavo delle cuffie a intralciarmi mi libera letteralmente da un impiccio: restavo agganciato ovunque, oltre a trovare in tasca una matassa impossibile da svolgere in tempi ragionevoli. Il metodo di carica della scatoletta è sufficientemente rapido e flessibile da non essere un impiccio e l’uso del cavetto del telefono è una grande comodità perché non c’è bisogno di portarsi dietro nient’altro, se per caso si va via qualche giorno.

Le cuffie di Apple, che l’azienda definisce “magia senza fili”, costano 179 euro, che non sono pochi soldi. Tutt’altro.

In sintesi

Pro: facilissime da configurare; batteria invidiabile; Siri e le chiamate funzionano bene.

Contro: i comandi non sono abbastanza flessibili; la qualità dell’audio non è superiore; il design EarPods-style non è per tutti.

Antonio Dini

Giornalista e saggista, è nato a Firenze e ora vive a Milano. Scrive di tecnologia e ama volare, se deve anche in economica. Ha un blog dal 2002: Il Posto di Antonio